Serviva vincere, battere la Salernitana, aggiungere quei tre punti, fondamentali per una classifica che vede il Milan al quarto posto, ma che potrebbe essere quinto se solo alla Juventus venissero restituiti i punti di penalizzazione. Serviva vincere, per cavalcare l'entusiasmo del passaggio ai quarti di Champions, dimenticare i molti limiti di una squadra che ha poche certezze e festeggiare, in uno stadio ancora una volta pieno di appassionati e tifosi, l'aggancio all'Inter e al secondo posto, avvantaggiandosi sulle rivali romane, nella corsa Champions, incappate in un turno per loro svantaggioso.

Viceversa si è conquistato un pareggio e un misero punticino, che non è solo demoralizzante per l'ennesima occasione persa, ma purtroppo evidenzia, in modo inequivocabile, tutti i limiti di una squadra che se non si esprime al massimo delle proprie capacità, fa troppa fatica a trovare la via del gol. Eppure la rete realizzata dal solito Giroud, di testa, su calcio d'angolo battuto da Bennacer, sul finire del primo tempo, sembrava più che sufficiente per vincere la partita.  Non è stato così, perchè la Salernitana, guidata ottimamente da quel Paulo Sousa che tanto ammiro, nonostante un carattere che ne ha condizionato la carriera,  ha lottato su ogni pallone, non si è demoralizzata e ha segnato il gol del pareggio, grazie ad una rapida ripartenza, che con tre passaggi ha portato Dia a tu per tu con Maignan, totalmente dimenticato da Tomori, cosi che per l'attaccante è stato facile mettere il pallone in rete. Era il minuto 61 e ci sarebbe stato tutto il tempo per vincere. Se ciò non è successo è per molteplici motivi ed è totalmente inutile, quanto superfluo, aggrapparsi alla sfortuna, a qualche decisione arbitrale fin troppo penalizzante, vedi rigore non concesso per fallo su Theo o l'intervento del VAR sul rigore concesso che, per quanto giusto, non era dovuto, oppure alla frenesia nel concludere a rete, perchè di queste partite ne abbiamo visto a centinaia e per vincerle serve o un'ottima organizzazione di gioco, oppure la giocata di un singolo che riesca a trovare la soluzione giusta e imprevista. Purtroppo sono mancate entrambe.  Al Milan, tranne Maignan, che gioca in porta e Giroud, oltretutto uscito per l'ingresso di Ibra, nessuno sembrava in grado di garantire il gol della vittoria. Sicuramente non Leao, ormai smarritosi fra un contratto sempre più complicato da rinnovare e una posizione in campo che ne limita la potenzialità. Non Theo, sempre più attaccante aggiunto e artefice di quella "confusione tattica", tanto gradita a Mister Fascetti, ma che sta mostrando tutti i suoi limiti. Non Origi, Diaz, CDK, Salamandra, Krunic, Bennacer o Tonali e se Kalulu salva il gol sulla linea, ma la porta è quella della Salernitana, affidarsi al "vecchio e sicuro, Ibra", diventa più una speranza che una certezza. 

Più che comprensibile quindi che, nell'analizzare questo deludente pareggio, le mie critiche siano rivolte a Mister Pioli, non tanto nel desiderio che possa essere sostituito, poichè le recenti affermazioni di Maldini, lo confermano alla guida del Milan per lungo tempo e neppure in considerazione del fatto che il mio personalissimo modo di interpretare il calcio, per quanto irrilevante, sia ben diverso da quello espresso dall'allenatore parmense, ma semplicemente perchè questa squadra e questo gruppo, non stanno rendendo per quello che potrebbero. Ad esempio, con una rosa di trenta giocatori, non era opportuno dare spazio a qualche riserva, senza dover obbligatoriamente insistere sugli stessi giocatori reduci dalla partita di Londra ?. Con un avversario che si schiera tutto dietro la linea della palla, pronto a ripartire, non sarebbe stato più funzionale "allargare il campo", giocando molto sulle fasce e non intasare le vie centrali ? E ancora, non era più opportuno un modulo, più semplice e funzionale, come un 4-3-3 ? Domande, che logicamente resteranno senza risposta, ma che evidenziano alcuni di quei problemi con cui dovremo condividere questo lungo finale di stagione. Nella fondamentale speranza di conquistare quel piazzamento Champions di cui conosciamo l'importanza.

Ciò che mi preoccupa maggiormente è che, pur essendo un estimatore di Mister Pioli, riconoscendone i meriti per l'ottimo lavoro proposto, ho la sensazione che nel tentativo di fare meglio, ci si sia indirizzati a fare peggio.  Questo schieramento ha smarrito la pericolosità della fascia sinistra, perchè Leao accentrato è l'ombra del giocatore ammirato lo scorso anno. E' privo di qualità su quella destra, perchè i limiti tecnici di un Salemeakers sempre generoso e nulla più, sono risaputi. Un modulo probabilmente perfetto se il Milan vuole giocare di rimessa, o contro avversari più forti, ma non adatto quando serve fare la partita in attacco e si è obbligati a vincere, giocando contro difese schierate e con pochi spazi a disposizione. Se prima era sufficiente dare la palla a Leao per essere pericolosi, ora serve sviluppare un modo diverso di costruire l'azione. Pensavo che con l'acquisto di Dekateleare, venisse proposto un centrocampo a tre, che facilitasse sia le giocate in uscita, sia la fase difensiva, così che il talento belga (ancora inespresso) potesse agire dietro alle due punte, libero di svariare anche sulle fasce, utile non solo per creare imprevedibilità, ma anche per dettare i tempi. Quel 4-3-1-2 che poteva beneficiare di molti dei giocatori a disposizione di Mister Pioli e oggi finiti nel dimenticatoio, Viceversa si è preferito cercare soluzioni alternative, smontando quell'impianto di gioco che aveva portato allo scudetto e sostituendolo non si sa ancora bene con cosa. Certamente Kalulu sulla destra è sicuramente più forte di  Calabria e i centimetri di Thiaw hanno portato sicurezza, ma il loro utilizzo non era vincolato al passaggio della difesa a tre. Se poi l'allenatore, in una partita casalinga, apparentemente facile, non vuole dare minutaggio ad altri giocatori, per ottenere quella vittoria che poi non viene concretizzata, capirete bene che ciò risulta preoccupante e deleterio. Quando mai potranno giocare, Pobega e Vrancks se non si schiera un centrocampo a tre? Il Serginho Dest ammirato ai mondiali, non sarebbe stato più utile e imprevedibile di Salamandra? Il "grande" Arrigo Sacchi teorizzava spesso il concetto della "doppia formazione", una per la Champions e l'altra per il campionato. Se si vuole cullare un sogno, apparentemente impossibile, bisogna almeno crederci e il suggerimento di Sacchi potrebbe essere utile.

Mancano dodici giornate di campionato, cinque sono scontri diretti con formazioni che ambiscono al nostro medesimo obbiettivo e servirà proporre partite di livello ben superiore a quello esibito contro la Salernitana. Le prossime due partite saranno contro l'Udinese e il  Napoli, servono punti, ma specialmente riuscire ad esibire un gioco attraverso il quale essere consapevoli delle proprie qualità e di ciò che va fatto. Il calcio non è una scienza, è una disciplina sportiva, il pareggio contro la Salernitana è anche frutto di distrazioni, di quel senso di superiorità che una volta trovato il vantaggio ha portato ad abbassare l'attenzione, tutte cose che un Allenatore deve sapere e mettere in preventivo, non averlo fatto è una colpa ed anche GRAVE.