Come prevedibile, tutti vogliono Jannik Sinner. Ma non tutti vogliono Sanremo. Il tennista vincitore degli Australian Open ha cordialmente rifiutato l’invito, che ha generato la prima polemica del Festival (anzi, è arrivata fin troppo tardi, visti gli standard a cui ha abituato il concorso canoro che fu). Il corteggiamento di Amadeus è apparso un pelino eccessivo: va bene che in questo momento è l’italiano più popolare del mondo, ma non per forza tutti i grandi devono passare dalla città ligure nella prima settimana di febbraio. E, per quanto stimi e apprezzi Amedeo Sebastiani, sono felice che l’altoatesino non si sia prestato a questa presenza. Come dicevo un paio di giorni fa, è giusto che lui non si faccia coinvolgere in spettacoli che poco hanno a che fare con la vita da sportivo e molto, al contrario, da spartire con la categoria degli influencer di cui tutti si sono stufati. Le sue parole, probabilmente, hanno deluso e spiazzato tutti quelli che non vedevano l’ora di abbuffarsi col nuovo prodotto di tendenza del nazional-popolare. E invece no: Sanremo lo vedrà da casa perché si deve allenare. Schiva le polemiche (allucinanti, a mio avviso) sulla residenza a Montecarlo, dicendo che ci vive da anni e che lì è un posto tranquillo (e ci crediamo su questo, Jannik!). Poi, le parole più belle, come riporta Tuttosport: «I social non mi piacciono, non dicono la verità». Finalmente! Un personaggio che avrebbe potuto cavalcare l’onda delle piattaforme tecnologiche dice no e per una volta va controcorrente. Non ha trovato un modo elegante per dare un colpo al cerchio e uno alla botte. No, ha detto ciò che in molti, fortunatamente, stanno cominciando a dire sempre più ad alta voce: i social non piacciono più. Che poi, usati coscientemente, hanno un loro valore. Ma intrinsecamente, non servono a nulla. Una persona dovrebbe utilizzare un social per mostrare un proprio talento. Al contrario, in questi anni, abbiamo assistito al proliferare di gente senza alcuna peculiarità particolare utilizzare i social network come se questa particolare caratteristica fosse un talento. Ma non è così. Il grande schiaffo di Sinner ad un mondo che forse deve svoltare e lasciarsi dietro un decennio fatto di una comunicazione divenuta veramente eccessiva sotto tutti i punti di vista e tornare a vivere di fatti concreti, di spensieratezza, di gioia e di sacrificio. Ah, sulla questione Montecarlo: ma perché ogni volta queste critiche sorgono quando qualcuno compie delle gesta eroiche, da gladiatore al Colosseo? Goditi il momento, Jannik.

 

La Juve fa sul serio – Proprio nella settimana cruciale della stagione, i bianconeri suonano la carica sul mercato: arriva Alcaraz. Un bel gioco di parole per il buon Allegri, che si era paragonato al tennista del momento e che accoglie un omonimo di uno dei più grandi avversari dello stesso. Nulla a che vedere, però, con il fenomeno della racchetta, anche se di Carlos, il calciatore argentino, se ne parla discretamente bene: classe 2002, arriva in prestito dal Southampton con diritto di riscatto a 50 milioni. Qualcuno potrà storcere il naso sul prezzo del cartellino: avremo sei mesi di tempo per capire se è una richiesta congrua o se rappresenta la solita follia al rialzo di stampo Premier. Fatto sta che un giocatore del genere in quella zona di campo serve come il pane alla Juve: senza Pogba e Fagioli, ha perso tante alternative, e avere una mezzala del genere, con buone proprietà di tiro (soprattutto da fuori), può rappresentare un tassello fondamentale per la rincorsa al titolo. Una scelta coraggiosa, come sottolinea il Corriere dello Sport: il talento sudamericano è stato preferito alla più solida certezza Henderson. Una linea verde, quella intrapresa quest’anno nel terzo anno dell’Allegri-bis, che sta pagando in termini di risultati, con un orizzonte che adesso appare diverso da come si prospettava: tutti, me compreso, avrebbero giurato fine dei giochi tra il livornese e la Signora nel 2024. La Gazzetta, oggi, annuncia che sia in ballo il rinnovo. Adesso, lungi da me addentrarmi nelle vicende bianconere a pochi giorni dallo scontro diretto, ma trovo davvero paradossale tutta la vicenda. Max ha sicuramente svoltato quest’anno, dando una parvenza di identità alla compagine che veniva da due anni complicati. Adesso, però, dopo che la gran parte dei sostenitori bianconeri ne ha invocato le dimissioni o l’esonero a più riprese, appare incomprensibile questo cambio di marcia, tanto della dirigenza, quanto dei mutevoli tifosi già pronti a salire sul carro. A me, personalmente, il gioco di Allegri non piace. E credo di essere in buona compagnia. Non ho ancora capito l’idea di gioco, non comprendo alcune scelte singolari, anche se poi si dimostrano vincenti, per carità. Se ottiene risultati, ha sempre ragione lui. Poi, però, risparmiateci gli assalti continui al primo periodo negativo: Allegri ha una filosofia differente rispetto ad altri tecnici, mettetevi l’anima in pace. Nel frattempo, Kean è rimasto e si lavora su Calafiori e Koopmeiners per il futuro.

