Finalmente!!
Ogni anno sempre la stessa storia. O quasi.
Rispetto alle scorse stagioni, abbiamo avuto a che fare con tramezzini al prezzo di aragosta, il costo della benzina al litro da far concorrenza a caffè macchiati sparsi qua è là lungo la Penisola, autostrade che ti fanno venire voglia di utilizzare biciclette e monopattini, preferendo condizionatori e ventilatori agli esodi infiniti verso ombrelloni e sdraio che più che ripararti dal sole ti hanno fatto venire un brivido di freddo lungo la schiena al momento dell’emissione dello scontrino.
E, in tutto questo, anche il calciomercato non ci ha aiutato a vivere queste vacanze e quest’attesa spasmodica al ritorno della Serie A con quel pizzico di romanticismo che non avrebbe guastato.

La crisi non ha colpito solo i consumatori, ma anche le società di calcio italiane, che hanno davvero fatto poco. Per carità, non è un dramma se poi i risultati in campo internazionale dovessero essere come quelli raggiunti l’anno scorso: per chi si lamenta, faccio presente che in due anni abbiamo ottenuto 4 finali nelle competizioni UEFA, già una in più dell’intero decennio 2010-2020 (3 finali in totale). Insomma, chi non vede del buono o è esterofilo a tutti i costi o vuole sparare a zero contro il nostro movimento, che ha sì dei problemi dal punto di vista federale/Nazionale (come appurato in questi giorni), ma che a livello di organizzazione, idee e competitività è tornato ad avere una sua dignità. Che a nessuno venga in mente di convincermi che ci sono campionati superiori al nostro, eccetto la Premier naturalmente: la Liga e la Bundesliga non sono affascinanti come il torneo italiano, che sicuramente può fare di meglio (ridurre le squadre partecipanti a 18, evitare spezzatini indigeribili, che avrebbero a mio avviso l’effetto collaterale di aumentare il valore del medesimo campionato, invece che ridimensionarlo come ci si ostina a voler credere mantenendo questo format a 20), ma che a livello di interesse è sicuramente risalito di molto nelle gerarchie internazionali. E qualcuno sosteneva addirittura che fossimo dietro Francia e Portogallo: assurdo anche solo pensarlo. Ci sono mancati i grandi acquisti, non neghiamolo, ma è facile fare come il Chelsea: compro a mio piacimento e se va male pazienza. Invece no, noi non abbiamo questo potere finanziario: noi dobbiamo fare i conti, ingegnarci e, perché no, tirare fuori i Kvara e i Lobotka, i Bastoni e i Dimarco, i Miretti e i Gatti, i Tonali e i Casale. Giocatori funzionali e comunque talentuosi. In tutto ciò, ci sono stati davvero pochi guizzi, con gli ultimi 15 giorni che sicuramente aiuteranno a piazzare qualche colpetto, ma senza i fuochi d’artificio a cui eravamo abituati anche solo qualche anno fa. Detto questo, però, la cosa più importante è che il campionato di Serie A finalmente sta per ripartire.
E, come al solito, la bellezza dello start sta anche nel fantasticare, nel pronosticare, nel disegnare la griglia di partenza che, puntualmente, sarà confermata o smentita.
Premessa fondamentale: la Serie A è tornata in un certo senso ai tempi delle 7 sorelle. Ci sono infatti 7 compagini che, potenzialmente, potrebbero ambire al tricolore. Anche se, come scriverò, ci sono delle enormi differenze che mi fanno pendere verso alcune rispetto ad altre. Ma resta ben inteso che il livello concorrenziale si è alzato e prova ne sono le 4 vincitrici diverse dello Scudetto negli ultimi 4 anni, che hanno completamento ridisegnato un trend che aveva visto 9 vittorie consecutive di una sola squadra.
Finalmente, almeno dal punto di vista della competizione, siamo tornati ad essere interessanti.
Come finirà la stagione 2023/24?

