Sono un fan accanito della Premier League da qualche anno a questa parte. Sono un ammiratore della loro filosofia, del modo in cui difendono le loro tradizioni sportive (pensiamo al Boxing Day), alla capacità di attrarre capitali e di generare valore, all’equa distribuzione, allo spirito del calcio, alla modernizzazione degli stadi, alla loro iconica Coppa Nazionale. Ma come si sottolinea la bellezza, è giusto anche esporre le criticità e gli episodi negativi. Proprio nella gloriosa FA Cup, che ho lodato nei giorni precedenti, è accaduto un fatto censurabile che va assolutamente condannato senza se e senza ma. Shameful, titola il Mirror di ieri. La sfida in questione è il derby del Black Country tra West Bromwich e Wolverhampton, due compagini del West Midlands, area nota per essere stata una degli epicentri della Rivoluzione Industriale. La rivalità tra le due squadre, da quelle parti, è sentitissima, tanto che il match non si disputava da 12 anni con lo stadio aperto alle tifoserie come ieri. Nulla, però, presagiva quanto accaduto: dopo il gol dello 0-2 da parte dei Wolves, è scattata un’invasione di campo da parte di alcuni sostenitori casalinghi, costringendo l’arbitro alla sospensione della gara. Da quanto trapela, alcuni tifosi ospiti erano posizionati nei settori degli omologhi avversari, e al gol del raddoppio, a seguito di cori e insulti reciproci, è saltato tutto. Le immagini pervenute sono realmente deprecabili: volti insanguinati, giocatori che tengono per mano le proprie famiglie in una sorta di “scorta” da quei tafferugli, poliziotti in assetto antisommossa. Insomma, tutto quello che non dovrebbe essere una partita di calcio. The dark side of the moon, suonavano i locali e immortali Pink Floyd. Ecco, questo “lato oscuro” è ciò che nessuno si aspetta da un movimento che ha fatto passi da gigante e che è diventato leader mondiale del settore. C’è però un aspetto, da considerare. I provvedimenti, da quelle parti, sono molto, ma molto rigidi. Non resta che attendere quali siano le decisioni della Football Association. Nel frattempo: shameful!

 

Sinner conquista tutti – In Italia, proseguono le lodi per Jannik Sinner. E sarebbe strano il contrario!
Il Re degli Australian Open ha conquistato tutti: Spalletti (che a breve lo incontrerà, stando alle news), Amadeus che lo corteggia in vista dell’imminente Festival, fino ad arrivare, secondo il Corriere dello Sport, a Mattarella e al Papa. Una vera e propria Sinnermania (come titola la Gazzetta). Ed è bello così. Una vetrina importante e conquistata, con sacrificio, con voglia, con talento. Perché, come spesso accade, si scivola presto sulla via della retorica del ragazzo che ci ha messo tutto l’impegno possibile, che è arrivato all’obiettivo, che è un esempio. E tutto questo, sia ben chiaro, è vero.
Ma non dimentichiamo che l’altoatesino è baciato dal talento e ha uno stile di gioco altamente performante. Non trasformiamolo nell’ennesimo “influencer”: lui è uno sportivo allo stato puro.
E ce lo ricorderà nei mesi a venire, non temete.

 

De Rossi: allenator futuro? – L’etichetta appiccicata per tutta la carriera è stata quella di Capitan Futuro. Totti, però, ha smesso all’età di 40 anni, e Daniele si è ritrovato con la titolarità della fascia solamente per due stagioni. Poche, considerando il carisma e l’impatto del centrocampista sul mondo giallorosso e in generale sul movimento calcistico. Ora, però, l’occasione di diventare il simbolo della sua squadra del cuore gliela potrebbe dare proprio quella panchina che da calciatore vedeva come il male assoluto (come tutti). La vittoria di ieri, targata Dybala-Pellegrini, ha confermato che la Roma ha un organico di livello, in grado di competere a mani basse per un posto in Champions League. L’amore per Mourinho da parte del sottoscritto sarà immutabile per l’eternità, ma oggettivamente il portoghese aveva perso il tocco. Il neotecnico potrebbe aver trovato la bacchetta magica per risollevare le sorti in campionato di una squadra mai decollata in Serie A nella gestione del mago di Setubal.

