In un tempo non molto lontano dal nostro, il leggendario Jim Morrison dichiarava: "Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltar pagina e ricominciare". Difficile, se non impossibile, non condividere appieno le appassionanti parole di questo straordinario artista statunitense, in grado di descrivere in una semplice frase, ciò che ogni uomo trae come umile insegnamento da parte della vita di fronte ad un esercito di errori commessi. A volte però non si tratta soltanto di sbagli consumati tra le note del nostro spartito esistenziale, bensì possono presentarsi circostanze in cui si giunge alla meta di un percorso, ed inevitabilmente bisogna svoltare rispetto alla direzione precedente, in modo da ricominciare a proseguire verso l’orizzonte. Secondo la concezione del premio nobel Luigi Pirandello la realtà è assimilabile ad un flusso di elementi, un qualcosa di impossibile da imbottigliare in un recipiente fisico, poiché in costante e continuo mutamento: senza andare troppo lontano basti pensare al naturale scorrere del tempo che regola i cambiamenti nel clima che circonda gli esseri viventi, il susseguirsi delle stagioni, così come il consueto sorgere e tramontare del sole, inesorabile e calmo movimento che scandisce l’essenza di ogni giornata.

Anche nel mondo del calcio una delle chiavi di lettura più utilizzate per comprendere l’andamento di una società è la parola "ciclo": non esiste modo migliore per analizzare la storia di un club, se non quello di spezzettare un lungo cammino come se fosse una catena di anelli concatenati tra loro, in cui ognuno di essi rappresenta un determinato gruppo di individui. Sono infatti le persone a dar vita a ciascun momento degno di memoria: dai calciatori all’allenatore, passando per la dirigenza fino ad arrivare direttamente alla gestione presidenziale; nel mondo del calcio le risorse umane sono quelle che spesso e volentieri fanno la differenza, poiché forse bisogna ricordarlo, prima che di un business si tratta di uno sport. Una delle ultime società, tra le più blasonate d’Europa, che ha dovuto rifarsi gran parte della propria pelle, per necessità corrisposte al tempo che scorre e trascina con sé gli anni, è certamente l’Atletico de Madrid: infatti durante la corrente sessione di calciomercato, i colchoneros si sono distinti per un gran numero di importanti trasferimenti in uscita, accompagnati da nuovi volti in entrata, i quali serviranno a restaurare una rosa che ha scritto pagine determinanti della storia di questo club.

E così dopo la costruzione del moderno impianto conosciuto con l’appellativo di Wanda Metropolitano, in sostituzione dell'ormai leggendario Vicente Calderón, la ricostruzione in casa biancorossa è dovuta passare anche attraverso lo spogliatoio del cholo Simeone: dal capitano Diego Godin, partito in direzione Inter, alla lista delle cessioni si aggiungono i nomi di Lucas Hernàndez passato al Bayern Monaco per 80 milioni di euro, Filipe Luís (al Flamengo) e Juanfran (svincolato) per quanto riguarda il reparto difensivo. Per ciò che concerne invece il centrocampo, la società spagnola non ha potuto resistere alle avances da parte del Manchester City in corrispondenza alle prestazioni del giovane mediano Rodri, il cui cartellino è stato venduto alla ricca proprietà dello sceicco Mansur per una cifra intorno ai 70 milioni di euro; stesso discorso si adatta anche alla zona del campo subito successiva, con la stella più brillante dell’intera squadra, il francese campione del mondo Antoine Griezmann che si è trasferito alla corte del Barcellona guidato dal tecnico Ernesto Valverde, in seguito al pagamento della clausola rescissoria di ben 120 milioni di euro da parte della stessa società blaugrana. A ciò si aggiungono trasferimenti minori come il definitivo addio nei confronti di Gelson Martins, esterno destro classe 1995 riscattato dal Monaco per una cifra intorno ai 30 milioni, e la cessione del centravanti argentino nato nel 1993 Luciano Vietto, passato per circa 7,5 milioni ai portoghesi dello Sporting Lisbona.

Chiuso il capitolo legato ai saluti di volti già conosciuti, ecco arrivare quello relativo agli acquisti, i quali almeno per il momento proiettano la formazione guidata dall’allenatore Diego Simeone verso un orizzonte più luminoso di quanto si possa immaginare: è cospicuo il pacchetto di nomi in entrata riguardo il club che ha sede nella capitale spagnola, dunque cercherò di esaminare reparto dopo reparto come in precedenza. Partendo da ciò che durante la gestione del tecnico albiceleste è stato il principale asso nella manica per affermarsi sugli avversari, ovvero un’arcigna e solida difesa, l’Atletico ha deciso di regalarsi un totale rinnovamento con gli arrivi dei difensori centrali Felipe, Hermoso e Llorente, giunti a Madrid rispettivamente da Porto, Espanyol e Real Madrid per una cifra complessiva intorno ai 75 milioni di euro; sulla destra delle fasce laterali è da registrarsi la spiccata presenza del vice campione d’Europa Kevin Triepper, acquistato dal Tottenham per 22 milioni di euro, a cui si aggiunge il terzino sinistro brasiliano Renan Lodi, arrivato dall’Athletico Paranaense con un esborso totale di 20 milioni di euro. A dire il vero non sappiamo se i cochoneros abbiano intenzione di accaparrarsi qualche obiettivo per la linea mediana, dato che fino a questo momento non sono stati registrati movimenti determinanti in entrata. Per quanto riguarda invece il reparto offensivo ecco raggiungere il tavolo degli ospiti il piatto forte dell’estate biancorossa, un acquisto in tripla cifra dal prestigio di assoluto valore internazionale: si tratta dell’attaccante portoghese classe 1999 João Félix, il quale nella prossima stagione vestirà la casacca dell’Atletico Madrid per una cifra intorno ai 126 milioni di euro, un gigantesco esborso monetario finanziato direttamente dalla cessione del "petit diable" nel corso della stessa sessione di mercato.

Un profilo giovanissimo quello scelto dalla dirigenza del club, che ha deciso di investire una cifra talmente imponente da creare una montagna di aspettative sull’ex Benfica, il quale però non sembra temere affatto ragionamenti di alcun tipo sul suo trasferimento: infatti nel corso delle amichevoli estive disputate in varie parti del mondo, il ragazzo ha dimostrato di saper reggere la pressione segnando e divertendo il pubblico in più occasioni. A vederlo non si direbbe visto la linea verdissima manifestata dalla sua carta d’identità, ma questo giovane fenomeno ha già segnato la bellezza di 20 reti con la maglia della sua ex squadra, di cui ben 15 nella massima serie portoghese e 3 in Europa League, che in molti ricorderanno poiché messi a segno in una straordinaria tripletta ai danni dell’Eintracht Francoforte, un avversario di certo non sprovveduto. Dotato di non comuni qualità balistiche oltre che di una rapidità devastante nell’uno contro uno, João Félix rappresenta anche l’avvenire della Nazionale lusitana con cui ha esordito il 5 giugno di quest’anno all’età di soli 19 anni, il profilo perfetto a cui destinare la responsabilità di un gruppo fin qui trascinato dal pluricampione Cristiano Ronaldo. Con le dovute riserve relative ad un futuro ancora tutto da scrivere, il cammino di questo piccolo prodigio del pallone sembra promettere un luminoso avvenire per coloro che avranno la fortuna di ammirarlo tra le proprie fila, mentre per gli altri sarà necessario iniziare a studiare una serie di metodi innovativi in grado di arginarlo. "A star is born" verrebbe da dire, e stavolta non è solo il titolo di un film, bensì una realtà celata tra le pagine di una storia, che ben presto vi sarà raccontata.