La stagione calcistica in corso è stata sicuramente la più inedita degli ultimi anni. Questo si spiega con l'arrivo e successiva diffusione del CoronaVirus che ha riguardato il mondo intero, colpendo duramente anche l'Italia. Inevitabili sono state le ripercussioni su ampi settori della società, che hanno patito in misura diversa la situazione venutasi a creare. Lo stesso campionato di calcio non è stato immune dall'evento, e dopo lunghe riflessioni anch'esso ha dovuto porgere il capo come richiesto dai piani alti del potere politico e poi sportivo, accertando la grave calamità che il Paese avrebbe dovuto affrontare nell'immediato e chissà per quale durata futura.Impossibile far assistere a migliaia di persone una partita di calcio con il contagio galoppante che non conosceva confine alcuno, così come giocare a porte chiuse avrebbe dato un cattivo segnale all'intera popolazione che si fermava per contenere l'emergenza nascente, proteggendo la propria salute dalla minaccia invisibile.
Il peggio di quelle giornate che hanno segnato profondamente la vita di molti, per quanti l'hanno persa o hanno avuto lutti nella cerchia familiare e amicale, non è completamente superato e resterà fissato nella memoria collettiva. Tuttavia, il clima emerso nelle ultime settimane appare più disteso e lascia posto all'ottimismo per il futuro, sempre tenendo alta la guardia sull'eventuale recidiva del virus che hanno predetto alcuni esperti della materia. A mettere ulteriore spinta nel pensare positivo è tornato a scorrere il pallone sui campi da calcio, dalla Serie A fino alle leghe inferiori. Una ripresa di normalità ancora non completata, vista l'assenza significativa dei tifosi allo stadio, che potranno tornare a popolare gli spalti a partire dal prossimo campionato con gradualità. In tale scenario le squadre si apprestano a terminare il percorso che le vede impegnate ciascuna per i propri obiettivi.

Guardando la classifica attuale è impossibile non notare alcune evidenze e fare un confronto con quanto visto prima del lockdown.
La Juventus resta la squadra da battere occupando il primo posto, ulteriormente blindato dopo gli ultimi risultati ottenuti da sé e non ottenuti dalle rivali inseguitrici, che hanno perso più di un'occasione per spodestare almeno simbolicamente l'eterna vincente in Italia. Né Lazio né Inter e neppure un'Atalanta in splendida continuità di risultati hanno raggiunto la perfezione e quasi certamente dovranno accontentarsi di non pensare in grande, intendendo con questo la vittoria finale, mentre diversa è l'analisi della situazione specifica delle tre squadre citate, che poteva non prevedere lo scudetto nei progetti iniziali e solo le circostanze hanno portato a credere in questa sfuggente illusione estiva.

Scendendo fino al quinto posto si trova la Roma ad assumerne il controllo. Da tifoso posso ammettere che mi attendevo ben altra posizione rispetto a quella occupata, ma come accade spesso soprattutto per chi conosce l'ambiente giallorosso le aspettative si infrangono contro la realtà. Anche quest'anno ci troviamo a commentare lo stesso copione ripetuto altre volte con diversi interpreti. Eppure le premesse per stupire erano presenti, sempre se lo stupore è supportato da un pensiero ragionevole di base. Impensabile che la Roma potesse sognare la vetta, troppa distanza da rose più attrezzate come Juve ed Inter. Inoltre si aggiunge una certa desuetudine ad ambire, anche soltanto per sforzo immaginativo, ad obiettivi importanti con conseguenti trofei da mettere in bacheca. Partendo da tali presupposti non è facile sollevare il pensiero per sperare in più di quanto sia concreto realizzare. L'inizio della stagione ha confermato le attese non propriamente rosee che pesavano sulla squadra dall'estate trascorsa. Pochi giocatori con personalità e nessun fenomeno travolgente a cui affidarsi quando si devono ottenere risultati decisivi, che determinano la classifica. In panchina siede Paulo Fonseca, arrivato dalla fredda Ucraina in cui ha guidato lo Shakhtar Donetsk, viene chiamato per dare nuova vitalità ed esperienza internazionale da trasmettere ai componenti della squadra. Tuttavia i risultati non danno molta visibilità al lavoro svolto, sembra mancare qualcosa per dirsi veramente soddisfatti. Nessuna caduta fragorosa che scuote bruscamente l'ambiente, ma tante piccole delusioni si avvicendano a rendere fosco il clima intorno alla Roma, mentre sale l'intensità delle critiche da parte della tifoseria. Anche in Europa la situazione si complica oltre le previsioni, in un girone peraltro non particolarmente ostico dato il livello non elevato delle avversarie. Fonseca e la squadra portano a casa il passaggio del girone con grande sofferenza, come testimoniano gli stessi risultati ottenuti.

