L'ultima notizia non mi ha lasciato sorpreso. La rinuncia a Bernardeschi, dopo quella a Dybala, era nell'aria. I dirigenti bianconeri hanno decisamente virato di rotta e per prima cosa, hanno verificato chi ha fame e chi non sembra ne abbia. E se guardiamo i rendimenti di Bernardeschi e Dybala, si scorge poca voglia di dannarsi l'anima in mezzo al campo.
Indubbiamente sono due campioni (sì, ripeto, campioni), ma se Dybala ha avuto sempre qualche acciacco di troppo, Bernardeschi ha spesso nascosto quella rabbia che esibiva quando nella Fiorentina si dannava l'anima tutte le volte che giocava contro la Juventus. Una volta acquistato, e con quaranta milioni di spesa, non ha mai dimostrato di possedere quella rabbia agonistica e quella fame che sembrava lo mettesse in una condizione di superiorità sugli avversari. 
Se guardiamo ai giocatori avuti in passato, possiamo prendere ad esempio giocatori come Pepe e Lichsteiner, che piuttosto di perdere una partita, morivano sul campo e, a volte, raddrizzavano anche le sorti della gara, perchè non ammainavano mai la bandiera anzi, issavano il vessillo dei pirati, con tanto di teschio e benda sull'occhio. E se vogliamo fare esempi odierni, si vedano Cuadrado e Chiesa, sempre a dannarsi l'anima dietro ad ogni pallone, tanto che Federico(Chiesa) si è pure infortunato. Spesso l'atteggiamento in campo di alcuni giocatori ha indispettito non poco la tifoseria e, seppure qualche volta ci siano stati momenti di euforia calcistica, rimane la sensazione che la Juventus pensi di smettere di pagare redditi da rendita di posizione. Ovvero, essere pagati solo per il proprio prestigio, ma a quel punto, imbastisci un programma da influencer, con tanti followers e collegamenti social. 

No, la nuova squadra ripartirà da giocatori anche con meno  classe, ma con la voglia di onorare la maglia, perché alla Juventus, come diceva Moggi a Camoranesi, lo stipendio lo paghiamo regolarmente, e quindi la puntualità e l'impegno non devono mancare. E la scelta di prendere giocatori che non sono certo giovani, con tanti trofei guadagnati, induce ad inserire al gruppo uomini da spogliatoio, con la dignità sempre in testa e la voglia di giocare come se esordissero per la prima volta. E se guardiamo a giocatori come Benzema, Marcelo, Modric e Kroos, si impara cosa vuol dire avere carattere e sebbene siano alla loro ennesima vittoria internazionale, hanno sovvertito pronostici avversi con l'umiltà, la voglia e la consapevolezza che in campo prima di arrendersi, si deve aspettare il fischio finale. E così il Real Madrid è in finale di Champions, la quattordicesima, ma la fame non si estingue mai.

E' forse questo il messaggio che la Juventus vuole mandare, non ci devono essere mezze figure, o si è carne o si è pesce, tutti e due insieme non si può. Dopo nove scudetti vinti anche troppo facilmente, la società si è accorta che non ha diostrato nulla, perchè basta un'annata come questa (zero trofei) e tutto si cancella, è come il gol più bello, ovvero il prossimo. E' come la partita più importante, la prossima, e non importa contro chi, perchè quando sei alla Juventus la figura da cioccolataio è sempre lì dietro l'angolo, vedi l'anno scorso Benevento e quest'anno Empoli e Sassuolo in casa, il Genoa due settimane fa, ed il Venezia sulla laguna. 

Si ripartirà da figure piuttosto forti, si parla di Pogba e Di Maria, certamente non due giovani, ma sicuramente gente di carattere esperienza e voglia di vincere. Poi si vedrà anche per Perisic, anche lui non più tanto giovane, ma con un dinamismo ed un carattere da guerriero, e con i due gol rifilati in finale di Coppa Italia, si è vinto la partita giocando da protagonista. E' uno da accogliere con la puzza sotto il naso? Non credo proprio! 
Certo, vogliamo i giovani, ma con una squadra di giovani, senza adeguati maestri e capitani di tante battaglie, non si va lontano. I giovani sono importanti, ma vanno fatti crescere, sia tecnicamente che tatticamente e, soprattutto in forza fisica, perché in mezzo al campo sono botte e bisogna saperle dare e prendere. In gergo si dice: farsi la gamba!