LE FAVORITE PER LO SCUDETTO
Al bando gli scongiuri e i perbenismi. L’Inter è la squadra più forte del campionato. Non da oggi. Lo era l’anno scorso e lo era anche due anni fa. Così come il City era la squadra più forte d’Europa da anni a questa parte. Ma la bellezza del calcio è che non sempre il più forte vince. Altrimenti, che cosa si giocherebbe a fare? In questi due anni, ci sono state delle variabili inattese alla vigilia: chi pensava che il Napoli potesse dominare nel modo in cui lo ha fatto? Chi poteva immaginare che il Milan riuscisse a tenere testa, con una sconfitta a Bologna che ancora non lascia dormire la notte noi neroazzurri? I campionati si vincono sui dettagli ma, detto questo, è innegabile che la squadra di Simone Inzaghi abbia l’organico più pronto per conquistare il tricolore. E non fate caso a chi dice che la rosa si sia indebolita: senza Skriniar siamo arrivati in fondo alla Champions League (e comunque arriverà un difensore entro fine mercato); abbiamo fatto a meno di Brozovic, con Calha che era diventato titolare insostituibile nel suo ruolo e, nello stesso reparto, è arrivato il miglior prospetto italiano (Frattesi) ed è ritornato un calciatore che, da non titolare, può garantire qualità ed estro nel momento del bisogno (Sensi).
La storia insegna che i campionati si vincono con il centrocampo funzionante: nessuno può vantare i nomi neroazzurri che popolano la zona nevralgica del campo. In più, sugli esterni sono arrivati altri rinforzi importanti. L’unica nota stonata è l’attacco, ma anche lì, abbiamo giocato sei mesi senza Lukaku: non abbiamo perso il belga dell’epoca contiana. E anche su Dzeko, ricordo, ci furono i medesimi dubbi che oggi accompagnano l’arrivo di Arnautovic: è grande, non inciderà, e altre mirabolanti idee. Le chiacchiere stanno a zero: l’Inter è la favorita per la vittoria. E attenzione che è un’arma a doppio taglio: alla terza stagione, Inzaghi non può fallire. Non ci sono scuse. E siccome la Champions League è un azzardo e non è per niente detto che si possa replicare lo strepitoso percorso della scorsa annata (anzi, tutto lascia pensare che faremo fatica al cospetto delle altre big europee), è chiaro come il sole che la strada maestra dovrà essere raggiungere la seconda stella. Il porre l’Inter favorita non è una speranza di tifoso, anzi, ciò mette talmente tanta pressione che in caso di mancato successo significherebbe porre fine a un progetto iniziato due anni or sono e che sicuramente ha già portato frutti, ma che adesso raccogliere quello più importante.

Sulla strada del ventesimo scudetto, l’antagonista principale sarà a mio avviso il Napoli. E direi che anche qui ci sono pochi dubbi. È la squadra campione in carica, ha confermato Kvara e Osimhen, ma ha delle incognite che la mettono leggermente dietro la Beneamata. In primis, la guida tecnica: l’avvicendamento Spalletti-Garcia è tutto da verificare nella sua efficacia; in più, aver perso Kim, pilastro della retroguardia partenopea scudettata, è un fattore non di poco conto. Per carità, poi magari Natan ci stupirà, ma sempre parlando a bocce ferme è una sostituzione tutta da monitorare. Fatto sta che stiamo parlando di uno squadrone che ha mantenuto molti dei suoi punti fermi e che se si esprimerà sui livelli dell’anno scorso sarà la squadra da battere. Insomma, tutto lascia presagire un duello Inter-Napoli, ma attenzione anche alle altre…

LA MINA VAGANTE
La squadra difficilmente inquadrabile è la Juventus. Se dovessi pronosticare, mi sentirei di dire che, come minimo, i bianconeri arriveranno tra le 4 che parteciperanno alla nuova Champions League 2024/25 così come riformata dalla UEFA. E anche qui, quando leggo l’11 ideale della squadra di Allegri, non mi spiego come non possa rientrare a pieno titolo nella corsa scudetto. Se non fosse proprio per… Allegri. Senza giri di parole: io ho molta stima del tecnico del primo periodo. Ha gestito grandi gruppi (il Milan di Ibrahimovic su tutti) e ottenuto ottimi risultati. Pur non praticando mai un gioco particolarmente estetico, le sue squadre avevano comunque un senso. Dal suo ritorno a Torino, quando mi è capitato di vedere alcuni incontri dei bianconeri, lo spettacolo fornito è stato qualcosa di terrificante. E lo dico con il massimo rispetto, ma il non-gioco di quella squadra avrebbe annoiato anche il più fedele dei sostenitori, cosa che infatti è accaduta. Ecco perché la ritengo la mina vagante: ha delle potenzialità assolutamente non inferiori a Inter e Napoli, ma dipende tutto dal tipo di gioco che verrà proposto. Grande vantaggio: l’assenza dalle coppe internazionali. Concentrerà tutte le sue forze sul campionato. E se il livornese porrà Chiesa e Vlahovic nelle condizioni ideali per colpire, e dovesse arrivare un centrocampista come si deve, non è detto che non possa arrivare anche oltre il terzo posto che in questo momento rappresenta la sua collocazione ideale.

