Ringrazio questo sito e questo blog per avermi dato l'opportunità di costruirmi un profilo antropologico che non conoscevo, relativo all'influenza del web sui comportamenti delle persone. Pur con la consapevolezza che non avrà riscontri pratici, la mia innata curiosità è sempre a caccia di possibili miglioramenti della mia limitata conoscenza; quindi questa esperienza, formatasi in un mese come non ce n'erano stati prima nella storia degli ultimi cento anni, è - fino ad ora - totalmente positiva.

Per puro diletto, ho cercato di mettere in relazione, con il passare dei giorni, gli eventi e le informazioni che si susseguivano con le reazioni sia del sito che dei suoi frequentatori per definire un quadro del "fluire" della comunicazione in un'era abbastanza avvelenata da superficialità e resa onnivora dalla possibilità per ciascuno di noi di usufruire di autostrade informative che, sempre più frequentemente, si dimostrano a senso unico.

LE TEORIE COMPLOTTISTE - Sono passati quasi vent'anni dall'11 settembre, che fu - se non ci sono smentite - il primo grande evento per il quale, sul web, si trovò grande disponibilità di materiale (anche molto autorevole), che certificò una adesione importante a complotti di vario genere e tendenza.
Dal Mossad che avvertì preventivamente gli ebrei a non circolare in zona WTC quel giorno, alle spiegazioni scientifiche relative all'impossibilità strutturale delle torri a collassare per il semplice impatto degli aerei (qualcuno dimostrò che furono minate alla base e che l'esplosione fu simultanea al preciso istante dell'impatto degli aerei), fino alla presenza di membri della famiglia di Osama Bin Laden (questo è un fatto) negli USA nel giorno della strage, ed al loro rimpatrio in aereo in un momento in cui lo spazio aereo americano era bloccato (se qualcuno ancora non conoscesse siti web che descrivono con particolari queste teorie e fosse interessato ad approfondirle, sono disponibile ad inviare tutti i link del caso).
Il caso successivo, di rilevanza ancora maggiore, fu quello dello tsunami. Anche in questo caso, la rete pullula di accuse - con relative documentazioni scientifiche - riferite alla mancata allerta: si sostiene che era possibile avvisare i luoghi in cui lo tsunami si abbattè di quanto stava per accadere, ma che non fu fatto in quanto le aree che sarebbero state colpite furono ritenute non rilevanti per l'equilibrio mondiale e che, in fondo, 200.000 morti sarebbero stati un "danno collaterale" accettabile e che anzi avrebbe contribuito ad un'utile diminuzione della popolazione mondiale.
Sarebbero molti altri gli esempi di complotti che si potrebbero citare (per carità di patria sorvolo su quello di Soros), ma venendo a queste ore è interessante riportare qualche teoria a proposito del coronavirus. Dunque si è partiti dal film Contagion (del 2011), al termine del quale viene specificata la catena di diffusione del contagio: ripresa di un pipistrello che mangia una banana e ne porta con se, in volo, un pezzo; questo pezzo cade in una porcilaia. Un maiale mangia la banana caduta, viene ucciso (non dalla banana) e finisce sul banco di un ristorante ad Hong Kong; il propietario / chef che lo ha acquistato lo sta "lavorando" inserendo le mani nella bocca, quando viene chiamato in sala per salutare una cliente "occidentale", manager di un'azienda, alla quale il proprietario stringe la mano. La manager occidentale porta il contagio negli USA, quale "paziente zero" di un'ecatombe (come detto, quelle riportate sono le ultime scene del film: tutta la narrazione precedente si concentra sugli effetti disastrosi del contagio). Quindi i sostenitori del complotto ci avvertono, ovviamente sempre via web, che le spiegazioni che ci hanno dato a proposito dell'origine naturale del virus siano frutto della sceneggiatura del film (quindi di fantasia), mentre invece lo stesso è stato creato in laboratorio e scientemente disperso, con l'obiettivo - sempre quello dello tsunami - di "sfoltire" la popolazione mondiale (superfluo, probabilmete, indicare che anche su questa materia i link a disposizione sono numerosi); ma non si tratta dell'unica teoria complottista disponibile: vi è anche quella degli eventi catastrofici che si ripetono ogni 100 anni (o forse 200, non ricordo), nel primo ventennio del secolo, a partire dal 1600 circa o giù di lì (mi sembra di sentire mia nonna quando mi raccontava che ci sarebbe stata la fine del mondo prima del 2000 perché, alla morte di Gesù, la Madonna si strappò i capelli e disse: 1000 e non più 1000...). In questo caso si tratterebbe quindi di una specie di "destino" secondo il quale, essendo in troppi su questa "Palla", ogni tanto è necessaria - diciamo così - una sforbiciata e mi chiedo, a questo punto, quanti dovranno essere, alla fine, i morti da questo contagio. Se lo tsunami ne ha fatti fuori 200.000, facendo una proporzione empirica sulla crescita della popolazione in questi 16 anni, dovremmo attestarci all'incirca intorno al milione...Orbene, tutte queste teorie complottiste a proposito del virus che stiamo combattendo, le ho apprese qui. Potrà sembrare impossibile ma è così: ci sono decine di commenti di utenti e più di qualche articolo su vxl che mi hanno permesso di formarmi una conoscenza a proposito di questa materia.

