Fine maggio è storicamente tempo di interrogazioni, compiti in classe e recuperi dell’ultimo minuto per evitare di trascorrere un’estate sui libri. Se la scuola si prepara alle ultime settimane di fuoco, il campionato è invece andato in archivio: pagelle pronte per questa stagione anomala, unica (purtroppo) nella storia del calcio italiano e non solo. Si è comunque giocato e il campo ha regalato dei sussulti importanti, tanto al vertice quanto nelle altre zone della classifica. Per cui, senza perdere ulteriori minuti preziosi, ripercorriamo i momenti migliori e peggiori di questa Serie A 2020/21.

INTER CAMPIONE 10 (+9)
L’egemonia della Juventus è finita e non poteva che essere la squadra nerazzurra ad interrompere un dominio incontrastato, senza eguali nella storia del nostro torneo. Antonio Conte ha trascinato un gruppo ad una strepitosa vittoria, con 91 punti complessivi che l’hanno resa la migliore a mani basse. Un successo meritato che conduce ad un solo nuovo obiettivo: la seconda stella. E non mi venite a parlare di…

CRISI SOCIETARIA E ALTRE FANDONIE: 3
… problemi economici, finanziari, liti, esclusioni eccellenti. Basta! Certo, a me ha fatto piacere rivedere il furore e la voglia di attaccare il mondo Inter, perché tutto ciò ha un solo significato: la Beneamata è tornata. E fa paura. Quindi, da questa angolazione, ben venga tutto questo. Poi, chiaramente, che ci siano delle situazioni societarie da gestire è un fatto e non è mia intenzione sminuire la realtà, ma che come al solito si debba drammatizzare il tutto… beh, anche no, grazie.

HAKIMI: 9
Il più grande acquisto della scorsa estate per distacco. Un motorino instancabile, un calciatore dotato di corsa e tecnica, il quale ha saputo integrarsi alla grande negli schemi del tecnico salentino. Era dai tempi di Maicon che non impazzivo così per un esterno destro.

DEA ATALANTA: 8
Lo confesso: non avrei mai creduto ad una nuova qualificazione per la prossima edizione della Champions League. Invece, la squadra orobica è riuscita a replicare quanto prodotto negli ultimi anni, al punto da divenire oramai una costante. Forse ancora non ci stiamo rendendo conto (io per primo), ma stiamo vivendo un periodo che verrà ricordato come quello della provincia al potere come poche altre volte nella storia. Peccato per…

IL CASO GOMEZ: 4.5
Mi spiace, ma questa è una nota stonata che da amante del calcio avrei preferito non udire. Se l’Atalanta è dove si trova, il merito è senz’altro di Gasperini e del suo staff tecnico, ma un ruolo fondamentale (e ci mancherebbe altro) lo hanno giocato e lo giocano i calciatori. Il capitano, simbolo e uomo decisivo per questo splendido percorso, avrebbe probabilmente meritato un trattamento diverso. Addentrarsi nella questione non è semplice, anche perché non si ha il quadro completo della situazione, ma credo che chiunque avrebbe voluto un epilogo differente per la storia d’amore tra il Papu e la sua Dea.

MILAN CAMPIONE D’INVERNO: 8
I rossoneri si sono dimostrati la rivelazione del torneo almeno durante tutta la prima parte. Una squadra che ha trovato una chimica e un’identità, riuscendo a sovvertire i pronostici che li volevano lontani dai piani alti. Un bel mix tra esperti e giovani di valore ha permesso di trovare continuità. E allora dove sta il problema?

ESALTAZIONE IMMOTIVATA MILAN: 4
Sia chiaro, tutte le tifoserie hanno dentro dei sostenitori ottimisti e pessimisti. Quest’anno, però, è toccato alla sponda rossonera del Naviglio mostrare il suo lato peggiore. Nei primi mesi in cui il Milan stava raccogliendo molto, in parecchi si sono affrettati ad elevare la squadra a nuovo miracolo, a corazzata in grado di vincere lo Scudetto. Personalmente ho sempre predicato calma, non gradendo in quanti ingigantivano le reali possibilità del Milan. Il tempo ha dato ragione, ma fino all’ultimo turno gli stessi che gridavano al tricolore erano pronti a far fuori Pioli e a gridare al clamore. Il tecnico, che io difenderò sempre per la serietà che lo contraddistingue, si è preso le sue rivincite, ottenendo la qualificazione in Champions League che i suoi hanno strameritato. Ha fatto molto di più di quanto doveva, e solo per questo andrebbe lodato.

