E' certamente vero che i social hanno troncato alla radice ogni minimo freno inibitorio. Si insulta, ci si dà del tu, salta ogni mediazione, si offende e denigra come se tutto fosse dovuto. Altro che Napalm51. Siamo ben oltre. E gli effetti lo si vedono anche nella società. Zero rispetto, più cattiveria ed odio sociale.

I calciatori come gladiatori del terzo millennio, ma anche loro, per quanto vip, pagati e valutati, o venerati, nelle logiche o storture del calciomercato, sempre più becero e senza regole, sono umani. Persone. Ragazzi di giovane età, cosa se dimentica tutto. Che come i ragazzi della loro età hanno vizi e virtù.

Ma questo lo dimentichiamo. Basta farsi una passeggiata nei vari social e leggere quello che si scrive sui vari giocatori. A volte effettivamente gli utenti se la cantano e ballano da sola, come se i calciatori passassero il loro tempo a leggere le schifezze o gli elogi che si spendono in rete. A volte loro postano qualcosa, lanciano qualche segnale e finisce lì.
L'interazione da parte dei calciatori è quasi inesistente con gli utenti. 

Ma ciò dalla gran massa non viene sempre capito. Però può capitare che a volte i giocatori leggono ciò che si scrive, leggere gli insulti, le offese, leggere quelle parole come di disprezzo che non hanno niente da condividere con lo spirito del calcio. Le parole ostili cosa c'entrano con il calcio? Niente. Un niente che dovrebbe spingere a riflettere tutti noi, su cosa stiamo diventando o siamo diventati, a partire dal nostro piccolo quotidiano che passa anche dal mondo dei social e calcio.