E' ormai chiaro che la Juve ha stufato. Non si può vincere sempre. Se una squadra è manifestamente più forte, secondo le leggi dello sport, bisogna riequilibrare a tavolino quello che il campo non può controvertire. Sembra un assioma giuridico, eppure la sensazione di quello che il calcio e lo sport vietano a priori e con regolamenti chiari, sia diventata una norma esplicativa di comportamenti arbitrali e di qualche corte di giustizia sportiva (vedi CONI). 

Quello che è successo in Juventus-Fiorentina e in Benevento Juventus, lascia molti dubbi. E in diverse partite non si capisce come mai la Juventus ha l'ottanta per cento di possesso palla, e più cartellini gialli di chi si difende. Espulsioni come quella di Chiesa a Roma, e di Cuadrado con la Fiorentina, parlano di dinamiche che non hanno avuto la stessa valutazione quando la parte offesa era la Juventus. La partita con l'Atalanta, ad esempio e della stessa Fiorentina. L'atteggiamento di Pasqua (arbitro e non augurio) con il Benevento è sembrato di odio particolare contro la squadra piemontese, sfociata con l'espulsione nel finale di Morata per una frase innocente, senza alcuna offesa e neanche astio particolare. 

Ma quello che sconcerta di più è stata la sentenza del comitato di garanzia del CONI, che ha praticamente creato un precedente pericoloso e offensivo per le parti in causa. In primo luogo, la sentenza, che doveva essere di controllo di legittimità, è entrata nel merito, considerando opportunità e distinguo di comportamenti, stigmatizzati severamente dal giudice di merito, e ribadita dal giudice di reclamo. Poi ha sentenziato in contrasto alla situazione generale ed alle normative, regolate dal Governo in carica e dai massimi organismi dello sport (la LEGA) alle quali tutte le squadre si erano sottomesse accettando in toto i comportamenti da seguire in caso di Covid-19. Da notare che squadre che hanno seguito le regole hanno subito sconfitte brucianti (come il 6 a 0 patito dal Genoa, proprio contro il Napoli), ed oggi si sentono derise e prese in giro da tale sentenza. 

Ma ancora peggio, non si è tenuto conto di un fattore importante, il calendario. Non ci sono date per recuperare la partita, se non la speranza che né il Napoli e neppure la Juventus vadano avanti nelle rispettve coppe europee e italiane. Una miopia che lascia intravedere un'assoluta noncuranza delle ripercussioni di una sentenza che dovrebbe invece preoccuparsi delle situazioni contingenti e di pandemia nella quale versa la società attuale. 

Qual è la morale di tutto questo? Come si andrà avanti ora? E come mai né la FIGC e la Juventus non hanno fatto nessun ricorso? Tutto sembra strano, ma il punto è che molto spesso il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. E spiego perchè! 
Cominciando dai fatti arbitrali controversi, la spinta mediatica ha dirottato la classe arbitrale a comportamenti simili a quelli tenuti contro la Juventus, e questo ha scontentato anche altre squadre, e presto ci dovrà essere una correzione da parte del designatore arbirale con direttive precise su queste situazioni di gioco. Avvenne anche l'anno scorso, dopo che erano stati assegnati rigori contro la Juventus per falli di mano discutibili, e che (tardivamente) avevano dato ragione allo staff dirigenziale della Juventus. 

Ma la spada di Damocle appesa sul capo del campionato è proprio il pronunciamento della sentenza del CONI. Da oggi, ogni squadra che si trovasse in difficoltà a causa di qualche giocatore positivo al coronavirus, potrà adire l'ASL di competenza, fare diverse pantomime nelle quali farà finta di volere partire e poi non giocare la gara. 
Se succedesse, il campionato non andrebbe più avanti. E forse qualcuno dovrebbe veramente dimettersi, o peggio, l'autorità giudiziaria indagare.
Ad majora.