Siamo solo all'inizio della stagione, ovviamente tutto è ancora in fase di costruzione, ma quattro giornate di campionato e una di coppe europee possono dare qualche inizio o capire a che punto sono le maggiori squadre di serie A, considerando che quattro delle sei cosiddette "grandi" hanno un nuovo allenatore in panchina.

L'Inter di Conte - Beh, sicuramente l'Inter ha lavorato molto bene nel mercato estivo mettendo a disposizione del mister salentino una rosa di tutto rispetto e soprattutto fatta da giocatori da lui espressamente richiesti, Dzeko a parte. E anche in uscita il mister è stato accontentato, eliminando dalla rosa quelli elementi giudicati "pericolosi". Conte lo conosciamo bene tutti, quando parte convinto di un avventura da tutto sé stesso e riesce a creare attorno a sé un gruppo pronto a tutto per lui e per la squadra. Le motivazioni, la carica, la grinta che lo contraddistingue, sono più immediate da inculcare in un gruppo di giocatori che credono in te e vedono in lui un vero leader, rispetto a delle tecniche di gioco. Infatti, ad oggi, l'Inter dimostra già che la mano di Conte è più visibile rispetto altrove. Quattro partite quattro vittorie, derby stravinto e punteggio pieno, che dire?

Milan di Giampaolo - Qua il discorso cambia radicalmente. Il Milan non ha praticamente fatto mercato, nel senso che i limiti imposti e le difficoltà economiche non hanno certamente permesso di poter mettere in mano all'allenatore ex Sampdoria una rosa all'altezza dell'Inter, ad esempio, e considerando che Giampaolo è un allenatore di calcio che vuole insegnare calcio attraverso moduli e tattiche, il lavoro richiede un tempo diverso per essere capito e seguito, non è certamente così immediato come per altri. Se poi la rosa a disposizione sarà adatta al suo credo calcistico oppure no, questo è da capire e in caso contrario dovrà essere lui bravo a trovare soluzioni più adatte ai giocatori a disposizione. Però non possiamo togliere le responsabilità ad una società che non è stata in grado di mettere a disposizione una rosa adatta all'allenatore scelto e addossare tutte le colpe a Giampaolo, come in Italia si è abituati a fare.

La Roma di Fonseca - Anche qui ci troviamo davanti ad una situazione simile a quella dell'Inter di Conte. Nel senso che, con le dovute distanze, Fonseca è un allenatore che si è presentato sotto il profilo del carisma, della grinta e della carica agonistica molto bene. In un ambiente molto demotivato da varie vicende, sta riuscendo a dare nuovi stimoli ai giocatori e a tutto l'ambiente giallorosso, toccando i tasti giusti e mettendo tutti allo stesso livello, con un paio di leader in campo come Dzeko e Kolarov che stanno facendo un lavoro eccellente anche con i giovani che hanno bisogno di una guida importante in campo. Anche qui arriveranno anche i risultati tecnici e tattici ma nel frattempo, la mano di Fonseca si vede bene.

La Juve di Sarri - Qui il discorso è diverso. La Juve dopo cinque anni con Allegri ha deciso di cambiare non solo allenatore ma filosofia di gioco totalmente, e questo non è mai semplice. Non lo è quando sei ormai abituato a un certo lavoro e ad una certa mentalità. Sarri sta cercando di inserire i suoi dettami senza stravolgere completamente la squadra, di questo bisogna darne atto. Ha preso un gruppo di giocatori esperti e sta costruendo attorno a loro la sua idea di gioco adattata ai giocatori a disposizione, e pian piano inserirà i nuovi protagonisti in un meccanismo più rodato. Qualche segnale si è già visto chiaramente contro Napoli e Atletico, però la strada è lunga e la polmonite iniziale del tecnico più alcuni infortuni importanti non hanno certamente aiutato. Ma la strada è giusta e la Juventus ci sarà anche quest'anno a lottare per il campionato.

Il Napoli di Ancelotti - Qui siamo davanti ad un progetto già iniziato lo scorso anno, sulle basi del Napoli di Sarri, non molto è cambiato della rosa di un paio di anni fa, i cosiddetti titolari sono sempre quelli, e quest'anno è stato aggiunto un esperto Llorente a dare certezza e ricambio in attacco, un Lonzano da seguire e Manolas in difesa. Ancelotti può tranquillamente dire la sua anche se a mio avviso il tempo di questo Napoli è già passato e lo vedo sempre come eterno secondo o terzo. Ancelotti ha esperienza da vendere ma poi la differenza la fa la società, i programmi le possibilità e oltre ad essere dietro alla Juve, credo che quest'anno sia stato superato anche dall'Inter.

La Lazio di Inzaghi - Anche qui siamo difronte ad un progetto partito due anni fa. La continuità la fa da padrone in casa Lazio. Inzaghi può lavorare con chi conosce bene, ha certezze assolute in ogni zona del campo, ma la domanda è: quali margini di miglioramento ha realmente questa squadra? Sono dubbioso.

L'Atalanta di Gasperini - La Dea, meravigliosa creatura, quest'anno è chiamata all'esame di maturità più difficile. Non ci si può più nascondere e giocare a fare la promessa, quando arrivi a calcare il palcoscenico della Champions tutto è stupendo ma tutto diventa tremendamente più complicato. Soprattutto se sei una realtà che non può permettersi una rosa straordinaria per entrambe le competizioni. L'inizio della Champions è stato un battesimo di fuoco. Gasperini dovrà essere bravo a capire realmente come gestire la cosa senza compromettere tutta una stagione. Sarebbe un peccato.

In conclusione, credo che saremo pronti a seguire un campionato più avvincente ed equilibrato rispetto agli ultimi. La Juventus dovrà tirare fuori qualcosa in più rispetto agli ultimi anni per tagliare il traguardo per prima, le rivali ci sono e hanno lavorato bene, gli anni passano e per la legge dei grandi numeri prima o poi tutto finisce, vedremo se sarà quest'anno l'anno giusto per altre squadre. Se la Juve di Sarri riuscirà a vincere anche quest'anno, saremo difronte veramente ad un'altra impresa incredibile.