Dopo 224 reti segnate in 7 giornate, si ferma la Serie A per dare spazio alle fasi finali della Nations League (con l’Italia protagonista). Dato sui goal non casuale, poiché il nostro campionato risulta essere primo in questa speciale classifica, secondo solo alla Ligue 1 (258 reti totalizzate) che però è avanti, in quanto si sono disputate due giornate in più rispetto agli altri campionati. 1/5 di campionato è ormai alle spalle ed arrivati a questa sosta è, come consuetudine, momento di bilanci. 
La prima posizione è occupata dal Napoli. La squadra partenopea viaggia a punteggio pieno (7 vittorie su 7 partite), unica insieme al Salisburgo in Austria nei top campionati europei. Un risultato straordinario per gli uomini di Luciano Spalletti, ma non un record per gli azzurri. Il primato infatti spetta a Maurizio Sarri che raggiunse 8 vittorie consecutive alla guida del club nella stagione 2015-2016. A fermare la corsa di quel Napoli fu proprio l’attuale allenatore. Luciano Spalletti, a quel tempo allenatore dell’Inter, fermò i partenopei al San Paolo sullo 0-0. Il tecnico toscano è senz’altro una delle armi in più di questo Napoli, ha saputo infondere la propria idea di gioco ai giocatori attingendo alle risorse a sua disposizione. Il Napoli è trascinato dal suo bomber, Victor Oshimen. L’attaccante nigeriano è stato un importante investimento per la società che lo prelevò, la scorsa estate, dal Lilla per la modica cifra di 80 milioni di euro (70 di parte fissa, compresi del cartellino di Karnezis, Manzo, Palmieri e Liguori che hanno compiuto il percorso inverso, e circa 10 di bonus non facilmente raggiungibili). Oshimen ha realizzato 4 goal in 6 partite di Serie A e 3 in 2 partite di Europa League. Vagamente decisivo. Ma il dato che maggiormente risalta è quello relativo ai goal subiti, appena 3 e miglior difesa del campionato. Oltre ad un’importantissima solidità difensiva (complice il ritrovato Koulibaly e l’alternanza tra due ottimi portieri quali Ospina e Meret) , alla base dei successi c’è senz’altro l’innumerevole qualità offensiva di cui la squadra campana dispone tra il capitano Insigne e l’alternanza tra Lozano-Politano ed Elmas-Zielinsky, quest’ultimo non ancora giunto ai livelli consueti, complice qualche infortunio. Fondamentale sarà il lavoro di Spalletti che con i trequartisti ha sempre lavorato estremamente bene (vedi Perrotta e Nainggolan). Con 18 reti totalizzate, il Napoli è il secondo miglior attacco della Serie A.   

Dopo, con 19 punti, troviamo il Milan. Continua quindi la favola rossonera (che ormai non fa più sorpresa), che dopo il secondo posto raggiunto lo scorso anno, con il conseguente ritorno nella coppa che per decenni l’ha vista protagonista, sta rispettando le aspettative e, a detta non mia ma dei protagonisti, si laurea a diventare un’importante candidata per il titolo. L’uomo in più di questo Milan è, il giovane centrocampista italiano classe 2000, Sandro Tonali. Dopo la scorsa stagione negativa, in cui nonostante i 1336 minuti concessi in 25 presenze (17 da titolare ed 8 da subentrato) non ha partecipato attivamente a nessuna rete della squadra rossonera, non convincendo neanche per la qualità del gioco espressa. Quest’anno si sta rivedendo il talento ammirato a Brescia ed, anzi, ad un livello superiore. Padrone del campo ed onnipresente, qualità quantità e 2 goal all’attivo (uno splendido su punizione, l’altro conseguente ad uno scippo sulla trequarti, 1° su azione in A). 7 presenze su 7 da titolare e 598 minuti giocato su 630 totali a disposizione. Da spaesato a veterano, bisognava solo aspettarlo e Pioli l’ha fatto. Il tecnico nativo di Parma sta dimostrando di essere davvero un buon allenatore sia dal punto di vista gestionale che dal punto di vista prettamente tattico. Ibra è chiaramente il leader, l’uomo spogliatoio sia in campo (meno) che fuori (più) complice anche la carta d’identità che “chiama” 40. Trascinato da Rebic e Leao davanti, Kjaer e Tomori dietro, Theo sulla fascia e Maignan (che, per quanto possibile, non sta facendo rimpiangere Donnarumma) riuscirà il diavolo a migliorare il piazzamento della scorsa stagione ? (Che poi vuol dire titolo per i più scaramantici).

