La vittoria di Bologna congela per il momento la crisi. E riporta un minimo di serenità nell’ambiente bianconero. Non una grande prestazione, ma una discreta prova. Se ci trovassimo a scuola potremmo dire che si è trattato di una prova da sei più. Sarri ha cominciato a correggere qualche errore di impostazione tattica della squadra. A cominciare dalla posizione di De Ligt, che è stato riportato sul centro destra della linea di difesa, dove peraltro ha sempre giocato sia nell’Ajax che nella nazionale olandese.
Bene anche la scelta di Bernardeschi sulla fascia destra, molto più bravo tatticamente di Douglas Costa. E soprattutto in grado di aiutare la squadra anche in fase difensiva. Cosa che il brasiliano non è assolutamente capace di fare. Non a caso la squadra è apparsa più equilibrata rispetto alle precedenti prestazioni con Milan e Napoli. E poi il Berna, come lo chiamano gli amici, ha letteralmente inventato (fantastico il suo tacco…) il goal di Dybala. Per carità un bel goal quello della Joya argentina. Ma il colpo di Bernardeschi è stato semplicemente sontuoso; da fuoriclasse, quale è potenzialmente l’ex fantasista della Fiorentina. Soprattutto ora che si è irrobustito sia nel fisico che nella corsa, e si è calato completamente nel mondo Juve. Naturalmente ha bisogno di fiducia e di giocare con continuità. C’è da sperare, soprattutto per la Nazionale, che Sarri si decida ad inserirlo stabilmente nell’undici titolare, magari trovandogli un posto anche a centrocampo.

Tornando ancora su Sarri; finalmente CR7 è stato lasciato nel suo ruolo naturale ed è tornato ad esprimersi su discreti livelli. Non è ancora il Ronaldo che conosciamo, ma è sicuramente in ripresa. Certo il gioco “palleggiato” che pretende Sarri non lo favorisce. Anzi, ne rallenta la corsa e anche l’iniziativa. Ronaldo ha bisogno di ricevere la palla in movimento, con passaggi in diagonale o in verticale. Solo così può sviluppare la sua progressione e può creare la superiorità numerica. Nel senso che può superare il suo diretto avversario ed andare al cross verso l’area di rigore (come ha fatto magnificamente  in una occasione contro il Bologna). Oppure si puo’ accentrare ed andare al tiro verso la rete.

Per quanto riguarda Dybala, bisogna dire che il goal (di buonissima fattura) lo ha realizzato in posizione di centravanti. Ma sappiamo bene che non è un centravanti vero e proprio. L’argentino ha bisogno di partire da lontano, per sviluppare a pieno la sua corsa “motu perpetuo”, e per far risaltare la sua straordinaria fantasia. Ma tutto questo lo fa in giro per il campo, lontano dall’area di rigore , verso cui arriva quasi sempre in corsa per andare al tiro o per fare goal come quello contro il Bologna. Oppure come quello realizzato contro l’Inter (il raddoppio) allo Stadium.Ma in questo momento, la soluzione di Dybala centravanti appare abbastanza obbligata. In attesa che torni il Pipita che risulta assolutamente imprescindibile per il gioco offensivo della Juve.
Infatti, senza un uomo in area di rigore, il gioco offensivo della squadra risulta molto condizionato; perché si è costretti a giocare sempre con palla bassa e con triangolazioni strette. E per la difesa avversaria è più facile difendersi. Mentre la musica cambia quando arrivano i cross dalle fasce laterali, che mettono in apprensione portiere e difensori. E creano pericolo.
Comunque Sarri, se vogliamo, sta cercando di porre rimedio alle carenze tattiche della squadra; e le soluzioni adottate contro il Bologna hanno determinato un discreto miglioramento generale. Certo resta da decidere la situazione Pjanic/Bentancur, che a mio avviso andrebbe assolutamente definita a favore del giovane uruguagio, che da regista basso davanti alla difesa, si lascia ampiamente preferire a Pjanic.

Per il resto, e per onore di giustizia, bisogna dire che la vittoria della Juve è stata favorita anche da un Bologna che affrontava per la prima volta l’agone di una partita. Mentre la squadra bianconera era già alla sua terza gara, e quindi più rodata. Comunque la vittoria nel complesso è stata meritata. Anche se il calcio di rigore che gli ha spianato la strada è stato a termine di regolamento giusto, ma un tantino  fiscale.
Buona in generale la prova del Bologna che ha messo in mostra una buona organizzazione, soprattutto a centrocampo dove Medel ha spesso avuto la meglio su un Rabiot, come al solito,  lento e macchinoso. E come ha saputo dimostrare anche in attacco dove Orsolini ha confermato tutte le sue qualità di giocatore importante, di sostanza e qualità. Sicuramente Roberto Mancini che era in tribuna ne avrà preso nota. Così come avrà scritto in grassetto anche il nome di Bernardeschi.  Entrambi, senza dubbio, si riveleranno utili per la formazione azzurra.

In conclusione, il giudizio sulla Juve resta in stand by. Nel senso che servono altre prestazioni, e soprattutto una continuità di risultati per poter dire se la crisi, cova ancora sotto al tappeto;  oppure se è stata semplicemente allontanata. E fissata a fine stagione, quando verranno tirate le somme. E saranno somme da dentro o fuori, e che verteranno soprattutto su tre nomi. Sarri, Paratici e Nedved. Intanto la prima risposta l’avremo venerdì prossimo nel match allo Stadium contro il Lecce. E poi subito dopo nella trasferta contro il Genoa. Si tratta di due gare, sulla carta estremamente abbordabili, che non dovrebbero rappresentare un grande ostacolo per una Juve appena normale. E già dopo queste due partite si riuscirà a capire di più se la “crisi” è una grande Bufala come Sarri ha definito il suo litigio con  Pjanic, o se invece è tutto decisamente vero. Anche perché subito dopo avrà inizio un trittico tremendo fatto di derby col Torino, trasferta di San Siro col Milan e gara interna con l’Atalanta. E a quel punto non si potrebbe più nascondere niente sotto al tappeto, nemmeno la polvere.