Buongiorno a tutti.
No, non ho intenzione di parlarvi di Samantha Cristoforetti, detta ormai "Astrosamantha", anche perché sulla terra ci è già ritornata da tempo. E' che sulla Luna ci stava qualcun altro, detto "Mastro Max da Cortomuso", il quale continua a predicare la dottrina del cavallo.
La dottrina è quella della cavalleria confusa, inebriata di vin santo, con cantucci a forma di calcio d'angolo. Così, tanto per fare un'analogia con il mestiere che in forma presunta dovrebbe esercitare il citato messere di Livorno, che pare abbia più dimestichezza con i ronzini che con i purosangue.
La singolar tenzone, lanciata con guanto di sfida a "Messer Luciano da Certaldo", ha avuto esiti disatrosi, con fuga a gambe levate compreso il cavallo, che bestemmiava pure lui in toscano. Ma il nobile decaduto (e caduto dal cavallo, come la Gloria Pallavicini del Foscolo), non demorde, e intervistato dai cronisti dell'epoca risolve tutto con frasi demenziali, degne di un poema lirico di Pietro l'Aretino, con annesse situazioni non meglio edificanti.
Il re è nudo, e si mette pure le mani in tasca, ma non cerca il fazzoletto, cerca l'amuleto, acquistato a Marostica, un pezzo degli scacchi, un cavallo. Ma la sua dialettica affabula tutti, e con "nonchalance" sciorina formule ed evoca fatali storie di gravità calcistica.
"Il calcio è questo", comunica agli astanti, e prosegue dicendo che a "loro" è andato tutto bene, mentre a "noi" qualcosa è andato storto.
Ma vah! Qualcosa? E se quello è il calcio, si riferiva all'interpretazione dei partenopei o a quello dei suoi cavallini da circo? Perché il calcio che conosciamo tutti è ben diverso dall'esibizione meschina espressa sul prato napoletano da professionisti che guadagnano il triplo di quelli che hanno fatto divertire tutti, tranne che i tifosi juventini. I cavalli sono stanchi, caro Allegri, e sono pure male addestrati. La mandria corre in modo confuso, senza un capo nè una coda, spesso trotterellando quando gli altri equini galoppavano. Forse la forma fisica è un po' latitante, le scorie dei mondiali sono ancora sotto la pelle, gli infortuni non ancora superati del tutto. La rosa è quella che è, ma ricordiamoci che nella squadra le cose sono cambiate quando i giovani sono entrati a tirare la carretta. E se tirano loro, è perché gli altri non possono più trainare il carro, nemmeno travestiti da buoi. E ieri, nelle successive mosse della disperazione, i tre giovani entrati in campo hanno cambiato l'inerzia della gara. Troppo tardi, ma meglio tardi che mai.
Nel calcio di oggi, come pure quello di ieri, per fare vedere che sai giocare, devi innanzitutto conquistarti una cosa: il pallone! E se non lo prendi, non lo difendi, e non vai veloce, non puoi fare vedere che stai giocando, ma solo che sei una giostra in mano a cavalieri forti e prepotenti, che non ti permettono  di partecipare al gioco, devi solo assistere. E ti va bene che non paghi il biglietto! 
Ma di quale gioco parla il nostro Max? Una volta c'era l'Ajax, e ci faceva vedere il gioco totale. Tutti avanti e tutti indietro. Ieri c'era Spic & Span, noto prodotto per la pulizia della casa, ma nel campo faceva pensare che tutti stavano dietro, e nessuno avanti. Reparti slegati, zone deserte, e mancavano solo i Muezzin che cantavano la nenia della preghiera. No, non puoi lamentarti che tutti stanno troppo bassi, perché è da sei mesi che lo dici, ma sono tre anni che si continua a fare.
La squadra non sale mai, lasciando buchi in mezzo al campo imbarazzanti. Così, persino un dilettante riesce a giocare senza difficoltà.
I cinque gol presi sono da museo degli orrori, tipo il Dupuitrême di Parigi, dove tutte le deformazioni umane sono descritte e mostrate ai visitatori. E si dimostra che colpa di quelle deformazioni sono dovute a patologie genetiche e non a scherzi del Demonio. Così come si dimostra che una squadra si muove bene se viene allenata a determinati movimenti, a sincronie di squadra, a immolarsi per gli altri, e non ultimo dei problemi, il coraggio di giocare. Quel coraggio che ha permesso a Mario Rui di conquistare da solo un pallone in attacco, e fornire a Kvarastkhelia il pallone per l'assist a Osimehn, con annesso quarto gol. E analizzando i gol, vediamo che sul primo la difesa è ferma e fuori posizione, oltre che lenta e poco capace di mettere gli avversari in fuorigioco. Sul secondo, "erroraccio" di Bremer, e nonostante tutto se qualche centrocampista rientrava in difesa, il pallone al georgiano non sarebbe arrivato facilmente. Ma qui, Szcesny inguardabile. Tiro prevedibile, lento e non angolato.