ZONA CHAMPIONS LEAGUE
Le altre 4 big le vedo in corsa per il quarto piazzamento, sebbene in modi differenti.
Partiamo dal Milan. I rossoneri, a mio avviso, si sono mossi bene sul mercato. Questo, però, non significa che abbia allestito un organico da titolo. Tutto il centrocampo è in discussione, in difesa servirebbe un altro innesto e davanti manca ancora un reale vice-Giroud. Al netto del mancato completamento della rosa, si tratta comunque di una buona squadra che può ambire ad un’altra qualificazione per la coppa dalle grandi orecchie. Che sarebbe tanta roba, anche per far amalgamare e crescere i nuovi acquisti, che con un anno di esperienza in più potrebbero poi poter dire la loro per il tricolore. Ma andrei molto cauto con gli entusiasmi che provengono dagli ambienti rossoneri, che fanno da contraltare ad un eccesso di pessimismo dell’altra ala del popolo milanista. Secondo me è un team che può raggiungere il 4° posto: fatta eccezione per l’anno dello Scudetto, rappresenta la miglior dimensione del Milan dal 2013 a questa parte.

Subito dietro metterei le romane. La Roma di Mourinho non ha alternative: dopo due anni bellissimi e colorati, adesso il portoghese deve portare i capitolini nell’Europa che conta. La conferma di Dybala e gli arrivi di Paredes e Renato Sanches sono secondo me già degli elementi che possono incidere parecchio. Forse arriverà ancora qualcosa, ma comunque la squadra parte già con un’ossatura buona e con uno staff tecnico già rodato. Dall’altra parte del Tevere, la Lazio di Sarri ricomincia dal secondo posto ottenuto che rendono obbligatorio riprovare a conquistare una nuova qualificazione di alto spessore e possibilmente, però, cambiando atteggiamento in campo internazionale (altrimenti che ti qualifichi a fare?). Il mercato è stato molto intelligente, e avesse tenuto Milinkovic-Savic avrebbe potuto anche provare a dar fastidio alle altre tre candidate per il tricolore.

C’è poi l’Atalanta, ormai affermata realtà. Se qualcuno ancora pensa ai bergamaschi come una sorpresa, significa che ha perso gli ultimi 10 anni di calcio italiano. E quest’anno ha davvero stravolto, e c’è una parte di me che pensa: se Scamacca indovinasse la stagione, perché non potrebbe vincere lo scudetto? Sarà una provocazione, sarà quello che volete, ma per me gli orobici hanno fatto un mercato sontuoso e se riescono a trattenere Koopmeiners come minimo potrà dare filo da torcere a chiunque per la conquista della zona Champions League. E mi sto tenendo basso.

LE OUTSIDER
Siccome i pronostici sono fatti per essere smentiti, è quasi fisiologico che una delle 7 compagini suddette possa incontrare delle difficoltà e fallire gli obiettivi. E chi potrebbe approfittarne per rientrare nelle zone europee, senza sperare in una Coppa Italia sempre più complicata?
Ovviamente, la prima grande alternativa è la Fiorentina, che già l’anno scorso ha dimostrato di tenerci alla Conference League e che quest’anno ha l’opportunità del bis. Italiano in panchina è garanzia di continuità; a ciò aggiungiamo una buona campagna acquisti, su tutti Parisi che è per me è nella top 5 dei migliori trasferimenti di questa sessione estiva di calciomercato, oltre alla voglia di rilancio di Arthur. I gigliati stanno lavorando bene, che possano arrivare nuovamente in Europa non può e non deve essere un mistero.