IBRAHIMOVIC, HANDANOVIC E BUFFON: 9.5
Tre elementi over, che in molti considerano ormai da mandare in pensione. In modo diverso, hanno inciso sui risultati delle proprie squadre. Zlatan, pur con una serie di infortuni che ne ha condizionato il rendimento, ha dato una mentalità ed un supporto decisivo per far crescere un gruppo che aveva bisogno di qualcuno che tendesse loro la mano. Samir ha alzato il primo titolo in neroazzurro, da capitano e da leader: un premio meritato per un portiere che ha scelto questa causa e questi colori e che finalmente è stato ripagato. Infine, Gigi: un pezzo di storia che, a prescindere dalle simpatie o antipatie, merita un riconoscimento. Il futuro è ancora incerto, ma quello che ha dato al ruolo e al gioco del calcio resterà per sempre negli annali.

ANDREA PIRLO: 6
Dare la sufficienza a uno dei più grandi centrocampisti della storia è quasi un sacrilegio, ma l’automatismo campo-panchina… non esiste. Nel complesso, però, il tecnico ha vissuto una stagione tutto sommato accettabile, dal punto di vista dei risultati: Coppa Italia e Supercoppa Italiana hanno arricchito il palmares bianconero, mentre il quarto posto è stato centrato (non accedere alla massima competizione continentale sarebbe stato drammatico, sportivamente parlando). La Champions League è stata una delusione, ma davvero si pretendeva qualcosa di più in Europa quest’anno? La squadra doveva fermarsi prima o poi, e il momento è giunto. Confermarlo o no? Questo il dilemma del mondo bianconero. Io credo che molto dipenderà dalla permanenza o meno di CR7, vero ago della bilancia del futuro della Signora. A proposito…

CR: 7
Lo so, in molti non lo ritengono funzionale. Anche io non lo trovo idoneo al gioco collettivo che storicamente ha caratterizzato la Juve. Però, guardando ai freddi numeri, stiamo pur sempre parlando del capocannoniere in carica. Di un calciatore che a 35 anni continua a dimostrarsi decisivo, che segna 100 reti in tre stagioni e che nei campionati top si è dimostrato sempre uno dei migliori. Io, al suo posto, andrei via. E anche nei panni della Juventus ne farei a meno, ma ricordiamoci di una cosa: averlo avuto in questi tre anni è e sarà sempre un onore per chi ama il gioco del calcio. Ha attratto altri campioni, ha restituito l’importanza perduta al nostro torneo. Sì, Cristiano ha vinto, non neghiamolo.

ACQUISTI SOTTOTONO: 4
Lo avrò scritto mille volte ma è così: quando sul mercato l’Inter commette degli errori, vengono sottolineati (giustamente), ma se lo fanno gli altri nessuno li amplifica in modo esagerato. Arthur e Tonali su tutti: due centrocampisti che avrebbero dovuto dare il cambio di passo alle nostre rivali storiche (nelle intenzioni di dirigenze e tecnici) e che invece hanno incontrato innumerevoli difficoltà. Eppure, qual è il peggior acquisto compiuto durante la sessione estiva? Vidal, of course.

EPILOGO NAPOLI: 5
Si sapeva che non sarebbe stata una stagione facile, ma quello che è accaduto domenica è davvero una delusione cocente per il popolo partenopeo. Non ci si può appellare a nulla: gli azzurri avevano il destino nelle loro mani, andando a sbattere contro l’Hellas Verona. Una squadra che ha affrontato mille peripezie, una piazza che ha pianto in quest’annata travagliata la scomparsa del suo mito e del più grande calciatore di ogni epoca, l’immenso Diego Armando Maradona, che aveva la possibilità di poter accedere tra le big d’Europa e che ha fallito sul più bello. Spiace in particolare per Gattuso, che si sta dimostrando un tecnico con delle competenze ma a cui manca la soddisfazione del risultato alla lunga distanza. Su di lui potrebbero puntare diversi club e farebbero benissimo.

