Andre’ Silva non lo giudico così duramente come molti miei colleghi di sventurato tifo rossonero, non fosse altro perché ha giocato molto meno di vari bidoni assortiti almeno pari a lui (Biglia, Rodriguez, Kessié, Calhanoglu...) che ci hanno ossessionato con una sfilza di  presenze da incubi seriali che, se non verranno sbolognati come temo, continuerà a perseguitarci.

La leggenda dei mercati da cabaret milanisti non comincia certo con i novizi Boban e Maldini, ma da molto, molto prima. Ricordo con raccapriccio una delle tante buffonate cui siamo stati costretti negli ultimi anni: ingaggio di Cissoko saltato perché pur di non pagare il dovuto, il geometra da ristorante ebbe il coraggio di sostenere che aveva la dentatura fuori posto. E non si tratta certamente di un caso isolato. La serie infinita di mancati acquisti perché si volevano prendere profili che costavano 50 a 2,5 e’ purtroppo sconfinata una volta scavallati gli anni 2000.

Non parliamo poi delle montagne di fantastiglioni buttati nel water: l’altra sera ho avuto la pessima idea di andarmi a riesumare le campagne acquisti effettuate dal 2005 ad oggi; la lista di bidoni è sufficiente a creare un’altro campionato a 18 squadre e l’esborso tra cartellini ed ingaggi equivale al PIL dell’Uganda!

Tutti segni del fatto che, liquidato il meraviglioso Ariedo Braida, le operazioni mercantili del Diavolo sono state abbandonate nelle mani di puri dilettanti: Galliani ne è il gran visir.

Oggi la vicenda del mancato ingaggio di Silva da parte del Monaco fa grandinare in una Milanello già zuppa di pozzanghere ovunque: sembra che il portoghese, probabilmente giocatore più che mediocre, debba sottoporsi ad un intervento al tendine che, con la rieducazione, porterebbe via 9 mesi, tradotto: un profilo mediocre sarebbe vendibile dopo tre anni, horror tra un anno!

Sfortuna? Impreparazione? Improvvisazione? Probabilmente tutto questo messo insieme unito ad anni gestiti in modo tale da far precipitare in B un settore giovanile che era invidiato in tutto il mondo.