Traguardo a cui aspira da anni il Torino di Juric, tecnico dal gioco furoreggiante e che non ha mai nascosto le ambizioni fin dall’inizio della sua carriera: ricordo quando ai tempi del Crotone giocò un sedicesimo di Coppa Italia contro il Milan e alla vigilia dichiarò intenti di vittoria in quel di San Siro. Alla fine si arrese solo ai supplementari, ma a fine anno portò i calabresi in Serie A per la prima volta. Insomma, un allenatore abituato a raggiungere traguardi: con un colpo di coda nel mercato, potrebbe davvero provare l’impresa.

La terza squadra che vedo bene per un piazzamento europeo a fine stagione è il neopromosso Genoa di Gilardino. Lo dico a chiare lettere: per me, dopo Frattesi, Retegui è il miglior acquisto della nostra Serie A in questa estate. Per carità, deve dimostrare tutto, ma se conferma le sensazioni della vigilia, può davvero trascinare il Grifone ad un risultato straordinario. Lungi da me fare paragoni sacrileghi, ma se fa quello che ha fatto Milito sotto la lanterna, ci sarebbe da levarsi il cappello. E prepararsi ad un’asta da paura nel 2024. A parte l’attaccante della Nazionale, comunque, sono arrivati De Winter, Thorsby, Messias e confermati profili come il portiere Martinez e l’esperto Strootman. Insomma, se vedessi Genova in Europa a fine anno, mi stupirei fino a un certo punto.

L’ultima compagine che potrebbe fare il definitivo salto di qualità è il Monza. Dopo un anno di rodaggio e dopo aver trovato un condottiero come Palladino, la squadra brianzola potrebbe provare ad insidiare le posizioni internazionali, seppur occorra continuità, oltre a limitare errori e passaggi a vuoto (un inizio come quello della scorsa stagione va evitato se si vuole salire di livello).

SALVEZZA TRANQUILLA
Altre 4 squadre le vedo relativamente tranquille, seppur con qualcosa ancora mancante per ambire all’Europa.
L’Udinese benissimo in attacco (Lucca ci stupirà e Thauvin è geniale), mentre nutro qualche dubbio sulla difesa e a centrocampo: uno squilibrio che non le consente di rientrare nelle outsider, ma che comunque le dovrebbe garantire un campionato più che dignitoso.
Il Bologna ha un grande allenatore: Thiago Motta. Secondo me lo vedremo presto su altre panchine, ma nel frattempo può condurre i felsinei ad un’altra stagione tranquilla. In questo caso, però, è un passo indietro: mi sarei aspettato un mercato differente, magari qualche innesto per innalzare il livello. Ha una buona base, perché non provare a rischiare qualcosa per crescere e non accontentarsi della solita metà classifica? Una piazza del genere merita l’Europa, che manca da troppo tempo.
Il Cagliari neopromosso ha operato benissimo, andando a puntellare tutti i reparti con criterio e con nomi validi per la categoria: mi aspetto per i sardi un campionato più che tranquillo, con prospettive di crescita nel medio periodo.
Infine, il solito Sassuolo. I neroverdi ogni estate fanno qualche cessione illustre, incassano, sono sostenibili economicamente, una società modello e tirano sempre fuori qualche pezzo pregiato. In più, sembra ufficiale, Berardi sarà ancora bandiera (l’ultima rimasta, probabilmente, in questo calcio). E puntualmente parte sempre con gli svantaggi del pronostico della vigilia: stavolta la lezione l’abbiamo imparata, ha dalla sua ormai una esperienza ultradecennale in categoria.

LOTTA SALVEZZA
Le cinque squadre che lotteranno serratamente per mantenere la categoria sono più o meno sempre le solite.
La Salernitana è, del lotto, quella che ha le possibilità più ampie di salvarsi, ma il mercato non mi ha convinto (ad oggi); l’Empoli ha venduto Vicario e si affida a Caprile tra i pali; il Lecce ha ceduto Hjulmand, ma si affida ancora a Strefezza e al giovane Almqvist; l’Hellas Verona ha fatto un colpo da paura con Saponara, ma dovrà lottare fino alla fine; e, per ultima, il Frosinone, che parte come cenerentola del torneo. A Di Francesco il compito di far cantare ancora una volta quella famosa canzone di Calcutta ed evitare una retrocessione che alla vigilia sembra essere scontata.

Buon campionato a tutti!

 

Indaco32