Rimaniamo a Milano, sponda nerazzurra, dove l’Inter con 15 punti occupa la terza posizione. Nonostante le cessioni pesanti di quest’estate (Lukaku ed Hakimi), la partenza dell’attuale miglior tecnico italiano ed il bilancio estremamente in rosso, la forza e la grandezza dell’Inter non sembrano esser cambiate. La terza posizione in classifica a -4 dalla vetta sembra rispettare gli standard della scorsa stagione. Guidati da un Dzeko ritrovato (arrivato con l’arduo compito di non far rimpiangere il gigante belga) ed un Lautaro dominante, che insieme totalizzano 11 reti, (di gran lunga la coppia più prolifica) i ragazzi di Inzaghi tenteranno fino all’ultima giornata di bissare il successo della stagione precedente. La DZE-LA risalta ovviamente ma mi soffermerei sul tuttofare con la maglia numero 23: Nicolò Barella. 1 goal e 5 assist (miglior assist-man in campionato). Il ragazzo sardo sta completando la sua maturazione: indispensabile in mezzo al campo tra riconquiste ed intensità, ora aggiunge anche la qualità e la precisione in zona goal, fenomenale. La porta di Handanovic è ben difesa dal solidissimo ed ormai complementare terzetto composto da Bastoni, Skriniar e De Vrij.

Al quarto posto troviamo la Roma, a -2 dai nerazzurri. Buona partenza dei giallorossi (seppur macchiata dalla sconfitta nel derby) che la vede in piena corsa per l’europa che conta, obiettivo stagionale dichiarato. Con 16 reti siglate è il terzo miglior attacco e con 8 subite (a pari con l’Inter) si trova dietro solo a Torino (piacevole sorpresa insieme alla Fiorentina), Napoli e Milan. Il capitano Pellegrini fresco di rinnovo, festeggiando con goal e conseguente corsa sotto la Curva Sud, si è caricato la squadra sulle spalle, dimostrando di meritare la fascia che porta al braccio e di essere anche un decisivo leader tecnico. 4 goal ed 1 assist in 6 partite disputate. Fondamentale per le sorti della stagione giallorossa sarà il ritorno (ai suoi consueti livelli) del giovane Zaniolo. Il trequartista ed esterno d’attacco dovrà scrollarsi la negatività, derivante dai due gravi infortuni ravvicinati, e lasciare che sia il campo a parlare per lui non prestando attenzione a ciò che accade fuori dal campo. La mano di Mourinho si potrà vedere al termine del difficile blocco di partite che attende la squadra capitolina: Juve, Napoli e Milan a distanza di 15 giorni. I big match (tallone d’achille la scorsa stagione) di ottobre evidenzieranno a che punto è la maturazione della Roma.

In quinta posizione, con 12 punti totalizzati, troviamo una piacevole sorpresa ed una grande rivelazione di questo campionato: la Fiorentina. Alla base dell’ottimo inizio di stagione della squadra viola c’è la serenità trasmessa dal nuovo tecnico Vincenzo Italiano. L’allenatore tedesco (nato a Karlshrue), alla sua seconda stagione da allenatore in Serie A, è riuscito perfettamente a calarsi nella sua nuova realtà e, trascinato dall’affetto dei tifosi e dalle giocate decisive del talento serbo Vlahovic (per lui 4 goal ed un assist in 7 partite), sta stupendo tutti quanti. Fuoco di paglia o solida realtà?

A -1 dai Viola troviamo raggruppate 4 compagini:
La Lazio di Maurizio Sarri dal rendimento molto altalenante e discontinuo. Nonostante l’euforia del derby vinto è arrivata una pesante sconfitta (3-0 in casa del Bologna) che ha destabilizzato l’ambiente, il quale sperava di consolidare il successo al derby con una vittoria, per dare finalmente un senso di continuità alla stagione. Dovrà essere bravo sari a ritrovare le certezze, o a non perderle qualora ci fossero, e lavorare su di esse. In tempi non sospetti in professati scettico su questa scelta societaria: di passare da roccioso 3-5-2 di Simone Inzaghi fatto di attesa e ripartenza alla ricerca del bel gioco, del “SARRISMO”. Meno pratico e funzionale ma più spettacolare. L’articolo in cui espressi il mio pensiero a riguardo è consultabile in questo stesso blog: LA MANITA DELLA SERIE A… E DUE MENZIONI D’ONORE risalente al 19 luglio 2021. La qualità della squadra biancoceleste (specialmente dalla cintola in su) è indiscussa, basti pensare a Milinkovic Savic, Luis Alberto, Felipe Anderson e Immobile insieme. Il problema probabilmente è l’equilibrio che dovrà essere necessariamente trovato per proseguire il percorso e stare dietro alle altre squadre che lottano per gli stessi obiettivi.