L'ECONOMIA - prima di questa esperienza, non avrei mai immaginato che una materia così complessa, ramificata e strutturale, potesse generare una quantità così elevata di commenti, spesso del tutto gratuiti (per usare un eufemismo). A parziale giustificazione devo constatare che un buon numero di argomentazioni campate per aria siano conseguenza della totale confusione nella quale viaggia l'informazione - diciamo così - ufficiale, dalla quale ci si attenderebbe specificità e competenza che siamo ben lontani dal poter usufruire; così, all'incirca dal momento in cui il Governo ha deciso la prima spesa di 25 miliardi e la BCE un investimento di 750 (ancora oggi non definito in maniera precisa relativamente ai destinatari), ho letto commenti ed articoli veramente istruttivi. Senza entrare nel dettaglio, ricordo che si va da rilievi riferiti alla insufficienza dei soldi spesi (senza però argomentazioni riferite né alle fonti dove recuperare le risorse, né a ciò che accadrà in futuro, visto che si è trattato di un aumento netto del deficit dello Stato che ricadrà sulle generazioni future), alla ignoranza a proposito del sistema con il quale la BCE spende i suoi soldi (se si tratta di acquisti di titoli di Stato, senza una concessione di prestiti diretti alle imprese che ne hanno bisogno davvero, questi soldi andranno al sistema bancario che gestisce i titoli di Stato e questo sistema, in Italia, non cambierà di certo il metodo attraverso il quale concede finanziamenti a chi ne ha bisogno. Morale: le aziende NON verranno aiutate in base ai loro bisogni).
Con molte probabilità, vista la storia del sistema economico, il flusso sarà il seguente: la BCE acquisterà titoli di Stato dalle banche. Lo Stato incasserà il valore dei titoli emessi (e le banche le commissioni) ed utilizzerà quanto ottenuto per le spese correnti: la BCE avrà quindi in mano dei titoli di debito dello Stato Italiano con il rischio che un giorno li metterà all'incasso. Si tratta, evidentemente, di aspetti tecnici. Sarebbe bene che quando il Governo o alti enti quali la BCE prendono decisioni di questo genere per motivazioni come quelle attuali, qualcuno spiegasse a tutti noi di cosa stiamo parlando, invece di sparare notizie che non vengono comprese ma per le quali tutti ci sentiamo autorizzati a formulare commenti palesemente derivati dalla nostra ignoranza in materia ma che, d'altra parte, sono buoni a generare traffico utile ai vari siti web che ne parlano. In questo posto sono invece buoni per "scazzottate" virtuali tra utenti di differenti appartenenze politiche che sfogano il loro "essere contro", anche senza capire bene di cosa si stia parlando.

L'ECONOMIA ED IL MONDO DEL CALCIO - e siamo all'apoteosi. Se questo argomento non fosse, per il momento che stiamo vivendo, un'altra oggettiva fonte di preoccupazione, direi che da qualche settimana è certamente il più divertente (anche più dei "complotti" sul virus). Non so neanche da dove cominciare, ma forse l'argomento base è quello secondo il quale, siccome il mondo del calcio genera reddito per il Paese, è giusto che lo Stato intervenga a sostenerlo. Come a dire che altre realtà che affronteranno crisi difficilissime (turismo, commercio, artigianato, piccole e medie industrie) e che, esattamente come il mondo del calcio, pagano tasse e contributi e generano occupazione, potranno arrangiarsi da sole, mentre il mondo del calcio ha bisogno d'aiuto, altrimenti perdiamo il giocattolo. Mi chiedo se, commentando queste notizie - date comunque, voglio sottolinearlo ancora una volta, in maniera veramente superficiale - si abbia voglia di fare due conti.