Il lockdown che ferma il campionato come tutto il Paese arresta anche la Roma in cerca di continuità per mettersi al riparo dal mugugnare sempre più persistente dei tifosi, che stava per influenzare negativamente l'umore di alcuni giocatori. Così lo stop obbligato alle partite non è accolto volentieri perchè interrompeva un viatico di potenziale crescita. Il Covid ha reso impossibile continuare. Così emerge il dubbio che la Roma avesse preso la strada giusta, ma non lo sapremo mai. Il rientro in campo è una benedizione che concentra gli sforzi per dare lo strappo finale mirando al quarto posto che dà accesso alla Champions League. Sarebbe importante raggiungerlo, soprattutto in presenza di una situazione economica che il virus ha aggravato duramente colpendo al cuore il bilancio di molti club. La partecipazione alla prima competizione europea darebbe un forte contributo alle sorti finanziarie del club. Tutto sembra volgere per il meglio osservando il campo, e la vittoria contro la Sampdoria restituisce un Dzeko in grande forma che ribalta il risultato con caparbietà. Nonostante questo, l'Atalanta corre e abbatte ogni ostacolo si trovi di fronte, sbalordendo le più vicine concorrenti che non tengono il suo passo svelto. La svolta assume le sembianze del Milan, per affermare che la Roma è ancora in lotta per la quarta posizione, pur tenendosi distante dall'Atalanta, che mantiene in scacco le altre pretendenti.

Il disastro inizia da Milano e continua per altre due giornate preoccupando molto per il finale di stagione che rischiava di trasformarsi in disfatta senza precedenti. Emergono le debolezze già mostrate in altre circostanze e ora rafforzate dalla negatività dei risultati. Da non trascurare l'assenza di Nicolò Zaniolo, pedina cruciale di grande supporto per il gioco di Fonseca, fermato da un pesante infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per diversi mesi prima di rientrare in attività. Lo scatto di Nicolò torna a rendersi effettivo a Brescia dove la vittoria arriva per la seconda volta consecutiva dopo quella in casa contro il Parma, risollevando il morale di tutti quando però ormai il quarto posto si allontana definitivamente.La striscia positiva prosegue ancora battendo l'Hellas Verona all'Olimpico. Si evidenziano note positive che non nascondono tuttavia delle carenze stratificate, soprattutto nella fase difensiva quando la pressione avversaria.

Forte di ben tre successi consecutivi, la Roma si presenta carica d'energia nell'appuntamento che la vede affrontare l'Inter. March di grande fascino tra due squadre che hanno sempre combattuto aspramente e raramente annoiato. per questo anche stavolta si aspettava con grande pathos lo scontro tra due realtà importanti del calcio italiano. Devo ammettere, da telespettatore tifoso romanista, che le premesse hanno trovato reale fondamento nello svolgimento della partita. Entrambe approcciano bene, con la Roma che parte in forte propensione offensiva cercando il gol fin dalle prime fasi di gioco. La mia squadra dirige bene le operazioni ben ordinata in ogni reparto. Avverto la sensazione che manchi poco tempo prima che la Roma si porti in vantaggio, ero troppo ottimista. Il gol arriva dalla parte nerazzurra e cala il gelo nel cuore di molti romanisti,compreso me. Siamo sotto nel risultato ma è ancora presto per dire che anche questa volta abbiamo perso un'occasione, inoltre faceva ben sperare l'inizio determinato dei giallorossi.
Allo scadere del primo tempo, in pieno recupero, la Roma accelera e colpisce: Spinazzola supera Handanovic e calcia in porta, De Vrij tenta di impedire che il pallone varchi la linea ma non riesce, ed è lui stesso a mandare maldestramente la Roma in pareggio. Il primo tempo si chiude dunque in equilibrio. Penso che la Roma meritasse qualcosa in più per quanto creato, ma non realizzato effettivamente. Come capitato altre volte è emersa la poca lucidità in area di rigore, che ha frenato lo slancio offensivo proprio nella parte finale.
Al rientro dall'intervallo la Roma, come nel primo tempo, si mette subito nella posizione di voler colpire per portarsi avanti. Ci riesce con uno spunto offensivo finalizzato da Dzeko e Mkhytarian, che si toccano e quasi ostacolano tanta è la voglia di segnare. Sembra che la Roma faccia sul serio e non butti all'aria un risultato che sarebbe molto importante ai fini della classifica, difendendo il quinto posto dalle inseguitrici. Invece un episodio sciagurato danneggia e complica l'esito finale. Calcio di rigore assegnato e realizzato dall'Inter, che trova il 2-2.
Finisce così e la Roma non raccoglie la sua semina per l'ennesima volta. Il pareggio infatti non rispecchia l'effettiva prestazione che la squadra ha saputo compiere per 90 minuti, meritando la vittoria oltre ogni giudizio critico.

Ora la Roma dovrà concentrarsi sugli ultimi impegni di campionato, prima di tuffarsi all'inizio di agosto nell'Europa League dove affronterà in gara secca il Siviglia.