Sembra che il potente virus che sta mettendo in ginocchio l'Italia e non solo, il coronavirus, stia modificando molto la vita e le abitudini di tutti noi, o almeno di quelli che come me, vivono nelle zone più interessate.
Ovviamente anche lo sport e il calcio ne stanno pagando le conseguenze come altre situazioni. Sicuramente siamo di fronte ad un'emergenza imprevedibile e impensabile, e se situazioni come le scuole, gli ospedali e altri posti lavorativi, le scelte obbligate prese erano inevitabili e ovviamente non programmabili, per il calcio le cose potevano essere sicuramente gestite molto meglio.

Già il fatto di ufficializzare la disputa delle partite a porte chiuse prima, salvo poi cambiare idea la vigilia delle stesse, e rinviarle fa già ridere di suo, e questo dà l'idea di come viene gestito il calcio in Italia, ma il problema non è solamente questo. Il problema è anche quello di non unificare la decisione di rinviare tutte le partite in programma questo fine settimana, e compromettendo, così facendo, la regolarità dello svolgimento di questo campionato, obbligando alcune squadre a dei recuperi che visto il calendario sono molto difficili da gestire, l'Inter su tutte, ad oggi la più penalizzata.

Questo problema ci riporta inevitabilmente alle origini, e cioè alla programmazione del calcio e più precisamente della serie A. Da tempo si parla di un campionato a diciotto squadre, per avere meno partite, ma se ne parla solamente. Da tempo si parla di anticipare l'inizio della serie A ad inizio agosto, in modo tale da avere più date disponibili in caso di bisogno per dei recuperi, ma in questo caso sono i top club a mettere dei veti. Si perché i grandi club italiani, abbandonata la classica e molto più utile preparazione estiva, si sono travestiti da rock band e se ne vanno in giro in tournée mondiali a caccia del denaro, e quindi non vogliono un inizio anticipato per la serie A.
E così, il calcio italiano davanti ad un fatto così importante, dimostra ancora una volta di essere gestito da incompetenti, che ubbidiscono ai voleri dei grandi e ora ne pagano le conseguenze. Ripeto, l'emergenza sanitaria che sta colpendo gran parte dell'Italia non era assolutamente preventivabile, ma un gestione e un'organizzazione più seria e competente per lo sport più importante d'Italia, quella si dovrebbe assolutamente avere. Il bello è che la fine di questa situazione è ancora lontana, purtroppo per noi, e solo l'inizio ha creato un mare di disagi, che solo per queste due settimane ha compromesso tutto, figuriamoci se l'emergenza andrà, come si presume, avanti ancora dove si andrà a parare.
C'è la più che sussurrata ipotesi, addirittura di una sospensione del campionato e la relativa cancellazione, se le cose andassero avanti ancora un po', non ci sarebbe più lo spazio utile per i recuperi, e già così è molto difficile.
Pensate che ad oggi, con i recuperi certi, l'Inter dovrebbe giocare otto partite in ventiquattro giorni e terminerebbe la sua stagione, dieci giorni prima dell'inizio degli europei.
Assurdo, inconcepibile essere gestiti così.
E non è detto che altre squadre si ritroveranno nella stessa situazione. Squadre che stanno proseguendo normalmente il loro campionato e altre no, già ora siamo davanti ad una stagione assolutamente sfalsata, senza contare i danni economici che alcune squadre avranno e altre no.

Mi auguro che questa situazione, questa epidemia serva almeno, a far capire qualcuno che il calcio potrebbe e dovrebbe essere gestito diversamente, in maniera equa e seria, per garantire la regolarità dello svolgimento a tutte le squadre.