L'Udinese ha fatto debuttare un giovanissimo friulano classe 2003 nell'ultima partita contro la Juventus, Cocetta, che si è dovuto fare le ossa in tanti anni nel vivaio friulano ed un debutto così non si dimentica.
Contro la Juventus e contro "mostri sacri" come Di Maria. Sottil quando lo ha indicato dicendogli di prepararsi, lui si è fatto trovare pronto. Una buona mezz'ora di calcio per il ragazzo che dice di ispirarsi a Sergio Ramos. Più pronto forse di altri suoi compagni di squadra maturi che contro la Juventus non hanno dato quello che dovevano in campo. A partire dal "ricercato" Beto, conteso, pare da tante squadre, ma che quest'anno ha fatto una stagione tutt'altro che da incorniciare. Un po' in linea con l'Udinese che nel girone di ritorno, guardando solo questa classifica, sarebbe stata a due punti dalla zona retrocessione. Ma contro la Juventus hanno avuto spazio altri giovanissimi che hanno letteralmente cambiato il ritmo della partita rischiando anche di portare a casa il pareggio. Come Buta, seconda presenza in SerieA, 14 minuti totali giocati, classe 2002, come Vivaldo, cinque partite giocate in questa SerieA per un totale di trenta minuti, classe 2005, portoghese che può dare tanto al progetto Udinese ed al calcio italiano.
Una punta centrale dal buon carattere e fisico che merita fiducia, come ha avuto fiducia Pafundi, il più famoso dei "friulani" anche se ultimamente si è forse perso in panchina, contrariamente a Guessand che ha debuttato contro la Juventus, ripreso diverse volte in campo dai compagni e dall'allenatore ma contro la Juventus ha dimostrato carattere, classe 2004 che deve prendere maggior confidenza con il campo giocato e questa può prenderla solo avendo quello spazio che Sottil ha iniziato a riconoscere quest'anno ad alcuni giovanissimi dell'Udinese, vuoi per necessità, vuoi per lungimiranza.

La speranza è che la prossima stagione il calcio italiano possa ripartire dagli ultimi dieci minuti dell'Udinese, dove dei giovanissimi hanno avuto spazio e dimostrando cosa possono saper fare, hanno dimostrato che la fiducia può essere ripagata e che il futuro è e non può che essere il loro!
Da qui si deve ricominciare. A testa bassa, palla al centro e un nuovo ritmo per il nostro calcio che deve rivitalizzare i propri vivai senza aver paura di sbagliare.
D'altronde sono stati forse più i flop dei blasonati che dei giovanissimi, se proprio vogliamo dirla tutta e l'elenco può essere lungo e spietato.