Dopo 10 anni dall’ultima volta, lo scudetto torna a Milano, sponda nerazzura. La squadra capitanata da Antonio Conte ha spezzato la sovrastante egemonia attuata dalla Juventus dal 2011 ad oggi. E fu proprio l’allenatore salentino il fautore dei primi due tricolore bianconeri. L'Inter nel corso di questa complicata stagione (causa Covid, impegni ravvicinati e altre problematiche che hanno colpito tutte le rose) ha eseguito uno spartito quasi perfetto, uno stile di gioco imparato a menadito da tutta la rosa. Un roccioso 3-5-2 che in fase di possesso diventa 4-2-4, con i tre difensori centrali (Skriniar, De Vriji e Bastoni) che palleggiano dal basso per poi cercare il mediano (Brozovic prevalentemente) che si abbassa a ricevere il pallone, per poi mandare gli esterni, che giocano praticamente a tutta fascia. Per l'Inter risulta vitale andare sulle fasce tramite verticalizzazioni immediate o repentini cambi di fronte. Fondamentali sono anche i movimenti delle due punte, che venendo spesso incontro, lasciano gli spazi alle mezz'ali che li occupano inserendosi. Nel corso della stagione ha ancor di più sottolineato la propria compatezza e solidità difensiva, marchi di fabbrica riconosciuti al proprio tecnico. Ad oggi infatti Samir Handanovic difende i pali della migliore difesa del campionato, con appena 29 reti subite in 34 giornate (con una media di 0,6 goal a partita). Risulta doveroso aggiungere a questo determinato aspetto anche il numero relativo ai goal segnati, perché con 74 reti siglate occupa il secondo posto (a parimerito con il Napoli) di questa speciale classifica, secondi solo all'altra corazzata nerazzurra, quella di Bergamo. Di queste 74 reti, 35 (il 47%) sono divise dalla coppia LU-LA. Rispettivamente 21 goal per il centravanti belga (di cui 5 su rigore) e 15 per il "TORO"Lautaro Martinez.

I miei tre uomini chiave sono stati, seguendo i reparti, Achraf Hackimi, Nicolò Barella e Romelu Lukaku. L'esterno marocchino con Conte ha raggiunto una maturità importante a suon di prestazioni complete, migliorando anche nella fase difensiva. Che fosse una macchina letale dalla cintola in su non era un mistero, ma nessuno poteva immaginare che alla prima stagione, in un nuovo campionato avrebbe totalizzato 7 goal e 6 assist in 33 presenze; partecipa ad una rete ogni 2,5 partite.  Il 24enne sardo invece è semplicemente il pensiero astratto di Conte reso concreto dal campo, l'emblema del suo gioco. Corsa continua per supportare l'attacco (come dimostrano le 3 reti ed i 4 assist totalizzati) e sorreggere la difesa (come dimostrano le 5 ammonizioni ricevute). Romelu Lukaku ha terminato quella che è stata da lui definita la sua miglior stagione. Per quanto riguarda il suo apporto in fase realizzativa, è evidenziato dai numeri. Quello che colpisce maggiormente del 27enne belga è lo strapotere fisico e l'abnegazione con cui lotta su ogni pallone per sé ma anche per i compagni, come dimostrano gli 8 assist effettuati (non male per una punta). Per l'Inter è molto importante il collettivo: Matteo Darmian, Ivan Perisic e Christian Eriksen apparentemente possiedono un ruolo marginale, ma nel momento decisivo della stagione si sono rivelati essere "uomini della provvidenza", ottenendo (grazie ai propri goal) 11 punti fondamentali, che hanno permesso alla squadra di laurearsi campione d’Italia con 4 giornate d’anticipo. 

Ma questo meritato scudetto è da considerare un  trionfo o una semplice e normale conseguenza? Ovviamente nel calcio parlano i risultati prima ancora dei numeri. Ciò che quindi rimane a noi è fare un distaccato bilancio di ciò che è accaduto in questo biennio targato Antonio Conte. La società nerazzurra ha speso circa 200 milioni di euro in questo biennio ed ha investito sul tecnico italiano, offrendogli un contratto da 12 milioni di euro netti a stagione, facendolo diventare per distacco il tecnico più pagato in Serie A. Chiudendo il proprio esercizio finanziario, a giugno 2020, con un rosso a bilancio pari a 102,4 milioni di euro. Nel primo anno sotto la sua gestione, l'Inter è arrivata seconda in campionato a -1 dalla Juventus, ed è uscita, contro il Napoli, in semifinale di Coppa Italia. Si è posizionata terza nel proprio girone di Champions (con Barcellona, Borussia Dortmund e Slavia Praga); proseguendo il proprio cammino europeo fino alla finale, persa ai danni del Siviglia. Quest'anno ha trionfato in campionato, uscita nuovamente in semifinale di Coppa Italia contro la Juventus, ma si è piazzata ultima nel proprio raggruppamento di Champions League, dietro a Real Madrid, Borussia Monchengladbach e Shaktar Donetsk. Il giudizio sull'Inter è ovviamente estremamente positivo per il risultato ottenuto, ma è anche una normale conseguenza delle scelte che sono state effettuate in questi due anni: a partire dal tecnico fino al mercato realizzato. È importante per la società, la squadra ed i tifosi, che il prossimo anno possa consolidare il proprio primato in patria, ed allo stesso tempo migliorare ipiazzamenti europei, per far sì che questo progetto (ormai consolidato) possa decollare definitivamente. E se è vero che vincere aiuta a vincere, ed Antonio Conte lo sa bene, l'Inter parte notevolmente avvantaggiata.