Verstappen ed Hamilton sono arrivati al circuito di Yas Marina (Abu Dhabi), a pari merito con 369,5 punti ciascuno, a giocarsi il titolo mondiale, decisosi all’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio.
É la seconda volta nella storia che due piloti arrivano all’ultimo Gran Premio della stagione con gli stessi punti conquistati. Per il precedente bisogna tornare al 1974, un’altra Formula Uno. In quell’occasione I due piloti erano Fittipaldi (McLaren) e Regazzoni (Ferrari). Al Brasiliano della McLaren bastò la quarta posizione finale per aggiudicarsi il Mondiale, complice l’undicesima posizione dell’avversario a bordo della Rossa. Torniamo a noi. Max conquista la Pole Positions (decima stagionale), che gli permette di partire davanti a Lewis ed al compagno di squadra Perez. Il 33 olandese sembra avvantaggiato sia per la posizione, sia per le gomme sulle quali può contare: potrà sfruttare il vantaggio della gomma soft (a differenza del rivale che partirà con gomma media), così da avere un migliore scatto, provando a scappar via ed a creare il maggiore grip possibile, prima della sosta anticipata, a causa del maggior degrado che la gomma soft fa registrare rispetto alla media.
Questa è la teoria, la pratica è un’altra cosa… Alla partenza, l’ottimo spunto ce l’ha Lewis che si trova subito in prima posizione; il primo contatto tra i due non tarda ad arrivare: curva 5, Max prende la scia, supera internamente l’inglese che, tagliando la chicane, rientra in pista davanti al 44. Arriva puntuale, l’ennesima della stagione, scelta discutibile da parte del direttore di gara, Michael Masi: l’episodio non necessita di ulteriore investigazione. Lewis vola mentre Verstappen insegue, perdendo terreno giro dopo giro, senza riuscire a trovare feeling con la sua monoposto. Il primo a fermarsi ai box, come prevedibile che fosse, è l’olandese che monta le gomme bianche, successivamente tocca al 44 che, una volta rientrato in pista, si trova dietro a Sergio Perez, compagno di scuderia proprio di Max. Il messicano svolge un lavoro di squadra encomiabile, riuscendo a rallentare pesantemente Hamilton, permette a Verstappen di ridurre il gap con il contendente al titolo. Sembra, però, essere solo un’illusione: Lewis continua a guadagnare secondi e Max lo vede, sempre più lontano, avvicinarsi al suo quinto campionato consecutivo ed ottavo complessivo (il che vorrebbe dire superare il record di Schumacher, fermo a 7), ma il destino non è d’accordo. Al giro numero 52 (dei 58 totali), il distacco tra l’inglese e l’olandese che segue è di 12 secondi, ma il colpo di scena, decisivo, arriva al giro seguente: Latifi perde il controllo della sua Williams, alla curva 14, fininendo a muro, fortunatamente senza conseguenze. Bandiera gialla e conseguente entrata in pista della Safety Car. Piccola parentesi, la Williams di Latifi, che ha regalato un meraviglioso assist alla Red Bull di Verstappen, è motorizzata Mercedes, saranno contenti in Germania… Intelligentemente, Verstappen viene chiamato ai box dai suoi meccanici, per cambiare le gomme e montare le supersoft, così da avere un’ultima possibilità di sprint alla ripresa della gara. Al penultimo giro la direzione di gara ordina agli “sdoppiati”, che si trovano tra Max e Lewis, di superare la Safety, al fine di concedere un ultimo giro di gara effettiva. Verstappen prende tutta la scia dell’inglese ed alla curva 5 (dove tutto comiciò 58 giri prima) forza la staccata e supera Hamilton. L’olandese vola così, tra le lacrime di gioia che gli bagnano l’interno della visiera, verso la conquista del suo primo titolo mondiale. Neanche Alfred Hitchcock avrebbe potuto pensare ad un tale epilogo. Due protagonisti formidabili che, nell’arco dell’intera stagione, non si sono risparmiati colpi bassi e fino all’ultimo giro dell’ultima gara hanno tentato di conquistare la vittoria. Come è scontato che nello sport alla fine ad avere la meglio è uno solo, così sono scontate le reazioni dei due lati della medaglia: da un parte la gioia incontenibile del 24enne campione del Mondo, del suo team e della sua famiglia al seguito; dall’altra troviamo un uomo, un campione consolidato che, dopo essere rimasto qualche secondo nella sua monoposto, si reca nella sua scuderia a salutare i suoi meccanici, salvo poi, da campione uscente e da grande uomo di sport, andare ad abbracciare e complimentarsi, con il nuovo campione; una sorta di passaggio di consegne.
Attengiamento encomiabile da parte del pilota della Mercedes (spero vivamente sia stato sincero e che non l’abbia fatto solo perchè ripreso dalle telecamere), diverso il discorso per la Mercedes in sè, che ha presentato due ricorsi differenti al termine della gara: uno nei confronti di Verstappen ed uno nei confronti della direzione di gara.
Il primo riguardava l’eventuale violazione dell’articolo 48.8 del regolamento Fia da parte dell’olandese: prevede il divieto di sorpassare un’altra vettura, in regime di Safety Car.
All’inizio dell’ultimo giro di gara, poco prima che la Safety abbandonasse la pista, Hamilton ha rallentato bruscamente fino a, quasi del tutto, fermare la sua vettura; Verstappen ha affiancato il 44 con la sua ala anteriore. La Mercedes ritiene che Verstappen abbia superato Hamilton, in quella stessa occasione, e che abbia, quindi, violato l’articolo sopraccitato.
Il secondo ricorso verteva sull’eventuale violazione dell’articolo 48.12 del medesimo regolamento, che parla della possibilità della direzione di gara di decidere chi può sdoppiarsi in regime di Safety Car.
Secondo quanto ricostruito dalla Mercedes, la direzione di gara avrebbe permesso di sdoppiarsi solo alle vetture presenti tra Hamilton e Verstappen, evitando tale concessione ai piloti dietro l’olandese. La direzione risponde che lo scopo di tale articolo è quello di rimuovere le vetture doppiate che avrebbero gravemente interferito nella corsa tra I primi due, facendo appello all’articolo 48.13. Entrambi I ricorsi sono stati respinti e la Mercedes ha depositato l’intenzione di fare appello nei confronti delle decisioni dei commissari. Il team ha 96 ore per decidere se presentare formalmente tale provvedimento. Sono convinto che per dare il giusto valore alle vittorie (e la Mercedes in questi anni ne ha ottenute parecchie…) sia necessario anche accettare dignitosamente la sconfitta e saper perdere. Ciò non toglie le responsabilità di Michael Masi che ha dimostrato, in più di un’occasione, inadeguatezza ed incoerenza nelle decisioni prese, alla sua terza stagione da direttore di gara, dopo essere subentrato a Charlie Whiting a marzo del 2019. Nonostante le polemiche, i ricorsi e gli appelli, la storia è stata scritta ed è stata meravigliosamente raccontata da un fenomenale Carlo Vanzini: Max Verstappen è campione del Mondo. Goditelo Max che te lo meriti !

L'auspicio è che la prossima stagione sia avvincente quanto quella appena conclusa e, magari, con la Rossa nuovamente protagonista.