Pugno duro, fermezza. Stadi di proprietà, tra vent'anni, se va bene, conoscendo le tempistiche italiane, celle negli stadi e niente sospensione in caso di insulti razzisti durante le partite.  

Questo perchè il ministro dell'Interno sostiene che è un terreno scivoloso e pertanto è "difficile individuare il criterio di discriminazione tra i ‘buu’ al bianco, al giallo, al nero, i cori contro i napoletani o gli juventini." 
Facendo l'esempio di quanto accaduto a Bonucci: "Ricordo che in Milan-Juve i ‘buu’ dei tifosi rossoneri erano per Bonucci: chi decide se quella è discriminazione? Servono criteri oggettivi che in questo caso sono difficilmente individuabili, quindi sono contrario alla sospensione delle partite". Precisando che non è favorevole ai buu razzisti. E ci mancherebbe. Questo quanto emerso dalla riunione straordinaria dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive al Viminale.

Possibile che non si riesca a discernere un "buu" razzista da un "buu" contro Bonucci? Visto che questo l'esempio che è stato fatto? Di quale discriminazione sarebbe mai stato vittima Bonucci? I tifosi erano incazzati neri con lui per il suo comportamento con il Milan. Fischi sacrosanti. Il calcio è fatto anche di queste contestazioni. Purchè rientrino nei limiti dell'accettabilità.

Trovo vergognoso non fermare le partite in caso di "buu" razzisti, solo perchè c'è l'appiglio del terreno scivoloso. Ancora una volta i razzisti rischieranno di farla franca. Alla faccia del pugno duro. 

Se le cose devono cambiare si deve guardare al modello inglese. Cosa che non stiamo facendo. Bisogna domandarsi il perché.