E ora? Quale minuzioso dettaglio verrà passato allo scanner dell’alleanza biancorossonera ai fini di alimentare la strampalata tesi della “Marotta League”? Quale dinamica potrà essere utilizzata per depotenziare il percorso straordinario della squadra più forte d’Italia a mani basse? Che poi, essere la più forte, come già dimostrato, non significa automaticamente vincere. Altrimenti non si dovrebbe neanche scendere in campo. Quello che però sta certificando la stagione 2023/24 è che l’Inter è un collettivo pazzesco e vedere sminuire un lavoro eccezionale da parte di tutte le componenti (società, allenatore, calciatori) è davvero sgradevole.
Ora, finché si tratta dei soliti commentatori da tastiera, ci mancherebbe. Anzi, finalmente la bolla dei social sembra si stia sgonfiando (e speriamo che sia così, non se ne può più di gente che punta a like, visualizzazioni e compagnia cantante). Non so se trattasi della mia sensazione, del fatto che all’età di 32 anni non me ne freghi più nulla del rumore di Facebook, Instagram e Tik Tok o del perché preferisca il FantaSanremo al fantacalcio e alle stupidaggini depositate a futura memoria nella cache degli infiniti server della rete, ma qualcosa mi dice che la grande epoca dei social network per come li conosciamo oggi stia per terminare.
E forse, dopo 20 anni, era anche ora. Non subito, è chiaro, probabilmente esisteranno per sempre, ma la centralità che hanno assunto (mi auguro) potrebbe ben presto lasciare spazio alla marginalità, che era la vera dimensione. E magari si ritornerà a sorseggiare un caffè in più, a spendere meno ore in binge-watching e ad investire qualcosa in più nella lettura e nelle conversazioni face to face e, soprattutto, a sparare meno cazzate e ad ascoltare musica senza Auto-Tune.

Ma, tornando a noi, se lo fanno dei perdigiorno, la cosa lascia il tempo che trova. Se invece ad alzare il polverone ci pensino gli addetti del settore è assai più demoralizzante. Il gol contro l’Hellas di Frattesi era irregolare, il fallo commesso da Bastoni, pur se amplificato quasi come se fosse l’assolo di Keith Richards al concerto degli Stones, c’era.
Contenti? Lo dice un interista storico della community di VxL di calciomercato.com. La stessa analisi puntuale, però, la vorrei vedere sul fallo subito da Arnautovic in occasione del pareggio. Lì, nella maggioranza dei casi, è stato liquidato con un banale “è un semplice contrasto di gioco”. E no, cari signori, non è esattamente così. L’austriaco, autore di una pessima partita, ha avuto anche la sfortuna di non ricevere una chiamata che avrebbe potuto starci. Senza quel gol lì, probabilmente non avremmo vissuto i minuti più intensi di tutto l’anno calcistico italiano finora.
La cosa che mi fa più ridere, però, è il complottismo. Ma in quale universo la squadra considerata favorita riceve un rigore contro al 100’ di gioco? In quale era viviamo, se la squadra che viene considerata beneficiaria di qualsiasi decisione riceve un altro penalty contro la settimana successiva? Due rigori a sfavore in due partite: mi pare eccessivo. La realtà è che, a prescindere dall’episodio, l’Inter sta travolgendo il torneo e ci sono alcune partite che dimostrano la netta superiorità neroazzurra, come la “trasferta” in Brianza. Il tecnico biancorosso Palladino (eroe della prima promozione in Serie A del Crotone da calciatore) ha elogiato la Beneamata, dichiarando di non aver mai giocato contro un avversario del genere.

Ecco, la sportività è un fattore che si unisce alle qualità di un allenatore che ha grandi prospettive. E non può essere altrimenti. Nessuna menzione al primo calcio di rigore: Gagliardini la prende nettamente con la mano, la VAR interviene, è fallo. Stop. “Solo un ex interista poteva farlo”, “E quello del Milan contro l’Atalanta?”. Sulla prima considerazione sorvolo, sulla seconda cosa altro dire se non che il fatto che non sia stato assegnato (ingiustamente) un penalty ai rossoneri non implica che quello concesso in favore dei ragazzi di Inzaghi sia stato regalato? L’equazione non regge. Il rigore è sacrosanto, il dominio sotto ogni punto di vista pure, il gol annullato a Pessina, per quanto io lo trovi ridicolo, è una decisione correttissima a termini di regolamento. Ciò che realmente mi infastidisce è questa continua caccia al problema, al cartellino giallo non dato, al metro di giudizio non pari: basta.
Finalmente, dopo 20 anni (toh, da quando ancora non c’erano i social), abbiamo una corsa al tricolore tra le tre big storiche del nostro pallone. Godiamocela, senza alimentare sterili polemiche.

Anche perché, diciamoci la verità, con questa Inter, si rischia davvero di rosicare di brutto.

Indaco32