Dopo l’ufficializzazione dell’arrivo di Sarri sulla panchina della Juve, si è scatenata una sorta di lotta mediatica tra chi sostiene che l’ex tecnico del Napoli era l’unica opzione della Società bianconera per sostituire Allegri, e chi invece ritiene, a ragione, che Sarri faceva semplicemente parte di un range allenatori al quale la Juve era interessata.

D'altronde del cosiddetto “range allenatori” ne ha parlato  a più riprese il Direttore Sportivo della Juve Fabio Paratici, e credo che questo possa mettere d’accordo tutti; e dopo l’iniziale malumore e disapprovazione, che per ragioni diverse, hanno manifestato la tifoseria bianconera e quella napoletana, alcuni addetti ai lavori cominciano a cambiare il tiro nei confronti dell’ex tecnico del Chelsea, in prima battuta criticato per certi suoi atteggiamenti sopra le righe, e cominciano ad ammorbidire le loro considerazioni e i loro giudizi. Non si tratta di un salire sul carro dei vincitori, ma poco ci manca, nel senso che si tende a smussare, snellire, ammorbidire i toni su certe note caratteriali extra campo dimostrate da Sarri nei suoi ultimi quattro anni (Napoli+ Chelsea) nel calcio che conta.

Per carità niente di personale contro di lui, ma è evidente che per quanto è successo è il suo aplomb che fa discutere, e ne mette un po’ in ombra quelle che sono le indiscutibili qualità tecniche; il tutto riferito naturalmente all’ambiente bianconero e al cosiddetto “Stile Juve”  col quale Sarri si dovrà confrontare e nel quale si dovrà calare “anima e piedi”.

Infatti è proprio questa la grande scommessa che sia la Juve che Sarri hanno deciso di giocare; la Società bianconera con l’ingaggio di un tecnico da molti ritenuto non solo un avversario sportivo ma addirittura un antijuventino dichiarato, mentre Sarri dovrà dimostrare che certe intemperanze dialettiche, condite da accuse più o meno sibilline rivolte verso il palazzo che governa il calcio  e rappresentato dalla Juve, sono da ricondurre esclusivamente al periodo di permanenza napoletana, e vanno considerate solo come una forte reazione emotiva che scaturiva nel momento dalla grande passione per la squadra allenata.

Solo così Sarri potrà entrare nel mondo Juve, e lo potrà fare non solo attraverso i risultati ottenuti sul campo ma dimostrando anche, se non di apprezzarlo pienamente, quanto meno di saper convivere con il mondo Juve.

Invece per quanto riguarda la Juve è tutto l’establishment che risulta coinvolto ma soprattutto il duo Nedved-Paratici; sono loro che hanno voluto fortemente l’esonero di Max Allegri e che hanno convinto Andrea Agnelli ad ingaggiare Maurizio Sarri, per cui un eventuale insuccesso del tecnico ex Chelsea non solo ne metterebbe in discussione la loro fresca credibilità, ma creerebbe i presupposti anche per un loro prematuro allontanamento dalla Società bianconera.

Intanto Maurizio Sarri verrà presentato ufficialmente giovedì prossimo all’Allianz, dove la Juve gli riserverà la sala “Gianni e Umberto Agnelli”, non la solita sala adibita alle conferenze con la stampa, ma la stessa utilizzata lo scorso anno per la presentazione di CR7; non è cosa da poco, anzi è già un primo segnale chiaro e forte che il mondo bianconero è tutto schierato al fianco del neo tecnico.

Non resta che aspettare giovedì, il primo incontro di un connubio che si annuncia difficile ma non impossibile; la Juve come suo solito si presenta in grande stile, ma l’attesa è tutta per Maurizio Sarri, che dovrà dimostrare subito, anche dialetticamente, che il “Sarrismo” in quanto scuola di calcio nata, cresciuta e riconosciuta dall’enciclopedia Treccani, non va toccato, perché il vocabolo, che all’inizio apparteneva al pianeta napoletano, ora appartiene alla lingua italiana.