Potrei fermarmi al titolo. Ciò tanto basterebbe ad esprimere i sentimenti che personalmente (ma da quel che noto sono in buona compagnia) mi trasmette il premio che, quando ero piccolino, mi sembrava così bello, così unico, così realmente aderente a quello che dovrebbe essere nelle intenzioni degli istitutori di France Football. Cioè? Premiare il calciatore più forte dell’anno o, da due anni a questa parte (…) della stagione.

Ecco, la storia di questa manifestazione è piena di tanti “se” e “ma”. Lanciato negli anni ’50, per tantissimo tempo è stato riservato solamente ai calciatori europei militanti nelle squadre affiliate alla UEFA. In principio era forse anche comprensibile, si trattava di un esperimento, di un lancio, ma perché si è atteso fino alla metà degli anni ’90 per allargare la platea anche a calciatori di altra nazionalità, seppur sempre militanti in club europei? Uno dei misteri che hanno impedito, tanto per dirne uno, a Maradona di fregiarsi del titolo di miglior calciatore del mondo. Perché è questo che il Pallone d’Oro dovrebbe fare, è questo il significato che assume nell’immaginario collettivo.

Adesso, guardiamoci tutti dritti negli occhi e cerchiamo di essere il più sinceri possibili. Nella stagione 2022/23, prima annata in cui un Mondiale è stato disputato in mezzo ai campionati, davvero Lionel Messi è stato il calciatore più determinante di tutta la stagione? Con tutto il rispetto per uno dei più grandi di sempre e per colui che, insieme a Cristiano Ronaldo, ha segnato l’epoca recente del calcio, ma si può con criterio assegnare tale vessillo all’argentino? La domanda è retorica, la risposta è banale: no. No. E no. E già in passato (ci ritorniamo) abbiamo dovuto sorbirci premiazioni assolutamente ingiuste, ma quest’anno si è veramente superato il limite. Anzi, quasi, perché forse solo il 2010 può essere paragonato a quello che è accaduto quest’anno.
E la cosa che mi fa impazzire è l’ipocrisia. Nell’anno d’oro dell’Inter e della Spagna, i vari Sneijder, Milito, Xavi e Iniesta stettero a guardare il numero 10 del Barcellona vincere. I sostenitori del campione provarono a giustificare tale atto come un riconoscimento al più forte calciatore del mondo, a prescindere dalla stagione disputata. In pratica, si diceva: chi è il più bravo del pianeta? Messi. E allora lo merita lui, a prescindere dai risultati, che in quell’annata, a livello di club e di Nazionale, non furono esaltanti al punto da vincere l’ambito artefatto aureo.
E allora, utilizzando lo stesso criterio, nel 2019, nel 2021 e anche quest’anno era lui il più forte? Ma siete seri? Quest’anno, a detta di tutti gli appassionati e gli esperti del settore, i più forti in assoluto sono stati Haaland e Mbappè. Non lo dice Indaco32, lo dice la gran parte dei conoscitori e osservatori dello sport più popolare del mondo. Il primo è stato mostruoso, ha vinto il Triplete (ahimè, aggiungo), ha segnato una valanga di gol, è stato l’innesto decisivo per completare lo squadrone che Guardiola aveva messo su anno dopo anno in quel di Manchester, sponda City. Inutile dire che, per il sottoscritto, avrebbe meritato a mani basse di essere lui il protagonista della notte di Parigi. Se, però, vogliamo applicare la regola del “più forte”, allora datelo al francese.
Oggettivamente, non c’è nessun calciatore che si possa accostare in questo momento storico a Kylian. E non da adesso, probabilmente da quel Mondiale 2018 stravinto all’età di 20 anni. E allora, in tutti i casi, qual è il senso di questo ennesimo Pallone d’Oro a Messi? Nessuno. Sembra più un premio alla carriera, un passaggio di consegne, una sorta di riconoscimento al più grande degli ultimi 15 anni a coronamento di un Mondiale e di una carriera strepitosa. E qui mi incazzo: da ciò che ho avuto modo di leggere, la carriera, la personalità e il carisma sono secondarie alle prestazioni individuali e di squadra nel periodo considerato. Adesso, non ricordo il regolamento del 2010 (ma sicuramente sarà stato diverso), ma cosa doveva fare Milito per vincere? Nel 2023, cosa doveva fare di più l’attaccante norvegese, che difficilmente potrà incidere in una competizione per Nazionali? Ieri, sintonizzato in una serata piovosa sui canali trasmittenti la cerimonia, sono rimasto deluso. Non dovrei, perché quando Baggio non fa il bis nel 1994 per un rigore sbagliato, quando nel 1996 vince Sammer e non Del Piero, quando vincono Figo e Owen e non Raul, quando Buffon viene superato da Cannavaro, quando Maldini viene scavalcato da Nedved, quando il Mondiale conta solo in alcune circostanze, quando Lewandowski viene privato dell’alloro quando lo avrebbe meritato, quando non viene dato valore alla Champions League che è la competizione più difficile della storia del calcio, allora perché dovrei essere deluso? Perché, purtroppo, quel premio ti si instilla da quando sei piccolo e, volente o nolente, inconsciamente lo attribuisci al giocatore più bravo della stagione. E no, mi dispiace, ma Messi non lo è stato. E non lo è stato diverse volte e in tante precedenti occasioni.

