Per quelli della mia generazione, nati alla fine degli anni cinquanta, sarà stato facile agganciare questo titolo al famoso omino coi baffi, il notissimo personaggio degli sckec di Carosello. Reclamizzava la ditta Bialetti, produttrice di macchine da caffè e la cosa difficile da dimenticare anche a distanza di moltissimi anni è racchiusa nella particolarità, tanto graziosa quanto geniale, che la sua bocca muovendosi per parlare, prendeva la forma delle lettere che componevano le parole dette. Fare un caffè, allora come oggi, era certamente più facile di fare molte altre cose, sicuramente di affrontare un calciomercato come quello attuale.

Maldini e Massara difficilmente conoscono l'omino coi baffi, essendo giovani, ma sicuramente sono consapevoli di tutte le difficoltà che devono affrontare per allestire una squadra competitiva e, possibilmente, in grado di ripetersi. Tutti i tifosi aspettano con trepidazione e fanno i conti, di quanti soldi possano servire, per potersi rafforzare e magari vincere ancora lo scudetto. La cosa difficile, non è solo saper comprare, ma riuscire a vendere i giocatori in esubero. Per farlo, spesso, ci si avvale della collaborazione dei procuratori dei giocatori intenzionati a cambiare squadra, specialmente nel tentativo di avere più minutaggio a disposizione e non restare relegati in panchina. L'esempio lampante è quello di Castylleco. L'ultima apparizione del giocatore spagnolo risale a Milan contro Verona, era l'ottava giornata di campionata e fu, anche grazie a lui, che il Milan riuscì a rimontare i due gol di svantaggio e vincere l'incontro. Entrato nel finale, un suo cross, venne messo in rete da uno sfortunato autogol della squadra scaligera, allenata da mister Tudor. Da quel giorno il numero sette milanista, acquistato da Leonardo quale pagamento per Bacca, fortissimo attaccante Colombiano che a Milano non seppe ripetersi, è stato messo ufficialmente ai margini del progetto rossonero, ma non sono pervenute offerte concrete e lui, per essere precisi, ha ancora un anno di contratto. Riusciranno a trovargli una collocazione?

Spesso ci sfugge che la rosa del Milan della stagione appena conclusa era formata da 27 giocatori. Alle partenze sicure, di Kessie e Romagnoli, il Milan deve contrapporre i ritorni di Duarte, Caldara, Pobega, Plizzari e Colombo, oltre all'acquisto effettuato già la scorsa stagione di Adlì e all'arrivo, ormai certo, da svincolato dell'attaccante belga del Liverpool, Origi. Numeri alla mano quindi ad oggi i giocatori a disposizione di Mister Pioli, sono 32 e con Renato Sanches, dato per certo, si arriva a 33. Il solo Bakojoko può essere una partenza probabile, ma ricordiamo che è in prestito biennale dal Chelsea e spetta alla squadra inglese avvallare l'eventuale passaggio ad un'altra formazione, sempre che ci sia e sia di gradimento del giocatore. Sicuramente Duarte, difensore brasiliano dalle buone qualità e reduce da una buona stagione in Turchia, potrebbe essere ceduto, accettando le offerte al ribasso che sono pervenute a Casa Milan. Mentre Colombo e Gabbia, potrebbero avere richieste, più in prestito che a titolo definitivo. Mentre Caldara, con un solo anno di contratto e uno stipendio particolarmente oneroso, difficilmente può garantire di monetizzare qualche guadagno, anche se il ventottenne difensore, reduce da una stagione più che dignitosa a Venezia, potrebbe rifiutare qualsiasi destinazione per restare a Milanello. Il giovanissimo Lazetic e Ballò Tourè, probabilmente aspettano fiduciosi qualche estimatore per non vedersi relegati, come la capra, più sotto che sopra la panca. 

Già questa spiegazione è sufficiente per capire quanti e quali siano le problematiche da risolvere per Maldini e Massara. Diventa anche comprensibile il motivo per cui il nome di Pobega sia spesso abbinato alla sua cessione. La reale preoccupazione che sia lui il sacrificato, per liberare un posto e per garantire un utilissima plusvalenza, è sempre più condizionato dalle evidenti difficoltà di cedere altri e quanto il centrocampista italiano, reduce da una brillante stagione a Torino, piaccia. Ricordo che lo scorso anno la cessione di Hauge è stata l'unica a concretizzare un utile che entrerà quest'anno nelle casse milaniste e Conti è stato regalato a gennaio alla Sampdoria, pur di risparmiare uno stipendio diventato un peso.