Sul terzo, inconcepibile il liscio collettivo in difesa sul corner. Anche se a parziale difesa possiamo dire che in mezzo all'area c'era Locatelli stordito e confuso che non riusciva ad uscire per la sostituzione. Ma l'infortunio, è avvenuto cinque minuti prima, non si può aspettare così tanto, si vedeva da lontano che sanguinava e che non poteva giocare con la garza sulla bocca.
Ci si deve svegliare prima, perché i particolari fanno la partita! Sul quarto gol, Bremer ha fatto una frittata senza uova. Il quinto è l'inerzia di chi non ce la fa più e con gli schemi saltati e il morale a terra ci si mette anche la deviazione sfortunata di Alex Sandro.
Ma una differenza di gioco si è vista ed è importante. La difesa del Napoli viaggava sempre con due centrocampisti a supporto sia di contrasto che di impostazione, e i laterali pronti al ripiegamento e svelti nell'impostazione. I difensori juventini, invece, erano sempre obbligati ad affrontare l'uno contro uno, con notevoli difficoltà di impostazione nella ripartenza. Di centrocampisti a supporto neanche l'ombra. Questo vuol dire che questo centrocampo non ha personalità, e nemmeno unità, per non parlare di default tecnico. Molti giocatori sono fuori ruolo. Mc Kennie che ci fa sull'ala? Ce ne sono già troppi sulla fascia, e nessuno in mezzo. Locatelli è ammirevole, ma lui è un centrocampista di incursione, e non può giocare davanti alla difesa, anche se lo fa bene, ma la squadra perde in mezzo dinamismo, corsa e presenza. Rabiot, non si sa cosa pensava di fare. Ha perso tutti i contrasti, non ha fatto un'accelerazione e lo hanno sempre saltato, come un birillo fermo. Di Maria, ha classe, ma ha anche molti anni sul groppone, non marca, non rientra, se non per fare danni. Chiesa, che ci fa in difesa? Gioca terzino? Milik, spesso sulla linea dei mediani, ma così la difesa del Napoli gongolava. Se dalla tua porta all'attaccante avversario ci sono sessanta metri, vivi nel limbo degli dei generosi! E se vuoi ripartire, basta un buon pressing e torni subito a rincorrere la palla. Forse Kostic si è guadagnato la "pagnotta". Ha lottato, e non si è mai arreso, ma con le distanze tra un compagno e l'altro, ha patito le folate offensive del Napoli. Quel Napoli che ha potuto sfruttare quasi sempre l'uno contro uno in attacco. Perché se non arrivano i raddoppi, a meno che non hai dei fenomeni, nel confronto diretto sei spacciato. Se poi trovi giocatori veloci e talentuosi come Kvarastkhelia, Osimehn e Politano, la faccenda si complica. 

Spero che Allegri abbia fatto tesoro dell'ennesima figuraccia, che serve a fare ammenda di quello che non si doveva fare.
E se il calcio è questo, è proprio nel trovare le motivazioni per ripartire e rimediare agli errori. Errori non solo tattici, ma di scelta di uomini, tra i quali molti fuori forma. Chiesa non è ancora pronto, Bremer non ha recuperato dall'infortunio, Alex Sandro ormai è lento ed involuto, oggi forse è meglio se messo a difendere da  centrale che strapazzato sulla fascia da giovani più veloci di lui.
Questi sono solo degli esempi, ma il problema più grosso è l'anima di squadra. Non c'è mutualità, non ci si sacrifica l'uno per l'altro, non si corre per coprire e non si fa nemmeno un fallo a volte utile, spendendo anche un'ammonizione, ma quando ce n'è bisogno, si adopera anche quello. La squadra non ha dimostrato capacità di corsa, di tenuta fisica e spesso la tecnica è mancata. Perché per gestire con tecnica, si deve stare bene, è imprescindibile dalle qualità del giocatore. Questa è una squadra che deve ricorrere ad un nuovo mercato, nel quale dovrà mandare via chi non è da Juventus, se non per tecnica, per spirito. Si dovranno acquistare nuovi giocatori, magari non costosi, ma con qualità "operaie", perché il calcio è di chi corre e si sacrifica. Poi si potrà vedere come andrà a finire quando rientreranno Pogba, Vlahovic e Cuadrado.
Ma il risultato non è scontato, perché dovremo vedere se recuperano, quando entrano in forma, e se hanno ancora stimoli per questo gruppo. 

Intanto facciamo i complimenti al Napoli, che ha costruito bene un gruppo vincente, giovane e con carattere. Se continuano così possono vincere tutto, compresa la Champions.
Ma sempre così riusciranno a giocare? O sarà come l'anno scorso, che a metà girone di ritorno hanno perso la benzina?
Mi auguro che non sia così, che vincano e facciano una grande festa, per ricordare il grande Diego. Complimenti ancora!