Gli abbiamo sempre classificati come: 'INCIDENTI MORTALI', spesso senza domandarci come sia possibile morire sul posto di lavoro, oppure investiti da una vettura il cui conducente era sotto effetto di alcool o droghe. Notizie che ormai accadono talmente spesso da non destare neppure più interesse.
Non certo come una morte causata da un orso. Perchè è proprio la "casualità" del fatto a rendere tutto più interessante, non certo il fatto che l'uomo abbia un rapporto con la natura, quasi privo di ogni logica. Nel 2023 c'è ancora gente che butta la plastica o le spazzature in boschi o zone verdi, come nulla fosse. Che accende fuochi per puro divertimento, oppure che spara ad ogni specie animale, spesso colpendo qualche amico o conoscente, anche se non vi dirà mai che non gli stava molto simpatico, mentre saprà dirvi perfettamente se lo ha scambiato per un cinghiale, un fagiano o un caprone.
In un'Italia popolata da sedentari, di sportivi da televisione, anche per il solo dato anagrafico, la morte di un "runner" - perché chiamarlo podista o corridore non è chic (scusate, intendevo dire elegante) in rispetto alla nostra lingua, che è una delle più belle del mondo (non ditelo al Delai Lama, che potrebbe fraintendere!!) - da parte di un'orsa è la più classica delle prese per il c., e mi scuserà lo sfortunato defunto, anche perché non potrebbe fare diversamente, mentre per parenti e amici sarà più arduo capire il senso di questo scritto.
Fatto sta che non serviva un orso per sentirci tutti "ORSI" e schierarci in difesa della sua vita, perché NOI, ORSI, lo siamo già. Lo siamo quando ci lasciamo scorrere addosso tutte le nefandezze che ci circondano. Lo siamo quando sosteniamo una parte politica, non per ciò che propone, ma per dato di fatto. Lo siamo quando giriamo la testa o dimentichiamo, Bibbiano, le sofferenze del COVID, i morti per droghe, i terremotati in container e tantissimo altro.

Se il problema fossero gli orsi, almeno molte zone dell'Italia dormirebbero sogni tranquilli, ma purtroppo sono ben altri.
La cosa veramente grave è che non ci sia una volontà politica, o più semplicemente, una "consapevolezza popolana" di voler proporre un'idea su quale modello di vita voler progettare per il futuro. Personalmente ho sempre insistito sul fatto che dal '68 in poi sia stato un continuo rotolare verso il basso. Nella "finta" convinzione di difendere la DEMOCRAZIA, ci si è sentiti autorizzati a smontare tutto ciò che "poteva costruire differenze sociali", senza capire che per avere "uguaglianza" si è obbligati ad abbassare l'asticella e ciò non è obbligatoriamente un bene.
La nostra generazione stava in silenzio quando parlava un anziano, mentre oggi parla chiunque, spesso grida, ma a nessuno interessa IMPARARE. Piaccia o meno, i Nostri genitori ci hanno insegnato come vivere, anche con qualche urlo e qualche schiaffone, ma NOI abbiamo pensato di essere più bravi, più intelligenti e specialmente più "aperti", non considerando molte, troppe, variabili. La nostra generazione aveva ben chiari molti VALORI e nel percorso di crescita contribuivano la scuola, la chiesa e le istituzioni, mentre oggi sono tutte messe in discussione e quasi inutili. Si è quindi persa la capacità di EDUCARE ed infatti dilaga la MALEDUCAZIONE.

Allora appare evidente che se il CONSUMISMO diventa l'unico Modello di Vita, al punto di essere noi stessi un prodotto, privati di quei veri valori a cui per secoli si sono aspirate tutte le Civiltà, non saranno certo gli artisti, gli scrittori i musicisti o i pittori, a catturare il nostro interesse, così come sarà sempre più difficile distinguere i "saggi" dai "pazzi", in un circo mediatico di cui non si comprendono le finalità, se non quelle di stupire.

Il problema dunque non è l'orso, come tale, ma proprio nell'esperimento proposto a difesa dell'animale, quando non ci sono le capacità per salvare l'UOMO.