Quella appena terminata è stata una giornata ricca di emozioni, goal ed episodi che hanno fatto, e faranno, discutere. Preferisco, però, iniziare raccontando quello che più ci emoziona, che con passione seguiamo ogni settimana e che dovrebbe essere l’unico argomento di cui parlare: il calcio giocato.   
- RIMONTA MILAN  - La squadra di Pioli vince in rimonta contro un buon Hellas. Nonostante il lungo elenco degli indisponibili (Brahim Diaz, Theo Hernandez, Maignan, Florenzi, Bakayoko, Plizzari, Messias), nonostante i due goal presi nella prima frazione di gioco, la squadra rossonera è riuscita ad ottenere i tre punti. Una squadra forte, consolidata ed ormai matura che può ambire a risultati importanti. Da segnalare il ritorno al goal di Kessie, con annessa esultanza sotto la Curva Sud, e di Olivier Giroud, dopo l’indisponibilità causa problema alla schiena. Oltre alla rimonta, la cosa che maggiormente mi ha colpito sono state le lacrime di Castillejo. Dopo mesi difficili (passati tra gli insulti social di pseudo tifosi), l’esterno rossonero è stato l’inaspettato protagonista della vittoria del Milan. Rigore procurato (del 2-2) ed autogoal causato (del 3-2 finale). “Non mi voleva neanche mia madre ed ora sono qui a festeggiare con i tifosi”. Così Samu fragile, e quindi uomo, al termine della partita. Quelle lacrime dimostrano che dietro la classifica del Milan, che lo vede 2^ a due distanze dal Napoli, oltre alla cifra tecnica, vi è una coesione d’intenti ed un senso di appartenenza degno di encomio. Si evince la forza e l’importanza del gruppo.

- OTTAVA MERAVIGLIA DEL NAPOLI  - Il Napoli vince 1-0 contro il Torino consolidando il proprio primato. Trascinata da uno straripante ed ormai decisivo Oshimen, la squadra partenopea continua la sua marcia inarrestabile. Fino a questo momento avevamo sempre, o quasi, visto un Napoli straripante, che vinceva dominando. Domenica pomeriggio il Napoli ha faticato ma è riuscito comunque ad ottenere i tre punti. Quando domina vince, quando fatica vince. Dimostrazione più concreta di essere una grande squadra non esiste.

- VITTORIE DI JUVE E LAZIO - Gli episodi (di cui parlerò in seguito) fanno discutere, ma il campo ha espresso il proprio verdetto. La Juventus vince la quarta partita di fila in campionato. La quarta partita di “CORTO MUSO”, inizia a vedersi la mano di Allegri. Una Juve solida, che sblocca il match e si difende bene, concedendo poco ad una buona Roma, che avrebbe (per il gioco espresso) meritato di più.  Altro big match di giornata è stato quello tra Lazio-Inter. Anche qui la “cronaca” è ricca, ma ciò che maggiormente interessa è la vittoria della squadra biancoceleste. La Lazio si riscatta dopo la battuta di arresto di Bologna, rimanendo ancorata alla lotta per l'Europa. Un Inter che tiene il pallino del gioco (usufruendo dell’ampiezza dei suoi esterni) senza però rendersi quasi mai realmente pericolosa, eccetto la conclusione di Perisic, che ha trovato pronto Reina. Una Lazio che quando riparte lo fa, come di consueto ormai, estremamente bene e sfrutta al meglio le occasioni a sua disposizione.  Passo indietro rispettivamente per Roma ed Inter.