ROMA DA RIFONDARE: 4.5
Se il Napoli ha deluso, ancora peggio sono andate le romane, con delle distinzioni. La Lazio, tutto sommato, ha fatto il suo, ottenendo un piazzamento europeo in linea con le aspettative, ma è la Roma che ha davvero stupito. E non piacevolmente. Arrivare settima in classifica, accedendo alla neonata Conference League solo per differenza reti, non è assolutamente concepibile. Riuscirà a ripartire?

MOURINHO IMPERATORE: 8
L’annuncio ha sconvolto il calcio italiano, complice la personalità di un autentico pezzo da novanta. Prendere una squadra demotivata, che ripartirà dalla terza competizione internazionale, non è un compito facile, ma di sicuro il suo approdo porta benefici immediati in termini di entusiasmo e voglia.

LA SCELTA DI MOURINHO: 5
Per maggiori dettagli: Mou, ma sei sicuro? 

DE ZERBI-JURIC: 9
Il Sassuolo avrebbe meritato l’Europa e l’Hellas Verona ha dimostrato di non essere una meteora come pareva la scorsa stagione, pur privata di elementi importanti della rosa. Hanno prodotto due tipologie di gioco differenti ma a loro modo funzionali. In particolare i neroverdi hanno davvero divertito: il tecnico si è attratto delle antipatie per essersi esposto dopo il caos Superlega, ma la sua competenza dovrebbe essere riconosciuta, vista la qualità del gioco della sua squadra. Per quanto riguarda il croato, al netto del nervosismo davanti le telecamere che ha chiuso la stagione, è stato impeccabile e probabilmente potrebbe attrarre gli interessi di qualche altra piazza ambiziosa.

CROTONE-BENEVENTO: 4
L’estate scorsa esultai per la presenza di due rappresentanti del Meridione che avrebbero potuto dare un contributo territoriale importante. Invece, hanno deluso le aspettative, soprattutto i campani, costruiti per salvarsi tranquillamente e che per un girone intero hanno mantenuto tale promessa. Poi, un crollo verticale nel girone di ritorno (eccetto l’acuto in casa della Juventus) che ha fatto sprofondare Inzaghi e i suoi. Una retrocessione inaspettata e dolorosa. Meno sorprendente quella del Crotone, che era data per candidata alla Serie B già in partenza. Troppo debole per la categoria, ha però fatto sbocciare i talenti di Simy e Messias: li vedremo ancora protagonisti in massima serie l’anno prossimo?

SPEZIA GODE: 9
Italiano
ha compiuto un’impresa epica: salvare i liguri è stato tanto, ma davvero tanto. La città non può che essergli grata.

LE ALTRE: SV
Diciamoci la verità: Fiorentina, Torino e Cagliari hanno deluso di brutto. Squadre costruite con nomi di rilievo non possono vivere campionati come questo. Sicuramente tutte e tre rifonderanno, tanto in panchina quanto sul campo. Discorso diverso per Sampdoria e parzialmente per Genoa, Bologna e Udinese: hanno fatto il loro, ma con tanti margini di crescita ancora ampi. Crolla invece il Parma: i tempi degli anni ’90 sono davvero un lontano ricordo. Serve altro per farla ritornare ai livelli a cui i ducali sono stati abituati per un decennio.

SUPERLEGA E SIMILI: 0
Il progetto Superlega, così come ideato, fa acqua da tutte le parti.
La Coppa Italia senza le squadre di Serie C è indegna e va contro lo spirito competitivo e solidale dello sport.
Qualcuno ha il coraggio di dare un voto maggiore rispetto a quello da me assegnato?

L’ASSENZA DI PUBBLICO: 1
Pur sapendo che tale scelta è dovuta ad una situazione ben più grande di un campionato di calcio, è evidente che quello trascorso, da questo punto di vista, sia stato il peggior torneo mai disputato. Senza i cori, senza i colori, senza la passione e anche la giusta dose di tensione che il popolo sugli spalti mette, non è calcio. Non abituiamoci a tutto questo perché è solo di passaggio: il calcio deve tornare a vivere il suo splendore, con la gente felice a riempire gli stadi. E presto, arriverà di nuovo questo momento, per rivivere momenti intensi e speciali. Per ricantare tutti insieme le nostre canzoni e vivere 90 minuti di puro godimento.

 

Indaco32