Bentornata Serie A.
Finalmente riprende il campionato dopo la lunga sosta per i Mondiali in Qatar e le successive festività natalizie, che ha permesso alle squadre di prepararsi con più tempo al momento del rientro in campo.
Non fa eccezione la Roma, che come altre compagini ha visto alcuni dei suoi elementi più rappresentativi prestati alle loro Nazionali, e ha dovuto dunque adeguarsi a questa situazione, cercando di organizzare le sedute di allenamento in modo diverso dal solito.
Non sono mancate in questo periodo le tournèe all'estero, ben due quelle organizzate dalla società giallorossa, prima in Giappone, nuova frontiera scelta dai Freidkin per aumentare l'attrattiva del club ad Oriente, poi un piacevole ritorno in Portogallo, luogo caro a Josè Mourinho che ha scelto la serenità della regione dell'Algarve, per svolgere il lavoro di preparazione atletica e tecnico - tattica con i suoi giocatori.
Diverse le amichevoli giocate in entrambe le occasioni, con risultati non sempre confortanti arrivati contro avversarie rispettabili, ma certamente inferiori dal punto di vista delle individualità e soprattutto del livello di gioco che avrebbe dovuto dimostrare la Roma. Sottotono, al limite del fastidio, le prestazioni di alcuni singoli finiti inevitabilmente nel mirino di molti tifosi per la loro scarsa resa, evidente nelle amichevoli e già emersa nelle ultime di campionato prima della pausa.
Voci critiche sono la costante a Roma, soprattutto quando a mancare sono i successi, e anche la luna di miele inossidabile venutasi a creare tra il tecnico portoghese e la piazza romana è sembrata affievolirsi. E dalle prime avvisaglie di presunte tensioni, si è sviluppato un dibattito partito dalle radio della Capitale, che è arrivato ben presto sulle prime pagine di quotidiani sportivi nazionali, alimentando l'ipotesi di una dipartita dello Special One verso l'incarico di commissario tecnico del Portogallo.
A sollecitare queste indiscrezioni, poi smentite dai fatti, un andamento nella prima parte di stagione al di sotto delle aspettative, fortemente accresciute dalla campagna acquisti più mediaticamente spettacolare del passato recente a Roma. Gli arrivi di Dybala, Wijnaldum, Matic e Belotti hanno galvanizzato l'ambiente già reso euforico dal trionfo in Conference League, dopo 60 anni dall'ultimo trofeo europeo conquistato. Gli eroi di Tirana, sede della finale contro il Feyenoord, in gran parte confermati, affiancati da campioni affermati a livello internazionale, sembrava la formula perfetta per affidare nelle mani di Mourinho la prosecuzione di un progetto vincente, alzando l'asticella delle ambizioni fino allo scudetto, obiettivo finale che passa dal ritorno in breve tempo in Champions League.

Come accade spesso, però, la realtà è più severa dell'immaginazione. Gli infortuni eccellenti in successione, prima di Wijnaldum, poi dello stesso Dybala in corsa, ai quali si va ad aggiungere un vistoso calo di Tammy Abraham, non convocato dall'Inghilterra al Mondiale, e una difficoltà in fase realizzativa anche di capitan Pellegrini e Zaniolo hanno lentamente asciugato l'entusiasmo, talora eccessivo, che avvolgeva la squadra.
Il 2023 inizia con la Roma al settimo posto, quattordici punti in meno del Napoli, che guida la classifica viaggiando ad un ritmo insostenibile per le sue inseguitrici. Se allo scudetto era obiettivamente difficile pensare, già con i nuovi acquisti, vista l'accesa concorrenza delle big, con la grande dose di sfortuna sopraggiunta, si è spenta definitivamente ogni timida speranza.
Resta la più che viva possibilità di raggiungere uno dei tre posti (escludendo il Napoli primo) per qualificarsi alla Champions attraverso la via più semplice. Certo, servirà un cambio di passo nei risultati per recuperare i punti persi. Ma per la Roma non esiste soltanto questa opzione: non va assolutamente dimenticata la partecipazione dei giallorossi all'Europa League, che tornerà a febbraio con il doppio impegno contro il Salisburgo valido per i playoff.

Insomma, c'è molto ancora da vedere nell'anno che è iniziato, e solo al termine della stagione si potranno valutare gli obiettivi o meno raggiunti, tra i quali rientra anche la Coppa Italia, manifestazione di prestigio spesso sottovalutata, che cresce d'interesse nelle fasi finali per culminare nella finalissima che assegna il trofeo.
Iniziare con il piede giusto già contro il Bologna sarebbe importante per caricarsi subito d'entusiasmo, lo stesso che non ha mai perso la gente anche quando le cose sembrano andare meno bene. E la cornice di pubblico attesa per il match contro gli emiliani rispecchia quanto visto durante lo scorso anno, l'ennesimo tutto esaurito all'Olimpico è ormai una diventata una normalità sotto la gestione Mourinho.

La voglia di Roma è tanta, per vedere all'opera un Dybala rigenerato dall'infortunio e fresco campione del mondo con l'Argentina, la sua presenza in campo catalizza l'attenzione di tutti e al meglio della condizione potrà fornire un contributo fondamentale ai suoi compagni.
C'è poi grande curiosità intorno al nuovo arrivato alla corte di Trigoria, Ola Solbakken, che fece soffrire e non poco i cuori giallorossi con la maglia del Bodo Glimt. Sarà in grado di farsi apprezzare e di essere funzionale alla causa per la quale è stato acquistato, aiutare il reparto offensivo a segnare di più.
Diversi sono poi i giovani, alcuni già stabilmente in prima squadra come Volpato, e altri che sono da poco stati integrati nel gruppo e destinati a restarci, come il classe 2004 Tahirovic esordiente contro il Torino.
E poi Tammy Abraham avrà spezzato la maledizione che lo ha fatto diventare più un problema che una risorsa in fase offensiva; a questa e a moltre altre domande risponderà come sempre il campo, già a partire da mercoledì.