Alcuni dati oggettivi: L'ISTAT, il 30.12.2019 pubblicò l'annuario statistico nel quale riportò il PIL del 2018, che in valore totale fu di 1.756.982 milioni di euro. Se la Lega davvero contribuisse al PIL nazionale con l'1%, come dichiarato ufficialmente nei giorni scorsi, significherebbe (pura matematica) che il suo incasso avrebbe dovuto essere di 17.569 milioni di euro, ovvero 17 miliardi di euro (lasciamo stare gli "spiccioli"), mentre nello stesso comunicato di cui sopra, la lega stessa dichiara che la Serie A ha incassato (per altro nel 2019 e non nel 2018, quindi un dato migliorativo se calcolato sul valore del PIL) 3 miliardi di euro e l'indotto generato altri 8 miliardi di euro. Prendendo per buoni questi dati, senza voler approfondire gli aspetti dei bilanci delle società che ne fanno parte relativamente a plus valenze, sponsorizzazioni interne ed altri "artifici" finanziari, significa che siamo abbastanza lontani dall'1% del PIL dichiarato (11 miliardi contro i 17 che avrebbero rappresenterebbero l'1% del PIL 2018).

Sempre lo stesso comunicato, ci informa che le persone alle quali la lega dà lavoro sarebbero 300.000.

Ora, il monte ingaggi 2019/20, calcolato all'inizio della stagione e quindi soggetto a variazioni per gli innesti di gennaio, risulta essere di 1.360.000.000 di euro; se togliamo questa cifra dai ricavi, 11 miliardi meno 1 miliardo 360 milioni otteniamo 9,64 miliardi. Volendo essere positivi, inseriamo nel valore degli ingaggi tutto il personale tecnico delle squadre (calciatori, allenatori e collaboratori) contabilizzandoli per 1.000 unità.

Ipotizzando che il costo del lavoro rimanente incida per il 40% sui ricavi al netto degli ingaggi (è un incidenza ritenuta più elevata della media per molte aziende di altri settori), significa che le persone vengono pagate con 3,856 miliardi, ovvero con un salario medio di meno di 13.000 euro lordi all'anno. Credibile?

Per contro, il comparto - ad esempio - del turismo, rappresenta 4,2 milioni di occupati ed il commercio al dettaglio comprende circa 1 milione di negozi in Italia. Anche questi pagano contributi e tasse allo Stato e se solo si vuole considerare la possibilità di accesso al credito bancario di queste entità rispetto ad una società di calcio, credo sia persino ridondante considerare che dovrebbero avere priorità in caso di richiesta di aiuto economico.

Invece ho imparato qui che chi non appoggi le richieste del mondo del calcio sia da ritenere irresponsabile e non sono certo pochi i commenti che sostengono, anche con veemenza di linguaggio, che il pagare i contributi e l'indotto generato dal calcio siano - di per sé - argomentazioni sufficienti a battere cassa (dovrò ricordarmene quando - spero presto - ricomincerò ad incontrare piccoli e medi imprenditori che lo fanno da sempre, magari suggerendo loro di scrivere a qualche ministro argomentando che, visto che pagano contributi, avrebbero diritto ad aiuti in proporzione).

L'ultima "chicca" in termini di tempo è la querelle sollevata dalla notizia di riduzione degli ingaggi. Questa supera tutte le altre perché ha scatenato una quantità elevata di commenti e "liti" tra tifosi juventini ed anti juventini a proposito della lungimiranza della società bianconera e/o della responsabilità relativamente alla situazione che stiamo vivendo. E io che credevo di aver appreso, dopo lunghi insegnamenti, che qualunque azienda, se riscontra delle difficoltà nelle gestione dei costi, opera in modo da ridurli e/o ridisegnarli spostandoli, se possibile, in altri esercizi. Mi pare una prassi abbastanza normale che non dovrebbe prevedere né lodi sperticate, né critiche specifiche. Invece anche su questo argomento ho imparato che se parteggi per una squadra di calcio devi farlo anche per gli aspetti di gestione economica e che, per contrappasso, se parteggi per altre squadre devi criticare e - dove possibile - insultare, magari mettendo insieme avvenimenti consegnati alla storia da anni con eventi del giorno.

Siamo certamente adusi a comportamenti poco professionali che partono dalla nostra classe politica e passano attraverso chi si occupa, ad ogni livello, di comunicazione ed informazione. La confusione regna sovrana (idee poche, ma confuse, verrebbe da commentare). Documentarsi a proposito delle notizie non è ritenuto necessario; ricordo, a tale proposito, come molti anni fa l'attendibilità di una notizia fosse "pesata" dalla televisone: "è vero, l'hanno detto in TV". Oggi si potrebbe dire, teoricamente, "è vero, l'ho letto sul web", salvo che l'attendibilità di questo mezzo è inesistente. Per contro, siamo tutti leoni da tastiera, a cominciare da chi ha scritto questo pezzo, e attraverso di essa ci è data la possibilità di sfogare le nostre più basse necessità; probabilmente sperando, nel momento in cui scriviamo, che il contenuto contribuisca a scatenare una piccola ma significativa battaglia in quello spazio, considerando che un minuto dopo averlo postato sarà già possibile prepararsi alla battaglia successiva, dove quella precedente ha già perso la sua carica.

 




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