L’ultimo turno di campionato ci ha consegnato quasi la stessa classifica di quello precedente, soprattutto in testa dove le distanze sono rimaste invariate; vale a dire con la Lazio sempre a meno quattro dalla Juve e l’Inter a meno otto. Ma in compenso, ci ha regalato le solite polemiche sui calci di rigore assegnati (vedi quello concesso alla Lazio). E soprattutto ci ha riservato una serie di “sentenze lapidarie” che meritano senz’altro di essere analizzate.

Le più interessanti riguardano i “problemi” della  Juve, che molti osservatori identificano soprattutto nella scarsa disciplina tattica di CR7 e di Dybala. Per cui,  sarebbero loro due i principali responsabili delle difficoltà che la squadra continua ad incontrare. E della scarsa qualità del gioco espresso. Non solo. Ma secondo questa linea di pensiero, non sarebbero adatti al gioco che vuole attuare Maurizio Sarri.
Insomma in soldoni, se del Sarrismo, dopo quasi un anno di lavoro, non se ne vede nemmeno l’ombra, la colpa non è del tecnico. Ma va attribuita solo e soltanto all’indisciplina tattica di Ronaldo e della Joya. E alla loro scarsa propensione a ritornare indietro e a dare una mano alla difesa nella fase di non possesso palla. Inoltre, ai due fuoriclasse viene rimproverato di portare troppo il pallone e di essere troppo individualisti. E questo finisce per non facilitare il palleggio a uno o due tocchi come vuole Sarri e impedisce anche il cosiddetto giro-palla veloce. Infine, il fatto di non avere un ruolo e una posizione precisa in campo, finisce per creare problemi non solo di ordine tattico, ma soprattutto di equilibrio a tutta la squadra.   
Di conseguenza Sarri, in pratica, viene anche giustificato dalla constatazione che non ha i giocatori adatti per il suo gioco. Non solo, ma si arriva anche ad accusare la Società che non gli avrebbe comprato nessun giocatore adatto per il suo stile di calcio. Quindi siamo al paradosso più completo. Infatti, da che mondo è mondo, i grandi allenatori si sono sempre distinti per la loro capacità di saper adattare il gioco della squadra alle caratteristiche tecniche e tattiche  dei giocatori a disposizione. In proposito, di esempi se ne potrebbero fare a josa.
E allora Ronaldo e Dybala non possono certo rappresentare un problema per la Juve. Il solo pensarlo appare come una grossolana bestemmia. CR7 ha siglato quasi 750 goal , fino ad ora, e continua a segnarli. Nel campionato in corso ne ha già realizzati 23. E non è cosa di tutti gli attaccanti e di tutti i campionati. Senza considerare tutti gli altri trofei vinti. Per non parlare poi del fatto che è attualmente (numeri alla mano) il più forte goleador del mondo. Ed è forse uno dei migliori tre giocatori di ogni tempo. Se non addirittura il migliore, come sostiene da tempo il suo procuratore Jorge Mendes. E allora di fronte ad un uomo goal di questo livello, che cosa si pretende? E soprattutto che cosa si vuole che faccia? Voglio dire, oltre alla caterva di goal che ha sempre segnato e che continua a segnare, cos’altro dovrebbe fare? Ma forse il grande Maradona, nei rari casi in cui perdeva la palla, rincorreva gli avversari? Oppure andava in difesa a dare manforte ai suoi compagni di squadra?  Ma Lautaro Martinez, nell’Inter, lo avete mai visto rincorrere gli avversari? E nel PSG si è mai visto Mbappe rincorrere gli avversari o andare in difesa a difendere? E si potrebbe continuare a fare esempi fino all’infinito. Tutto questo per dire che ogni grande giocatore ha certe caratteristiche e deve essere sfruttato per quelle che possiede.