- ATALANTA E FIORENTINA - Un’Atalanta devastante rifila quattro goal all’Empoli, che rimane comunque lontano 3 punti dalla zona retrocessione.  Un Ilicic fenomenale, autore di una doppietta, e dei Pasalic e Zapata in stato di grazia regalano la vittoria alla Dea.   Passo indietro per la Fiorentina che cade in casa del Venezia.  La squadra allenata da Zanetti, grazie a questa importante vittoria, raggiunge la quindicesima posizione, e può respirare un po’.  La viola perde l’occasione di agganciare la Roma in quarta posizione; rimane comunque l’ottimo avvio di stagione.  Pareggio tra Bologna-Udinese e Genoa-Sassuolo. Emiliani che hanno vinto solo due delle otto partite stagionali in campionato. Medesimo score dello Spezia che batte la Salernitana al Picco, “determinando” l’esonero di Castori.   Prima vittoria stagionale per il Cagliari, che batte per 3-1 la Sampdoria.  Sarebbe bellissimo parlare solo ed esclusivamente di calcio giocato, ma abbiamo assistito a degli episodi, questo weekend, che meritano assolutamente uno spazio.  Li tratterò a modo mio, con oggettività e facendo chiaro riferimento al regolamento ed alle norme che lo compongono, di cui, fortunatamente, disponiamo. Seguiamo l’ordine cronologico: Lazio-Inter.  Minuto 80.   Dimarco cade a terra dopo un contrasto con Leiva, ma l’arbitro Irrati lascia giocare per la regola del vantaggio. Lautaro prosegue l’azione e tira. Reina para e lancia il contropiede biancoceleste. La palla arriva a Felipe Anderson che allarga per Immobile. Tiro, respinta di Handanovic e tap-in dello stesso brasiliano. Prima un parapiglia, poi una vera e propria rissa, che vedrà ammoniti Dumfries, Lautaro Martinez, Milinkovic Savic e l’autore del goal del 2-1. L’inter contesta alla Lazio il fatto di aver proseguito l’azione nonostante Dimarco fosse accasciato a terra, ma il regolamento parla chiaro:  L’interruzione del gioco si verifica nel momento in cui il giocatore a terra manifesta, o riporta danni, alla testa. Dimarco è stato colpito alla gamba. Può far discutere la scelta morale di proseguire consapevolmente l’azione nonostante ci fosse un avversario a terra, ma si tratta di un goal assolutamente regolare ed è stato giusto proseguire il gioco.  Passiamo a Juve-Roma, altra partita che ha fatto (e continua a far) parecchio discutere.  Minuto 16. Apertura di Locatelli per Cuadrado. Lo stop del colombiano è scomposto e sembra essere eseguito con il braccio, proteste dei giallorossi ma l’azione prosegue. Sventagliata del colombiano per De Sciglio, che rientra sul destro e crossa. Rimpallo tra Bentancur e Kean, la palla finisce in rete. 1-0 per la Juventus.  Purtroppo non possediamo nessun replay che possa accertare che lo stop del giocatore bianconero sia regolare o meno. Il video non è stato mai riproposto, quello che circola è un fermo immagine che sembra attestare la scorrettezza. Spero solo che il video sia arrivato nella rispettiva sala VAR e sia stato debitamente analizzato.  Minuto 41.  Abraham conduce la palla verso la porta bianconera difesa da Szczesny. Entra in area e, dopo un rimpallo con Danilo, la palla finisce sui piedi di Mkhitaryan che viene falciato dal portiere polacco. Il pallone vaga pericolosamente nei pressi della, sguarnita, porta bianconera, e viene spinto in rete dal centravanti inglese della Roma. Poco prima che Abraham spingesse, da poco più di un metro, la palla in rete, l’arbitro Orsato fischia il calcio di rigore. Il direttore di gara si giustifica affermando che non è possibile concedere il vantaggio su rigore. Affermazione erronea, anche qui il regolamento parla chiaro: “il vantaggio NON deve essere applicato in situazioni concernenti un grave fallo di gioco, una condotta violenta o un’infrazione che comporta una seconda ammonizione, a meno che non ci sia una chiara opportunità di segnare una rete”. Non è presente alcun riferimento al calcio di rigore e comunque, a scanso di ogni possibile interpretazione ed equivoco, cosa c’è di più chiaro di una palla distante poco più di un metro da una porta sguarnita? Ma non voglio, e non posso, credere che il miglior arbitro italiano non conosca il regolamento.  Il rigore verrà poi sbagliato da Veretout, lasciando invariato il risultato sull’ 1-0 finale.