Di seguito la Juventus di Allegri. Può sembrare strano ma quella di quest’anno non è la peggior partenza della squadra bianconera in epoca recente. Nella stagione 2015/2016 dopo le prime sette giornate la Juve totalizzò 8 punti. Piazzamento finale al termine di quella stagione? Primo. Allenatore della Juventus in quella stagione? Massimiliano Allegri. Attenzione a dare per spacciata la Vecchia Signora. Meno solida dal punto di vista difensivo visto i 10 goal subiti (complici gli errori di Szczęsny), la Juve è trascinata dalle giocate dei due giovani: Dybala e Chiesa. Ancora non si sono espressi ai livelli standard (fino ad ora meglio il secondo del primo) ma sono certo lo faranno. Dalle giocate di questi due fenomeni dipenderanno le sorti bianconeri in questa stagione. Chiellini, Bonucci e De Light sono sinonimi di sicurezza e garanzia. Uno dei più grandi problemi dello scorso anno, per la Juventus, è stato il centrocampo. Problema risolto dall’arrivo di Locatelli, il quale dopo l’Europeo vinto, da protagonista, con la Nazionale sta rispettando e superando le aspettative, dimostrando la sua grande qualità da giocatore ormai maturo. 2 goal ed 1 assist fino ad ora, non male per un mediano. Dopo la falsa partenza delle prime quattro giornate, in cui la Juve ha ottenuto appena 2 punti, sono arrivate quattro vittorie di fila (tre in campionato ed una in Champions League) tutte di misura, anzi, tutte di “CORTO MUSO”.

L’Atalanta di Gasperini non sembra brillante come gli anni precedenti ma sappiamo esser solita carburare nel corso della stagione. Evidente come gli infortuni possano gravare sul bilancio di una stagione: prima Muriel costretto ai box per 4 giornate e Hateboer assente da inizio stagione, ora Gosens (difensore capace di arrivare in doppia cifra la scorsa stagione), che dovrà stare fermo per almeno due mesi a causa di un’importante lesione al bicipite femorale della coscia destra, Pessina e Toloi. La qualità non manca, le individualità neanche, vedremo se saranno in grado di sopperire alle mancanze dovute a cause di forza maggiore. Fondamentale sarà il rendimento dei nuovi arrivati Zappacosta e Koopmeiners su tutti. Zapata e Malinowsky (aspettando Muriel) restano i leader tecnici che dovranno caricarsi la squadra sulle spalle. Dove arriverà la Dea? Solo il tempo potrà dirlo.   

Il gruppetto delle squadre con 11 punti, il Bologna di Mihajlovic. Piacevolissima soppressa di inizio stagione, vedremo fino a dove potrà arrivare.
Bene anche Empoli e Torino che rispettivamente con 9 ed 8 punti si trovano in decima ed undicesima posizione. Delude il Sassuolo fermo a 7 punti ed in quattordicesima posizione. 1 punto a partita, media da salvezza striminzita ed a rischio. Punti E piazzamento che non rispecchiano minimamente le qualità della rosa a disposizione del tecnico Dionisi. Quanto pesa la partenza di De Zerbi? Per adesso abbastanza!  La classifica dice che Venezia, Salernitana, Spezia e Cagliari (ordine discendente) sono le squadra più in difficoltà. Addirittura il Cagliari deve trovare ancora la prima vittoria stagionale, nonostante abbiano anche cambiato allenatore (Mazzarri al posto di Semplici). Posizione non veritiera per lo Spezia (complice anche il calendario, poiché ha già incontrato Lazio, Juventus e Milan) sia dal punto di vista della qualità del gioco espresso che della qualità della rosa a sua disposizione. Riuscirà sicuramente a scalare la classifica.
E se è vero che l’aperitivo vien mangiando, ce ne state facendo venire tanto, abbiamo l’acquolina in bocca…
Non deludeteci!