Noi tifosi della Roma siamo abituati da qualche tempo, almeno un decennio, a non gioire per i trofei vinti dalla nostra squadra, prevalendo le delusioni sulle soddisfazioni. Soprattutto è osservabile un generale scetticismo rispetto alle promesse che pure vengono annunciate dai diversi vertici della società, un fenomeno che non è mutato al cambiare delle stagioni e ha inaridito anche le posizioni più ottimistiche. La recente fase estiva tuttavia ha visto un avvenimento importante che ha aggiunto un tassello in più alla storia del club. Una nuova dirigenza, nella continuità americana, ha preso il posto della vecchia gestione, promettendo grandi cambiamenti a partire da una rinnovata alleanza sentimentale con quella tifoseria, messa all'angolo nel periodo precedente, che invece adesso viene rimessa al centro delle attenzioni per marciare uniti nella stessa direzione. Ovviamente questa ennesima promessa potrebbe apparire fuorviante, se non fosse che la discontinuità, attesa in primis dai tifosi, è finalmente arrivata e già questo rassicura sull'immediato futuro da affrontare.

Il primo fronte più caldo da cui è riscontrabile una diversa logica di gestione riguarda il mercato: in attesa di capire le novità in entrata, Pedro è un acquisto non trattato sotto l'attuale dirigenza, il nome più enfatizzato è Chris Smalling che ha trascorso un anno a Roma, in prestito, per poi rientrare alla base del Manchester United. Il difensore inglese è un obiettivo fondamentale da raggiungere e assicurare in questo modo stabilità alla vulnerabile difesa giallorossa. In questi giorni la trattativa sembra alle sue fasi finali, restano pochi dettagli da definire prima che Smalling possa riabbracciare i suoi compagni e riprendersi la leadership nel reparto di competenza. Sul mercato non è finita con Smalling, peraltro ancora da concludere. Le carenze quasi strutturali riemergono periodicamente ed urgono interventi riparativi da portare all'organico complessivo.

E' sotto gli occhi di tutti la problematica che è emersa anche nell'ultimo appuntamento amichevole, confermando i segnali preoccupanti rilevati in circostanze ufficiali esponendosi alla critica di osservatori e tifosi. Si tratta di Pau Lopez, estremo difensore spagnolo, che ad un anno dal trasferimento nella capitale rischia di dover preparare le valigie e cercare nuova squadra. Sono note le sue imprecisioni talvolta decisive per il ruolo che occupa, che fanno pensare ad una brusca uscita in favore di un sostituto individuato sul mercato. Da sottolineare la presenza di Mirante nel ruolo di secondo portiere, che quando è stato chiamato in causa ha risposto con prestazioni di grande livello tanto da farlo apprezzare più come titolare che riserva d'esperienza. In difesa s'interverrà, come già detto, per mettere a disposizione di mister Fonseca Chris Smalling, mentre la cessione di Kolarov non porterà a trovare un sostituto preferendo optare per l'attuale sistema di gioco, alternando difesa a 3 con quella a 4 secondo le necessità. Il centrocampo vedrà la stessa situazione del finale di campionato, con la novità di Pedro che potrà agevolare la manovra in proiezione offensiva schierandosi nella linea del trequarti insieme a Lorenzo Pellegrini, da cui l'allenatore spera possano partire le azioni più pericolose essendo uno dei punti di riferimento del club, insieme a Zaniolo e Dzeko. Proprio questa triade costituisce la Roma del presente indicata dallo stesso presidente Friedkin, che vuole impostare su di loro il progetto da ora fino ai prossimi anni. Se Dzeko viene insidiato dalla corte bianconera, richiesto fortemente da Andrea Pirlo, il giovane affermato Nicolò Zaniolo è attanagliato dalla sfortuna che lo condiziona sin dall'inizio della sua promettente carriera. L'ultimo in ordine di tempo grave infortunio è arrivato in Nazionale, nella sfida di Nations League contro l'Olanda, e anche stavolta la diagnosi riporta la rottura del legamento crociato nella gamba diversa dal primo infortunio. Un altro calvario che potrebbe durare altri 6 mesi lasciando la Roma per almeno tutta la prima parte di stagione senza la sua presenza. Non si potrà fare affidamento su di lui e la squadra ne avvertirà la mancanza, rendendo più complicata una stagione che non parte sotto i migliori auspici.