Poi, attenzione, non è solo questo il problema. Ci sarebbe da discutere sulla formula di partenza: come si può decretare il miglior calciatore senza distinguere i ruoli? Non è un caso che nella storia abbia vinto un solo portiere il trofeo, sessant’anni fa. Non è un caso che, anche prima del duopolio Messi-CR7, a fare da padrone erano sempre gli attaccanti. Inevitabile, sono i più talentuosi, ma è impensabile paragonare l’incidenza di un terzino con quella di un interno con quella di un centravanti. Però, e forse qui appoggio gli ideatori, creare 4 premi farebbe venir meno il fascino dello stesso successo. Quindi ok, si può anche sorvolare, sebbene sia abbastanza chiaro che Iniesta e Pirlo nel loro ruolo avrebbero dovuto vincere a mani basse un paio di trofei, così come il già citato Gigi tra i pali e potrei proseguire ancora.

Sia ben chiaro, per me Messi è il calcio. Quello che ha fatto dal 2008 al 2015 entra di diritto nell’Olimpo, ma bisogna anche riconoscere che alcuni titoli sono stati davvero esageratamente assegnati. E questo è un cattivo servizio proprio nei suoi confronti, che si è sempre distinto per professionalità, per fair play, per essere esemplare. Perché fargli attrarre le antipatie dei più? Cosa cambia nella bacheca avere tutti questi premi rispetto all'amore incondizionato degli amanti del calcio? Messi è sempre stato un esempio. Mai una parola fuori posto, mai fuori le righe: si può anche perdere. Si può e si deve perdere.
Invece, in questi 15 anni ci hanno voluto far credere che, a parte i due alieni, non è esistito nient’altro. E detto che siamo d’accordo che i due sono stati la cosa più bella che questo sport ha regalato nell’ultimo periodo, non è neanche corretto ostinarsi ad assegnare premi a rimpallo per incrementare l’hype del dualismo. E allora, visto che per me questo premio non ha più alcun valore, prima di chiudere vi lascio il mio personalissimo Pallone d’Oro storico.

Questi, per me, sono stati i più forti calciatori di sempre anno per anno. Per il resto, potete continuare ad appassionarvi ad un premio prestigioso ormai ridotto ad uno spot. Io passo.

1956 Di Stefano (Real Madrid)
1957 Di Stefano (Real Madrid)
1958 Pelé (Santos)
1959 Pelé (Santos)
1960 Puskas (Real Madrid)
1961 Pelé (Santos)
1962 Garrincha (Botafogo)
1963 Rivera (Milan)
1964 Suarez (Inter)
1965 Pelé (Santos)
1966 Eusebio (Benfica)
1967 Jasin (Dinamo Mosca)
1968 Best (Manchester United)
1969 Pelé (Santos)
1970 Muller (Bayern Monaco)
1971 Cruijff (Ajax)
1972 Cruijff (Ajax)
1973 Cruijff (Ajax)
1974 Beckenbauer (Bayern Monaco)
1975 Beckenbauer (Bayern Monaco)
1976 Beckenbauer (Bayern Monaco)
1977 Zico (Flamengo)
1978 Kempes (Valencia)
1979 Zico (Flamengo)
1980 Maradona (Boca Juniors)
1981 Rummenigge (Bayern Monaco)
1982 Rossi Paolo (Juventus)
1983 Platini (Juventus)
1984 Platini (Juventus)
1985 Platini (Juventus)
1986 Maradona (Napoli)
1987 Maradona (Napoli)
1988 Van Basten (Milan)
1989 Van Basten (Milan)
1990 Maradona (Napoli)
1991 Matthaus (Inter)
1992 Van Basten (Milan)
1993 Baggio Roberto (Juventus)
1994 Baggio Roberto (Juventus)
1995 Weah (PSG)
1996 Del Piero (Juventus)
1997 Ronaldo (Barcellona)
1998 Zidane (Juventus)
1999 Beckham (Manchester United)
2000 Raul (Real Madrid)
2001 Raul (Real Madrid)
2002 Ronaldo (Inter)
2003 Maldini (Milan)
2004 Sheva (Milan)
2005 Ronaldinho (Barcellona)
2006 Buffon (Juventus)
2007 Kakà (Milan)
2008 Cristiano Ronaldo (Manchester United)
2009 Messi (Barcellona)
2010 Milito (Inter)
2011 Messi (Barcellona)
2012 Messi (Barcellona)
2013 Ribery (Bayern Monaco)
2014 Neuer (Bayern Monaco)
2015 Messi (Barcellona)
2016 Cristiano Ronaldo (Real Madrid)
2017 Cristiano Ronaldo (Real Madrid)
2018 Cristiano Ronaldo (Real Madrid)
2019 Van Dijk (Liverpool)
2020 Lewandowski (Bayern Monaco)
2021 Lewandowski (Bayern Monaco)
2022 Benzema (Real Madrid)
2023 Haaland (Manchester City)

EDIZIONI VINTE
5 Pelé
4 Cristiano Ronaldo, Maradona, Messi
3 Beckenbauer, Cruijff, Platini, Van Basten
2 Baggio Roberto, Di Stefano, Lewandowski, Raul, Ronaldo, Zico
1 Beckham, Benzema, Best, Buffon, Del Piero, Eusebio, Garrincha, Haaland, Jasin, Kakà, Kempes, Maldini, Matthaus, Milito, Muller, Neuer, Puskas, Ribery, Rivera, Ronaldinho, Rossi Paolo, Rummenigge, Sheva, Suarez, Van Dijk, Weah, Zidane

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