Un discorso analogo si può fare per Dybala. Meno fuoriclasse di Cristiano Ronaldo, ma comunque un fuoriclasse. La Joya argentina negli ultimi tempi è maturato e sta cominciando ad avere anche una certa continuità di rendimento. Certo il processo di maturazione ancora non si è completato, ma il giocatore rappresenta già una certezza per la squadra, e lo è ancora di più in prospettiva. E sul quale è giusto puntare. Anche lui come Ronaldo ha bisogno di una certa libertà tattica per poter sfruttare a pieno la sua grande fantasia, e le sue non comuni qualità tecniche. Tanto che molti osservatori lo paragonano già, non senza qualche ragione, al grande e mai dimenticato Omar Sivori.
Per cui dinanzi ad un giocatore di così grande talento, risulta quasi pleonastico pensare di volerlo ingabbiare in regole e dettami tattici, o peggio ancora, in compiti di natura difensiva. E allora siamo arrivati alla fine della storia. Anzi siamo tornati all’inizio del racconto. Vale a dire che i grandi allenatori, quelli bravi, la cui bravura è riconosciuta da tutti vedi Guardiola, Klopp, Ancelotti, Capello, Trapattoni, Marcello Lippi, Mourinho, Helenio Herrera, Vittorio Pozzo, eccetera , ed eccetera. Questo raro tipo di allenatori, sono tali, perché hanno sempre saputo adattare il gioco delle loro squadre alle caratteristiche tecniche e tattiche dei loro giocatori.

E’ per questo motivo che il vero problema della Juve risponde ad un solo nome. Ed è rappresentato dall’integralismo tattico di Maurizio Sarri. Il quale pretende di cambiare le caratteristiche dei giocatori a disposizione. O quantomeno pretende che si mettano al servizio delle sue idee di gioco. Ve lo immaginate Dybala costretto a giocare ad  uno o due tocchi di palla? Oppure lo stesso CR7? Basterebbe fare l’esempio di De Ligt che è stato schierato come centrale di difesa sul centro sinistra, quando in vita sua non ci aveva mai giocato. Ci sono voluti dieci mesi per far convincere Sarri a cambiare e a riportarlo sul centro destra. E subito, come per incanto, è tornato Il grande giocatore che avevamo già ammirato nell’Ajax e nella Nazionale olandese.
Ma si potrebbero fare tanti altri esempi. E uno potrebbe essere quello che riguarda un eventuale cambio di modulo che in pratica Sarri non ha mai preso in considerazione. Solo un timido tentativo ad inizio di stagione, quando ha fatto giocare la squadra con il trequartista (4-3-1-2). Modulo quasi subito abbandonato per tornare al suo amato, storico ed immarcescibile 4-3-3. Mai che avesse pensato, ad esempio, ad una difesa a tre, visto che nella Juve ci sono ben cinque centrali di valore internazionale (Bonucci, De Ligt, Chiellini, Demiral, Rugani). Per cui con l’attuale difesa a quattro, ben tre di questi campioni sono destinati a rimanere fuori squadra. Oppure si potrebbe parlare dell’ostinazione di voler far giocare prima Dybala centravanti, che centravanti non è. E poi lo stesso Cristiano Ronaldo che centravanti potrebbe essere. Ma che non lo ha mai fatto, e soprattutto abiura semplicemente all’idea di doverlo fare. Insomma si potrebbe parlare anche di Pjanic e dei 100 palloni a partita che avrebbe dovuto toccare . E poi ci ritroviamo con Pjanic venduto al Barcellona, prima ancora della conclusione del campionato.

Maurizio Sarri è senz’altro un ottimo allenatore. Anzi sarebbe meglio definirlo un ottimo insegnante di calcio. Sarebbe molto adatto, ad esempio ad insegnare calcio dalla  cattedra di Coverciano. Ma non può allenare una squadra come la Juve, come il Barcellona, come il Real Madrid, ecc. Ma non perché non ne abbia la competenza o le capacità. Ma semplicemente perché è prigioniero del suo integralismo tattico. Delle sue idee e del suo calcio, che intende applicare sempre e a prescindere dai giocatori che ha a disposizione. La Juve e le altre, sono un’altra cosa. Alla Juve non si può mandare a quel paese una giornalista donna solo perché ha fatto una domanda scomoda. Oppure non si possono  fare riferimenti espliciti alle parti genitali durante le conferenze stampa ufficiali. E tutto questo indipendentemente dai risultati che potranno essere raggiunti nel corso della stagione. A meno che anche a Torino non sia cambiato il vento. Ma se così fosse, allora, non si potrebbe più parlare di stile Juve o di signora del calcio italiano.