Tornare dalla trasferta di Parigi sconfitti e senza punti ad incrementare una classifica che, al giro di boa, è alquanto preoccupante, vedendo il Milan ultimo, con soli due punti, non era ciò che si auguravano i tifosi milanisti, ma poteva essere ipotizzabile.

Viceversa nessuno poteva preventivare che Mister Pioli si presentasse al Parco dei Principi senza remore reverenziali, a viso aperto e proponendo un uno contro uno, a tutto campo, senza barricate o tatticismi che avrebbero potuto semplificare molte delle problematiche a cui la squadra è andata incontro. I commenti, dopo la sconfitta, sono stati unanimi, indicando in Pioli, con il suo atteggiamento fin troppo spregiudicato, il principale colpevole. Più dei giocatori utilizzati o di sbagli, singoli e collettivi che hanno indirizzato la partita sul tre a zero per il P.S.G.

Eppure così come contro la Juventus, lo svolgimento del match era semplicissimo da intuire, con la squadra allenata da Mister Luis Enrique, propensa all'attacco. Alla ricerca di una vittoria fondamentale per cancellare la sconfitta subita dal New Castle. Bastava aspettarli, difendere in modo ordinato e si sarebbero aperte praterie, per i nostri attaccanti.
Nulla di tutto ciò. Si è preferito aggredirli a tutto campo e se le due ammonizioni dopo solo sei minuti, penso che sia un record, non hanno fatto vacillare le certezze di Pioli, così come l'infortunio di Jovic, durante il riscaldamento, che riduce al solo Giroud, il parco centravanti, allora non so a cosa ci si possa affidare.

La voglia di proporre un uno contro uno a tutto campo, in stile basket, Pioli l'aveva già esposta anni fa in una intervista. Non a caso era ospite a Milanello, Sergio Scariolo, allenatore della Nazionale Spagnola di Pallacanestro e anche della Virtus Bologna, ma speravo fosse più un desiderio e non certo un progetto da sperimentare contro un avversario che ne avrebbe saputo trarre vantaggio. Viceversa Mister Pioli ha voluto stupirci, obbligando la squadra ad uno sforzo, fisico e mentale, totalmente inutile. Ha rinunciato ad ogni tipo di tatticismo, sfidando l'avversario sulla corsa ed il palleggio. Bastava leggere i nomi dei calciatori che giocano per la squadra dello Sceicco Al Khedaifi e il loro valore economico per prendere un'altra decisione. Veramente Mister Pioli pensava di fermare Mbappe senza raddoppi di marcatura e che stringere campo e spazi non fosse preferibile ? Se come accaduto la risposta è SI, allora c'è molto da preoccuparsi. Proprio ieri scrivevo di Moduli e Giocatori, evidenziando quanto sia importante mettere i giocatori a disposizione nelle condizioni di rendere al massimo. Purtroppo, consentitemi la battuta, Mister Pioli non mi legge. Dopo tre mesi è evidente che Pulisic a destra rende molto meno che a sinistra, maggiormente poi se parte troppo largo e defilato. La netta occasione, sul risultato di uno a zero capita a lui, ma la palla è sul piede destro e cerca di passarla a Giroud, sbagliando il tocco. Non era certo la partita adatta allo "sparviero", costretto a rincorrere avversari, sempre distante dalla porta, ma specialmente dimenticandosi che non è più un ragazzino e sfinirlo significa non averlo quando sarebbe realmente utile. Viceversa Leao è giovanissimo, predilige gli spazi ampi, ma essendo destro tende ad accentrarsi, favorendo i raddoppi o i falli tattici in zone non pericolose. In realtà un fallo dal limite era anche riuscito a conquistarlo, saltando Hakimi, ma se poi non abbiamo nessuno in grado di batterli è praticamente inutile rischiare le gambe. I cross, i calci d'angolo, le punizioni e tutte le situazioni di gioco, si possono allenare, basta restare in campo e provarle, anche a campanella suonata.

Se Mister Pioli fosse stato meno presuntuoso, se si fosse accorto che l'infermeria è costantemente piena e la sua panchina vuota di alternative, se avesse pensato prima a difendersi e successivamente che la partita da vincere sarà quella a Milano contro i parigini e che domenica sera si giocherà a Napoli, se avesse analizzato i giocatori a sua disposizione, senza credersi Guardiola o chi sa chi altro e se infine avesse compreso che Theo non è al meglio, che Krunic non è De Bruyne, che Musah è giovanissimo e Rejnders è alla prima apparizione in Champions, forse avrebbe perso ugualmente, ma avrebbe predisposto tutt'altro piano di gioco. Bastava un semplicissimo 4-4-2. Aspettare il PSG nella propria metà campo, restando stretti e compatti, senza bisogno di correre a vuoto, risparmiando Giroud e lasciando a Pulisic e Leao il compito di cercare la via del gol, meno larghi e magari propensi ad incrociare le posizioni in modo da creare spazi e finalizzare con i piedi "forti".

Maignan. Kalulu, Thiaw. Tomori, Theo, Musah, Krunic, Rejnders, Florenzi (per coprire Theo) Pulisic, Leao

Solo ipotesi, ma a dimostrazione che le alternative ci sono. Cinque partite di Champions senza segnare, senza provare una conclusione da fuori area, con i reparti scollegati. Certamente l'assenza di Loftus Ckeeh si è notata e con lui in campo molte cose cambiano, ma ciò non basta a giustificare un Allenatore che si sta guardando allo specchio senza proporre soluzioni.
Le partite si giocano remando tutti nella stessa direzione, ma se chi è al timone non sa dare gli ordini o, peggio, li sbaglia, allora meglio ammutinarsi e le facce di Tomori, Kjaer e Calabria sembravano quelle dei marinai del Bounty.