 

Il derby d’Italia si accende – Siamo pronti. Tra una polemica su Sinner e l’altra, i riflettori si stanno pian piano illuminando sull’evento dell’anno. E no, non parlo di Sanremo, ma di Inter-Juventus. E come mettere ancora più pepe in un match già infuocato di suo? Ci ha pensato Bremer, che in un’intervista rilasciata a Dazn e ripresa con titolone da Tuttosport dice che: «Inter? Ho scelto la parte giusta». Ora, va bene tutto, è chiaro che è una dichiarazione di orgoglio per i colori che vesti e ci mancherebbe altro. Però, caro il mio Bremer, solo in un anno e mezzo ti sei perso una Coppa Italia, due Supercoppe Italiane e la ribalta europea con una finale di Champions League persa contro i favoritissimi del Manchester City. Poi, oh, ognuno ha i suoi gusti.

 

Roma e Fiorentina: scatti Champions - Giusto spazio per il colpaccio giallorosso: Baldanzi approda alla corte di De Rossi. Uno dei più grandi talenti italiani in circolazione, uno di quei trequartisti che finalmente stanno tornando in auge, impreziosisce la batteria di calciatori dal gioco estetico dei capitolini. Insieme a Dybala e con un terminale come Lukaku, nessuno può negare alla Roma di essere la più seria accreditata per il quarto posto. Non sarà facile, perché la lotta è serrata, ma con un trio del genere e comunque con una rosa come quella a disposizione, non si può non arrivare in zona Champions League. E il primo a saperlo è proprio il tecnico, che sa che il suo futuro (appellativo perenne della sua vita) passa inesorabilmente dalla qualificazione alla manifestazione continentale più importante. Bene anche la Fiorentina, che proprio dalla Capitale prende Belotti: per l’attaccante l’opportunità di rilanciarsi e di regalare ai gigliati quei gol pesanti che stanno mancando per fare il definitivo salto di qualità. Kumbulla al Sassuolo è per me un peccato: questo difensore aveva tutto per diventare uno dei più importanti nel suo ruolo. Vederlo ridimensionato mi spiace davvero tanto.

 

Tutti pazzi per Bradley – Ieri ho visto Liverpool-Chelsea. Finita 4-1 per i Reds. Un match dominato, tra una squadra contro delle figurine. Enzo Fernandez, Mudryk e altri, costati una cifra esorbitante, non sono mai riusciti a contrastare efficacemente la potenza di Klopp, che ha rassicurato tutti sul fatto che il suo annuncio non avrebbe avuto ricadute sui calciatori, e per il momento lo ha dimostrato sul campo. Le copertine dei quotidiani inglesi, però, sono tutte per Conor Bradley, terzino nordirlandese classe 2003, che ieri ha segnato la rete del 2-0 con un bellissimo diagonale, dimostrando di avere un bel passo anche davanti. Non scomodiamo subito paragoni arditi citando la parabola ascendente di Bale, ma di sicuro sta facendo impazzire mezza Inghilterra. Per cui, non stupiamoci se tra tre mesi qualcuno metterà sul piatto un’offerta a tre cifre. Ma credo proprio che il successore di Klopp (Xabi Alonso?) se lo terrà ben stretto. È nato il nuovo gioiello del calcio Oltremanica.

 

Indaco32