I segnali c'erano tutti. Saltata la Superlega o Superleague l'Inter non aveva altra possibilità che questa. I debiti sono importanti ed i conti, contano. Sono tutto nel calcio di oggi indebitato all'inverosimile. No, non c'è più tempo per il romanticismo. La maglia, l'amore per una piazza, non sono più cose di questo tempo. Oggi contano i soldi, il danaro. Non parliamo di mercenari, ma di giocatori, allenatori, dirigenti, che navigano in ambienti milionari, e milioni chiamano milioni, lasci una porta, ne trovi una già pronta ad accoglierti, alle tue condizioni. Fino a quando ci sarà sempre un migliore offerente, nel calcio della libera concorrenza, sarà sempre così, fino a quando la palla non esplode. E a dirla tutta non sembra mancare tanto. Si sapeva che sarebbe andata così. Che sarebbe stato lo scudetto meno entusiasmante della storia nerazzurra, il 2 maggio l'avevo anche scritto qui: Lo scudetto meno entusiasmante della storia dell'Inter. No, nessuna Cassandra o Nostradamus. Ora l'Inter ha innanzi a sé un cammino pieno di incognite. Se fosse stato un calcio diverso, con spazio al romanticismo, nessun allenatore avrebbe fatto come Conte, nessun giocatore avrebbe pensato di lasciare quella maglia. I tifosi non hanno fatto neanche in tempo a festeggiare lo scudetto che a tempo di record si son trovati dai piedi di San Siro per esaltare la squadra, ai piedi della sede societaria per attaccare la presidenza cinese. Senza mezzi termini. Prendersela con i cinesi è ingrato. Non è colpa loro se l'Inter si trova a vivere questa situazione difficile. Sarà lunga, sarà difficile, probabilmente ci vorranno nuovamente anni perchè l'Inter possa tornare al vertice del calcio italiano se i giocatori che hanno fatto parte del progetto Conte decideranno di andare via. Si ridimensiona tutto per evitare il fallimento. Il calcio di oggi è non più sostenibile, lo ripetiamo da anni ma nulla si sta muovendo per porre rimedio a ciò. La Superleague avrebbe permesso il progetto visionario dell'Inter milionaria. Tutto ciò non è più possibile. Il resto trova il tempo che trova. I debiti son debiti, e vanno saldati. Chi vuole bene all'Inter e ci tiene alla maglia ed ha stipendi milionari potrebbe pur fare delle rinunce e decidere di rimanere a Milano. Ora in tanti verranno messi alla prova. Conte è già andato via. Subito. Così, quasi di botto. Ma non in modo sorprendente.