 

Zirkzee è da Milan? Nel frattempo ad Udine… -  No. Almeno per ora. Di fenomeni da una stagione è via ne stiamo vedendo a bizzeffe da circa un decennio, da quando le quotazioni dei calciatori sono schizzate a livelli stratosferici senza più alcun criterio. Il numero 9 del Bologna ha stregato ancora una volta San Siro: in tre gare disputate in stagione nel tempio del calcio, la squadra felsinea non ha mai perso, espugnando il Meazza ai supplementari in Coppa Italia contro l’Inter e pareggiando con entrambe le milanesi in campionato. Una mini-consacrazione, per carità. Ma non bruciamo l’ennesimo talento. Un altro anno in Emilia sarebbe fondamentale per rafforzare la sua crescita, rinviando il salto al 2025 dopo una prova di maturità. Magari internazionale, vista la situazione di classifica dei suoi che potrebbe portare la città di Lucio Dalla a travalicare i confini internazionali dopo oltre venti anni di astinenza. Certo, le sirene del Milan potrebbero essere irresistibili e si tratterebbe di un progetto giovane di prospettiva, ma le valutazioni vanno fatte. Il mondo rossonero incontra inoltre il rifiuto di concedere la cittadinanza onoraria da parte del Comune di Udine a Mike Maignan, dopo gli episodi che lo hanno visto suo malgrado protagonista.

 

Il mercato si infiamma – Ovviamente, c’è un abisso tra i titoli stranieri e quelli nostrani. In Spagna, si parla di Mbappé al Real Madrid, un matrimonio promesso da anni e rimandato una marea di volte. L’estate del 2024, però, sembra essere la volta buona per consacrare l’unione tra il calciatore simbolo di questo decennio in corso e la squadra più titolata del pianeta. Sempre nel Paese iberico, si pensa già al dopo Xavi, e la suggestione Klopp, che 24 ore prima dell’addio del catalano aveva stupito l’Europa con l’annuncio della separazione dal Liverpool, viene ovviamente alimentata. Da quanto dichiarato, il tedesco non avrebbe alcuna intenzione di ripartire, anzi, sembra proprio necessitare di una pausa (lunga o corta non è dato sapere). Certo è che rilanciare il Barcellona, piombato in una dimensione che precede la grande epoca inaugurata da Ronaldinho nel 2004, sarebbe una sfida stimolante, che potrebbe allettare altri big in cerca di una piazza (Antonio Conte?). In Italia, il Toro insegue Rafa Mir dopo aver ufficializzato Lovato, mentre il Napoli trattiene Ostigard. Bernardeschi, dopo essere stato accostato alla Juventus, si è offerto anche alla Lazio: personalmente, non mi convince. La vera notizia di mercato, però, è quella che riguarda l’interesse della Fiorentina per Gudmundsson del Genoa. La rivelazione del Grifone ha stregato il campionato, e sinceramente pensavo ad una corte serrata in estate da parte delle big (almeno quelle italiane). I viola, invece, potrebbero regalarsi un talento cristallino per inseguire tutti gli obiettivi stagionali: dalla qualificazione Champions League alla Coppa Italia fino alla Conference League. Contro l’Inter si sono confermati gli enormi problemi offensivi dei gigliati: l’islandese non è una punta, ma risolverebbe tante grane dal punto di vista realizzativo. Resta però un’incognita: Gilardino si priverà così facilmente del suo più grande calciatore in rosa?

 

E ridaje con le guardie e i ladri – Dopo Salernitana-Roma, si è definitivamente entrati nell’ottica del prossimo turno. Ebbene sì, è cominciata la settimana più calda della stagione italiana, a dispetto delle rigide temperature climatiche. Inter-Juventus passa dalla dialettica, dalle schermaglie, da questo nuovo gioco “guardie e ladri” che dopo l’uscita allegriana difficilmente ci lascerà in pace fino alla fine dell’anno. Tardelli sulla Gazzetta esalta la Juve, dicendo che il tecnico livornese può giocarsela fino alla fine: condivido, a prescindere da come finirà domenica. Chiariamoci per bene: a livello psicologico, conta tantissimo. A livello pratico, però, qualsiasi risultato non muoverà di una virgola le possibilità di vittoria per nessuna delle due contendenti.
Però siamo in ballo: è la settimana del derby d’Italia. Preparate i pop-corn.

 

Indaco32