Ormai è sempre più diffusa la regola di arrivare a fine contratto, ammortizzando il capitale investito e lasciando partire i giocatori senza alcuna entrata economica. Il Milan lo sta facendo da anni e a ben guardare appare l'unica via percorribile. A parte le priorità di sostituire Kessie e trovare una alternativa a Brahim Diaz, appare evidente che i sogni dei tifosi e i margini di azione dei Dirigenti, dipendano esclusivamente da quali e quanti giocatori usciranno. Forse il croato Rebic, può avere richieste concrete e meritevoli di essere valutate, poichè in Germania ha lasciato un ottimo ricordo e sono ancora molte le squadre interessate a lui, specialmente se il costo non supera i 15 milioni. Cifra che dubito ci siano squadre o dirigenti disposti a spendere per Sealemeker. Magari mi sbaglierò e il giovane belga potrebbe partire e fare spazio ad un nuovo arrivo, che ad oggi, con il riscatto dal Crotone di Messias, appare problematico.
Quindi, provando a fare delle previsioni sul mercato del Milan, che in verità non sembra per nulla di facile intuizione, se come anticipato da mesi dai vari addetti ai lavori, i giocatori in entrata fossero: Botman, Sanches, Origi e un "fantasista", la spesa totale dovrebbe aggirarsi fra i 70 e 80 milioni. Il condizionale è d'obbligo poichè è fin troppo chiaro che la trasparenza delle operazioni è impossibile. Un esempio è Sanches, doveva costare oltre i 25 milioni, mentre le ultime notizie lo danno al Milan per una cifra intorno o leggermente superiore ai 15 milioni, bella differenza.
Vogliamo parlare di Lukaku? L'Inter un anno fa lo ha venduto al Chelsea per 115 milioni, parte dei quali non ha ancora incassato, ora il giocatore belga vuole la cessione, al punto di essere disponibile anche a dimezzarsi lo stipendio, ma l'Inter non vuole sborsare, per il prestito annuale consentito dalle nuove normative, più di 10 milioni.
Ma come si fa a considerare questa operazione come NORMALE? Serve tanta fantasia.
Ma torniamo al Nostro Milan. Come vedete il problema non è minimamente di budget, sapendo che il tesoretto a disposizione di Maldini fino a 120 milioni, senza considerare eventuali cessioni, sarebbe ampiamente ripianato dalle ingenti entrate accumulate per la nuova stagione. E' viceversa un problema di giocatori in organico ed è per questo motivo che bisognerà armarsi di tanta pazienza. 

S E M B R A  F A C I L E direbbe il nostro omino con i baffi, in un mercato privo di liquidità e fin troppo indirizzato dalle scelte dei giocatori, a volte favorevoli, vedi Botman che rifiuta il Newcastle per venire al Milan, ma ugualmente un ulteriore variabile su un mercato privo di regole chiare, dove le Società Calcistiche si trovano sempre di più in posizioni di totale svantaggio.   Vendere quindi per poter comprare altri giocatori, un concetto fin troppo chiaro che ci riporta ai tempi di Galliani quando i molti parametro zero, si rifiutavano di lasciare il Milan prima della scadenza del contratto. In vendita, in prestito o risolvendo il contratto, ma bisogna liberare l'armadietto del centro di allenamento, per dar la possibilità all'allenatore di non trovarsi con un numero eccessivo di giocatori, da allenare e gestire. Ribadisco è molto più difficile vendere che comperare, specialmente per il Milan che si presenta con una forza economica particolarmente forte.
Servono massimo 27 o 28 giocatori e ad oggi, con i riscatti di Florenzi e Messias ed i rientri dei prestiti e qualche giovane aggregato alla prima squadra, il gruppo è di 35, con troppi "armadietti", da liberare.
Aspettiamo fiduciosi, magari bevendoci qualche caffè, quello almeno è facile da fare, con o senza Bialetti.
Forza MILAN.