Bisogna sempre tenere conto che un ragazzo di vent'anni ha una differenza di forza fisica rispetto anche a solo un ventisettenne di molto inferiore. Poi ci sono ragazzi che a sedici anni sono già forti come a trenta, ma sono rare eccezioni. E quindi i vari Miretti, Fagioli, Ranocchia, Rovella e Gatti, dovranno imparare a giocare in un sistema dove il professionismo è ai massimi livelli. E quando si parla di professionisti il paragone potrebbe portare a considerare la differenza tra un giovane avvocato ed un esperto penalista. In tribunale non ci sarebbe storia. Se però il valente giovane si affianca ad un esperto penalista, può imparare presto a farsi valere, ma questo richiede sempre un tirocinio, ed un pò di tempo per assimilare. Ed ecco, noi abbiamo bisogno di giovani volenterosi e di talento, ma anche di "navi scuola" per copiare un gergo di altro tipo, ma preciso nell'accezione.
Poi ci sono quei giocatori con una dote innata, la scaltrezza. Sono quei ragazzi che sanno ottenere vantaggi da situazioni spesso non preventivabili, ma che si colgono alla prima disattenzione dell'avversario. Questo è molto mancato a questa Juventus, dove sembrava che la dormita collettiva diventasse la situazione inesorabile da aspettarsi, come l'ultima partita contro la Lazio. Bastava che Cuadrado portasse la palla verso la bandierina, invece di cercare la giocata per segnare, e si sarebbe vinto la partita. Sono ingenuità inconciliabili per una squadra che vuole vincere. E bisognerà trasformare alcuni reparti in "fucine" di gioco e di dinamismo per la tenuta di squadra.  

Ora, noi possiamo fare fantacalcio, o meglio fantamercato, ma la società sembra preventivare alcuni cambiamenti radicali, ed uno sarà soprattutto sulle fasce, ma in difesa, dove gente come Udogie, Bellanova, Molina o Emerson, saranno sicuramente oggetto di mercato, anche se non tutti insieme. A centrocampo, anche se sembra il reparto meno forte, in realtà basterebbe un innesto di valore, come un Pogba, o meglio ancora un Milinkovic Savic. Infatti ora abbiamo già Zakaria, Rabiot, Arthur, Locatelli e Mc Kennie, più i giovani citati. Sicuramente qualcuno andrà via, ma la situazione è fluida. Sarà invece da considerare molto più attentamente la zona attaccanti. Qui ci sono molti problemi, per prima cosa, Morata, costa troppo riscattarlo, ma ha dimostrato di saperci fare. Poi Kean, che si porta dietro un contratto capestro (per la Juventus), che ha deluso e sperperato speranze, ormai da rimandare al mittente, trovando la formula idonea.

Un altro problema sarà Chiesa. Non aspettiamoci che appena rientra sia in grado di fare quello che faceva prima, perché l'esperienza insegna che dopo questi lunghi infortuni, il giocatore che lo subisce ci mette molto più tempo di un normale recupero a fornire le prestazioni di cui è capace. Prendiamo ad esempio Del Piero, ebbe anche lui un lungo stop per infortunio, ma l'anno seguente non fu subito al top,  recuperando una forma accettabile solo dopo quasi due anni. Spero che per Chiesa sia più breve, ma nel frattempo ci sarà bisogno di qualcuno che ne occupi la casella, almeno nella sistemazione del ruolo. Se arrivasse Di Maria, sarebbe già un buon acquisto, ma ci sarà bisogno allora di sistemare l'altra casellina, che potrebbe essere Cuadrado, finalmente libero da compiti difensivi, oppure da qualche nuovo acquisto, o meglio ancora un giovane promettente vedi Soulé, ma dovrà dimostrare subito che può essere votato alla causa. Rimane da sistemare la difesa, ma qui sembra che si possa arrivare ad Acerbi (scambio con Rugani) Gabriel, Gatti, De Ligt e capitan Bonucci.

Sicuramente manca ancora un lato non preso in considerazione, ovvero le partenze. E qui si potranno aprire scenari diversi, come scambi e  vendite, mancati rinnovi, come sopra descritto, e si dovranno attrezzare tutte le armi a disposizione per convincere gli agenti ed i calciatori non più considerati nel progetto ad accettare o meglio trovare altre destinazioni. 

L'Exor, tramite John Elkann, ha posto le basi e le certezze per un cambio di passo. Questo vorrà dire che finanziariamente sarà molto vicino alle operazioni in corso. La forza economica ed industriale del gruppo Agnelli non teme confronti, e seppure ci sia un Fair Play finanziario da rispettare(cosa che altre società hanno violato senza sanzione) si troverà la formula per trovare le risorse necessarie.
E se gli Agnelli vogliono qualcosa, l'avranno sicuramente, persino la testa di Ceferin.