Nella storia del calcio, che per quanto riguarda il Milan muove i primi passi in una notte invernale del 1898, i tifosi rossoneri si sono sempre distinti per la capacità di saper "capire le situazioni", proporre critiche costruttive, restare al fianco dei giocatori, insomma, per essere un valore aggiunto e non, come è spesso accaduto per altre squadre e piazze, creare un clima destabilizzante, totalmente inutile al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Certo, il tifoso soffre quando non si vince, cerca colpevoli e propone soluzioni, ma ciò che ha sempre distinto il "popolo rossonero" da tutti gli altri è che ha saputo fare diga, stringersi sempre intorno alla propria fede (anche quando le ragioni per protestare e per alzare la voce erano più che legittime); insomma cercando, quasi sempre, di garantire il proprio supporto, nella consapevolezza che il percorso di questa Società, per quanto tortuoso, porta sempre alle vittorie e ai vertici del calcio Mondiale. 

Milioni di persone sparse in tutto il mondo, con idee e simpatie diverse, pro o contro a scelte, giocatori, tecnici o proprietà, ma che sanno compattarsi per un unico fine: gioire insieme per le vittorie.
Chi, come me, è tifoso da lunga data, ha visto talmente tanti avvenimenti che dovrebbe essere consapevole di quanto sia semplice contribuire a creare malumore e, al contrario, complicato mantenere alta la fiducia e l'entusiasmo, prodigandosi a smussare le tensioni e se possibile a rinviare quei giudizi negativi, che, solo sapendo aspettare possono rilevarsi sbagliati.
La storia del Milan non è certo basata solo su giornate positive, anzi... E' un bagaglio di emozioni e di ricordi, più o meno nitidi, che portiamo nel cuore, che non rinneghiamo e anzi, che proprio nelle giornate più difficili ha contribuito a costruire la "Nostra forza", quella di un "popolo rossonero" sempre al fianco della propria squadra.
Non è un caso se i milanisti hanno accettato un percorso totalmente nuovo per il calcio italiano, mentre altre squadre, chi vincendo e chi no, si riempivano di debiti, oltretutto agendo al limite della legalità, o forse ben peggio. Non c'è nulla di male se dall'hastag Pioli-out del dopo Gianpaolo si è passati al Pioli is on fire, nella cavalcata verso lo scudetto dove era impossibile non salire sul carro del "piolismo".
Una squadra giovane e un calcio europeo hanno riacceso l'affetto dei tifosi, sempre più numerosi al fianco della squadra, creando un mix vincente, sul quale nessuno, leggendo i nomi dei giocatori a disposizione dell'allenatore e quelli delle squadre avversarie, aveva dato fiducia.

Il Milan ha milioni di tifosi, gente che spende dei soldi per seguire la squadra, fare abbonamenti alle tv a cifre illogiche per il servizio proposto e non è un discorso populista. È un dato di fatto. Persone che amano la propria squadra e che contribuiscono alla sua grandezza internazionale. Azionisti virtuali del club, ma non per questo meno importanti. Perché se le tv pagano milioni per assicurarsi i diritti, è in funzione dei milioni di tifosi che fanno gli abbonamenti e non certo per beneficienza.
Discorso analogo per gli sponsor, consapevoli di raggiungere un determinato target di persone. Tutto il calcio si regge sui tifosi, senza di loro non esisterebbe il professionismo.

Tutto ciò porta alla conclusione che il Tifoso Milanista ha una sola ed unica pretesa, il RISPETTO per il ruolo che ricopre. Così come i calciatori sono liberi di cambiare squadra, di avere pretese economiche a volte ben distanti dalla realtà, della vita quotidiana, nella stessa maniera il TIFOSO non può venire catalogato in "vero o presunto", per il solo fatto di esporre la propria opinione.
Il calcio è uno Sport costantemente in evoluzione, se viceversa lo si vuole trattare come un film, già scritto e quindi immutabile, allora il tifo è morto e con esso anche la vera essenza del calcio, la partecipazione.

Tutto ciò per evidenziare che tutte le grida di "dolore sportivo", che blogger, youtubber, opinionisti, o semplici tifosi, stanno cercando di far giungere alla Dirigenza e a Mister Pioli, non sono certamente rivolti a destabilizzare l'ambiente, a cercare licenziamenti o teste di giocatori appese ai cancelli di Milanello, ma l'esatto contrario, ovvero compattarsi, conoscere, capire e superare tutte quelle difficoltà che erano più che comprensibili, affrontando la stagione con lo Scudetto cucito sul petto, per ambire a nuove vittorie.
SIAMO il MILAN, unisce tutti, senza alcuna distinzione e i tifosi non spariscono davanti a sconfitte o difficoltà, ma pretendono solo, IMPEGNO E DEDIZIONE e queste sono prerogative che spettano principalmente all'allenatore e ai giocatori. Proprietà, Dirigenza, Staff Tecnico, Giocatori e Tifosi, tutti devono dare il meglio, non accontentarsi o sentirsi appagati, perchè nello Sport, come nella Vita il difficile non è arrivare in alto, ma sapersi confermare. Quindi nel pretendere il massimo, non significa che il tifoso non saprà accettare la sconfitta o la delusione sportiva, ma che non vuole essere battuto per colpa propria.

Quindi ribadisco un concetto a cui tengo particolarmente: il TIFOSO va rispettato, specialmente se sa argomentare il proprio disappunto, è l'unico che non trae guadagno, che vive di passione e che è il reale carburante di uno Sport che sta dando più importanza ai soldi, che a ciò che rappresenta e ciò può essere molto rischioso.
FORZA MILAN!