Sarà perché sono un inguaribile testardo – d'altronde gli amici me lo ricordano spesso – ma non riesco a capire per quale motivo si debba comprimere così tanto questo finale di campionato che resta ancora da giocare per poterlo completare. Vale a dire perché si debba avere come “conditio sine qua non” il prossimo 2 agosto. Soprattutto dopo che il Governo, col  “rimpallo” di decisioni fra il Presidente Conte e il Ministro Spadafora, ha spostato ancora in avanti – speriamo che sia la volta buona - la data di ripresa degli allenamenti e di conseguenza anche quella della effettiva fase agonistica.
Infatti, la situazione era già precaria prima della decisione governativa delle ultime ore; dato che si dovrebbe giocare tutto in due mesi (giugno-luglio) al ritmo di una partita ogni tre giorni. Per cui si tratterebbe di un vero e proprio tour de force, che metterebbe a rischio sia l’incolumità fisica che la salute dei giocatori. Ma la cosa è stata già accettata, e sembra quasi l’unica soluzione possibile. Anche in relazione al paletto del 3 agosto messo in precedenza dall’Uefa, data entro la quale ha “indicato” alle federazioni di ultimare i campionati nazionali.
Per cui a nulla sono valse le voci contrarie che si sono levate contro quella decisione. Prima fra tutte quella di calciomercato.com – compreso chi scrive -  che in almeno due occasioni ha prospettato l’ipotesi di spostare a gennaio 2021 l’inizio del prossimo campionato e di completarlo nell’anno solare. Un’ ipotesi che è stata abbracciata e rilanciata anche da un personaggio illustre del nostro calcio come Adriano Galliani, che si è detto molto favorevole ad un torneo da giocare interamente nel corso dell’anno. Perché consentirebbe di ultimare con calma l’attuale campionato, potendo utilizzare anche i mesi autunnali fino ad arrivare a ridosso del prossimo Natale.

Ma alla luce dell'ultima decisione presa dal Governo la situazione è diventata ancora più precaria, perché l’aver ritardato di due settimane la ripresa degli allenamenti finirà per comprimere ancora di più la ripartenza delle partite. E il rischio che il campionato non si possa terminare regolarmente appare quanto mai concreto. Tanto che sono già nate delle ipotesi alternative e si è tornato a parlare di Play Off e di Play Out.
Addirittura il presidente laziale Lotito ha lanciato anche l’idea, se vogliamo provocatoria, ma sotto certi aspetti anche affascinante, di assegnare lo scudetto con una partita secca fra Lazio e Juve.
Certo, tutti sappiamo che se ci troviamo in questa situazione lo dobbiamo alla terribile crisi nella quale ci ha fatto sprofondare la pandemia del Covid 19. E tutte le conseguenze, che ne sono derivate e che ne derivano, ci sembrano tutte normali, regolari, quasi ineluttabili. Per carità senza voler esagerare, ma fra queste, a mio avviso, c’è anche quella di dover completare il campionato entro il  2 agosto. Nel senso che diamo per scontata la disputa della prossima stagione 2020-21 e siamo convinti che tutto rimarrà come è sempre stato. Vale a dire che si comincerà a giocare a settembre di quest’anno e si terminerà il campionato a maggio del 2021. E l’idea che si possa cambiare o che si debba cambiare non ci sfiora nemmeno lontanamente.

Uno dei “grandi” del nostro giornalismo come Mario Sconcerti, nei giorni scorsi ha parlato della mancanza di un piano per poter affrontare la prossima stagione. E ha rimarcato il fatto che in ballo non c’è tanto il finale di questo campionato, ma  c’è soprattutto il prossimo, che dovrà essere affrontato sapendo bene che cosa bisogna fare e quindi con una strategia ben precisa. E devo dire che non si può che essere d’accordo. Bisogna capire in fretta cosa bisogna cambiare. E dobbiamo renderci conto che nulla potrà essere come prima. Basta pensare a cosa potrebbe succedere se dopo aver ricominciato a giocare, si dovesse trovare un nuovo positivo fra i calciatori o addirittura più di uno. Perché dal protocollo medico che la FIGC ha inviato al Governo, non appare del tutto chiaro su come ci si dovrà comportare. Nel senso dei provvedimenti da mettere in atto nei confronti di quel giocatore, e verso il resto della squadra e del cosiddetto “gruppo squadra”. E non è un caso, che l’aver ritardato di due settimane la ripresa degli allenamenti sia dipeso proprio dal protocollo della Federazione – ritenuto insufficente dal Governo -  che dovrà essere integrato velocemente come del resto ha subito assicurato il presidente Gabriele Gravina.

Insomma, il grande rischio che si corre è quello che tutto il giocattolo calcio possa saltare in aria. E che oltre a non poter completare l’attuale campionato si possa non disputare nemmeno il prossimo; perlomeno fino alla scoperta del vaccino per il  Covid 19. E senza sfociare nel catastrofismo, ma non sappiamo come potranno andare le cose, e non sappiamo come potrà essere questo nuovo modo di giocare a calcio. Tanto che c’è anche chi ha ipotizzato che si possa dover giocare con le mascherine. Che a prima vista potrebbe sembrare un’idea ridicola, quasi scema. Ma sarà veramente così? Voglio dire che non siamo sicuri di niente di come sarà, perché non lo abbiamo sperimentato.

E allora, credo che accettando per forza di cose, l’idea di doverci adattare a questa nuova realtà, per quanto non ci possa piacere, potremmo utilizzare queste 124 partite che restano per completare il campionato per cercare di capire come ci dovremo comportare in futuro. Nel senso di quale campionato ci attende. E che tipo di calcio ci aspetta.
Mario Sconcerti fa un riferimento in generale alla “stupidità” nella quale sarebbe destinato a cadere il mondo del calcio se non saprà farsi trovare pronto nell’affrontare la nuova realtà. Di conseguenza non ci deve spaventare l’idea di cambiare le date del campionato. Infatti non si vede perché non si possa cominciare a gennaio e non si possa finire a Natale dello stesso anno. E passare quindi ad un campionato cosiddetto solare, come sono solari quasi tutti gli altri sport più popolari. Basta pensare alla F1, alla Moto GP, al Tennis, e via dicendo (l’elenco sarebbe lungo).
Naturalmente andrebbe studiato bene –  diluire il campionato e completarlo entro la fine dell’anno non si può che rivelare come un grande alleato -  e sinceramente non vedo controindicazioni né ostacoli insormontabili. Se non quello del perdurare di quel mostriciattolo del Covid 19.