Vorrei invitare chi avrà la pazienza di leggere ad una riflessione che, mi auguro, si ponga ad un livello superiore rispetto al tifo di parte.

Seguendo ciò che si sta paventando, nel mese di marzo (ma a buon senso credo che marzo non basterà), le partite del campionato si giocheranno - giustamente - a porte chiuse e questo porta inevitabilmente ad un'alterazione dell'andamento della manifestazione per tutti (non parlo - badate bene - di complotto, o di risultati falsati, o di favori fatti a qualcuno, bensì di un'alterazione rispetto all'equlibrio della normale situazione.

Comincerò la mia analisi dal fondo della classifica: sarà indubbiamente diverso valutare l'effetto delle porte chiuse su di un eventuale scontro diretto previsto tra le mura amiche ed una partita con una squadra di classifica medio-alta. Inoltre, aver giocato - ad esempio - uno scontro diretto in trasferta nel girone d'andata ottenendo un pareggio, porrebbe la speranza e il carico psicologico al massimo in attesa della stessa partita nel girone di ritorno e le porte chiuse annullerebbero questo effetto (al contrario, la squadra che ha pareggiato in casa "sentirà" meno lo svantaggio di andare in trasferta).

Per le squadre che lottano per l'Europa può valere in parte lo stesso ragionamento, aggiungendo però la necessità di verificare quali squadre di bassa classifica avrebbero dovuto ricevere in casa e con quali invece si è già giocato all'andata. Non ho guardato il calendario delle partite, perché credo sia abbastanza ininfluente, ma se - ad esempio - la Roma dovesse giocare in casa con Spal e/o Lecce ed andare in trasferta a Milano o Torino ne avrebbe un vantaggio psicologico rispetto alla situazione contraria perché a Milano e Torino giocherebbe indubitabilmente in una condizione di difficoltà ambientale minore.

Lo scudetto potrebbe risentirne - a mio parere - solo relativamente agli scontri diretti. Ritengo (sempre opinione personale) che le squadre di testa (Lazio, Juve, Inter e ci aggiungerei anche l'Atalanta) abbiano un organico ed un'organizzazione che consenta, rispetto alle forze in campo in Italia, di poter affrontare le squadre di classifica inferiore senza temere più di tanto il fattore campo e quello ambientale; diverso è invece il discorso relativamente agli scontri diretti e, per quanto mi ricordi, forse la squadra più svantaggiata sarà la Juve che attende allo Stadium tutte le altre squadre che ho menzionato, avendo giocato in trasferta nel girone di andata, seguita dall'Atalanta che attende Lazio e Inter a Bergamo. La stessa Inter e la Lazio avranno invece due partite in trasferta che - sulla carta - porterebbero, rispetto a Juve ed Atalanta, una situazione di un qualche vantaggio.

Sempre con l'idea che ciascuno possa avere in proposito la sua rispettabilissima opinione, a me sembra che queste considerazioni siano oggettive.

Quindi, che fare ? I contagi, purtroppo, aumentano e gli esperti ci dicono che è possibile non essere lontani dal "picco", dopodiché ci potrebbe essere un miglioramento, ma credo che questo non sia ipotizzabile prima di un paio di mesi. Credo che ormai tutti ci siamo resi conto, seppur con colpevole ritardo, che oltre ai rischi per la salute, che devono avere la precedenza, siamo dentro gravi problemi economici, che nelle zone rosse si aggravano quotidianamente ed anche fermare il calcio contribuisce a questo peggioramento, se immaginiamo l'indotto che porta tra viaggi, ristorazione ed altre attività legate alle partite (chi afferma che non è un problema sospendere l'attività del calcio, dovrebbe parlare, per dirne una, con quelli che vivono preparando panini al di fuori degli stadi, o con quelli che hanno attività di noleggio bus che portano i tifosi allo stadio). Ma, come detto, il momento è grave. Le partite a porte chiuse non aiuteranno l'indotto, la Lega non vuole fermare tutto per evitarsi, come minimo, cause per il mancato godimento di diritti televisivi, che sicuramente arriverebbero in caso di sospensione. Insomma uscirne è difficile, ma una decisione bisogna prenderla e - come spesso accade - qualcuno ne sarà svantaggiato e qualcuno ne avrà un vantaggio e da qui, come dicevo all'inizio, il mio invito alla riflessione.

Da cittadino, prima ancora che da appassionato, suggerirei di non assegnare titoli in Italia e, solo per l'eleggibilità europea della prossima stagione, contabilizzare la classifica all'ultima giornata nella quale tutte le squadre avevano giocato lo stesso numero di partite. Per quanto riguarda la retrocessione, play out tra le ultime 4 (ovviamente a porte chiuse ed in campo neutro) con retrocessione delle perdenti (quindi 2 retrocessioni) e promozione delle attuali prime 2 della serie B (rispettando parzialmente il concetto di promozione prima dei play off). Sono cosciente che non sia la soluzione "ideale" (ma credo anche che, in questi casi, una soluzione ideale non esista) o totalmente equa, ma credo che da un punto di vista sportivo sia una di quelle possibili e da un punto di vista civico vada incontro ad un necessario contributo per combattere l'emergenza.