Puntuali come la peste bubbonica nel ‘600, con l’avvicinarsi della sessione invernale di mercato, fioccano sequele di articoli che associano nomi mirabolanti al Milan e non solo.

La prima cosa che li fa apparire subito ridicoli deriva dal fatto che nemmeno in società sanno le limitazioni che verranno inflitte dall’Uefa, se ci saranno limitazioni; solo per questo motivo qualsiasi giocatore che costi più di 1 euro di cartellino, in questo momento è solo un esercizio nemmeno troppo originale di fantasia.

Ne sto davvero vedendo di tutti i colori, con l’aggravante che ad ogni nome altisonante è spiattellata una sequela imbarazzante di pseudo prove che ne giustificano, secondo i brindanti (spesso a quanto vedo) scriventi. Dalla certezza Milinkovic perché Lotito non può dire di no ad 80 milioni cash di Scaroni, alla promessa di riscatto a 40 milioni di Bakayoko se ci danno Fabregas: ciò che sostengo da sempre è che è molto triste abbaiare alla luna pur di scrivere qualcosa.

Cio’ che invece, per tornare in un mondo non popolato da gnomi e troll, mi preoccupa, sono le recenti affermazioni di autorevoli operatori di mercato, non gazzettieri, nonché di Ambrosini, suo collega, secondo cui la voglia di Ibra di rimettersi in gioco in un campionato duro, in una squadra a pezzi che al massimo può arrivare quarta, è tutta da dimostrare.

Siccome negli ultimi dieci anni noi tifosi siamo stati abituati malissimo, con i Bertolacci pagati 20 milioni, più un ingaggio improponibile, oltre ad essere spacciato per campioncino, in questo momento preferisco vedere il gladiatore svedese piuttosto che Fabregas o Paredes a Casa Milan con la penna in mano, prima di bermela del tutto.