Non ci siamo per niente.
Questo commento conciso è la sintesi più appropriata per definire lo stato attuale della Roma.
Dalla ripresa del campionato dopo lo stop prolungato causato dal Covid, la squadra non sembra aver ingranato la marcia giusta e i risultati, oltre che le prestazioni, confermano questa impressione da semplice osservatore della condizione generale che riguarda la squadra. Le prime avvisaglie di questo tenore erano già emerse prima della chiusura temporanea della Serie A: qualche blackout di troppo in gare all'apparenza più che contendibili dalla Roma, che raccoglieva invece poco di utile per la classifica dimostrando scarsa consapevolezza nei propri mezzi.
Fuori dalla Coppa Italia, l'ultimo trofeo importante inserito in bacheca ormai molto tempo fa, non è una sorpresa vista la difficoltà dell'avversario capitato ai quarti di finale, la formidabile Juventus è un miraggio batterla soprattutto se la si affronta nel suo fortino dove in pochi hanno avuto la tempra di regalarsi soddisfazioni.

La Roma propone bel gioco in Europa, partecipando all'Europa League fornisce certezze più solide sul versante dell'organizzazione di gioco, ma non sempre ottiene l'esito voluto. Così anche un girone semplice può divenire più complicato del previsto e ogni punto strappato si rivela importante per il passaggio del primo turno. Prima che anche le competizioni europee fermassero il proprio lineare svolgimento, la Roma accedeva, ancora con fatica, agli ottavi di finale per affrontare gli spagnoli del Siviglia. Appuntamento rinviato ad agosto quando ripartirà la competizione e sapremo se la Roma potrà arrivarci fino in fondo.

Voltando pagina e passando a trattare del campionato c'è molto da preoccuparsi per come gli eventi stanno precipitando rapidamente. La classifica è eloquente e sgombra da qualsiasi dubbio: raggiungere il quarto posto è un obiettivo ormai tramontato, perchè tenuto in sicurezza da un'Atalanta che appare insuperabile, da considerare una rivelazione consolidata del campionato. A determinare questa conclusione anticipata nella lotta per il quarto posto ci ha pensato la Roma, perdendo ancora e deludendo. Stavolta l'insuccesso è stato consumato nella notte dell'Olimpico, il cui vuoto sugli spalti è soltanto che uno specchio del vuoto lasciato in campo dalla squadra giallorossa. La lezione ricevuta in quel di San Siro ha convinto Fonseca a cambiare molti elementi dell'undici titolare, cercando di sperimentare nuove soluzioni tattiche anche coraggiose. Così Dzeko si accomoda in panchina lasciando spazio a Kalinic portando alle estreme conseguenze il turnover. L'esperimento non riesce già dai primi istanti di partita, l'attaccante croato infatti è impalpabile e la sua presenza è inefficace per tutta la permanenza in campo. Mai pericoloso davanti alla porta e poco servito dai suoi compagni, anche perchè ben coperto dalla linea difensiva friulana che non concede molte occasioni. Quando il gigante bosniaco lo sostituisce è troppo tardi per dare la scossa e recuperare lo svantaggio.
A complicare in modo decisivo la prestazione della Roma è intervenuta anche la giusta espulsione per Perotti, che abbandona il campo a metà primo tempo determinando un'inferiorità numerica che peggiora la situazione. L'argentino è protagonista di un fallo cattivo che merita la sanzione massima e la conseguente esclusione dal match.
Poche le note positive della serata, tra cui Carles Perez che si rende pericoloso in più di una circostanza con tiri potenti diretti allo specchio della porta. Nonostante diversi tentativi l'Udinese si chiude bene e riparte in contropiede procurando seri problemi alla difesa sconnesssa della Roma.
Finisce male così com'era cominciata, le scuse non servono più e occorre vincere per cambiare verso alla stagione. Napoli sarà il banco di prova del riscatto.