Due goal in due partite. Da debuttante. Mica male si dirà.
E da qui parte l'euforia totale, assoluta, unica, tutta italiana. Quello che ricordava un po' quanto accaduto con Gnonto. Lo ricordate? Gioca ancora con la Nazionale per chi non se ne fosse accorto. Siamo così assetati di attaccanti che basta una vampata in attacco che si perde letteralmente la testa.
Tutti volevano Gnonto. Ma alla fine non l'ha preso nessuno in Italia. Siamo meravigliosi!
E adesso? Si repilica con il tutti vogliono Retegui. Segna contro l'Inghilterra dopo un primo tempo pessimo. Segna un goal trovandosi al posto giusto, nel momento giusto che avrebbe segnato anche un bambino. Ma segna. Questo è quello che conta.
Qualche giorno dopo si replica. Lasciato in area da solo da una difesa da SerieC, quella del Malta. Nazionale imbarazzante, che stava per segnare contro l'Italia. Salta di testa e segna l'italo argentino. Segna, questo basta per partire con il tutti pazzi per Retegui.
E non è uno scherzo! Ma così fenomeno che in Argentina ha segnato quest'anno sei goal in otto partite. Buona media. Nella stagione precedente 19 goal in 27 partite. Media da capocannoniere in SerieA. Sicuramente. Valutazione attuale di qualche milione di euro. Il ragazzo farà strada e farà tante belle cose. Noi siamo un po' quelli che esaltano giocatori come Pafundi, che ha giocato 9 minuti da titolare con l'Udinese ed un minuto con la Nazionale, da chi lo paragona a Messi a chi, uno a caso, Mancini, che dopo la figuraccia colossale con il Mondiale non si sa come sia ancora a guidare la Nazionale, dice prima Pafundi e poi tutto il resto, e viene convocato in Nazionale, certo, ma per restare in tribuna! Non è uno scherzo. Non è questo un modo con cui si aiuta Pafundi a crescere, meglio stare zitti che costruire castelli di sabbia di aspettative che verranno giù al primo soffio di Bora. 

Retegui e Pafundi in questo momento sono due casi Nazionale. Quelli che stanno facendo parlare di più. Siamo messi così male che Retegui sembra quasi Messi e Ronaldo insieme. C'è carenza di attaccanti in SerieA. Si andasse a guardare in SerieB. Anche se va detto che pure lì che tra chi segna maggiormente non vi sono solo italiani. Anche la SerieB, il campionato degli italiani, così lo chiamano, vi sono quasi il 40% di stranieri. In tutto ciò, mentre si va alla ricerca all'impazzata dell'ago del pagliaio in questo momento, dell'attaccante su cui fare affidamento per i prossimi anni, non si capisce come il sistema calcio intenda invertire la tendenza.

Quote azzurre? Non pervenute! Incentivi per chi fa giocare più italiani titolari in SerieA? Neanche a parlarne. Incentivi per chi schiera giovani titolari dei nostri vivai? Figurarsi. Si va avanti con i soliti teatrali piagnistei, con le solite facce incazzate e di chi continua ad incassare colpi, ed intanto non resta che rincorrere il tutti pazzi per Retegui e sperare di vedere giocare qualche minuto il monfalconese Pafundi, per il resto... stendiamo un doppio velo pietoso in un calcio dove la colpa alla fine dei conti è sempre degli altri.
Amen.