Antonio Conte nuovo tecnico del Real Madrid! Anzi no. Nel giro di qualche giorno Conte è stato ad un passo dall’incarico più prestigioso a cui un allenatore possa ambire, e quando ormai si attendeva solo l’annuncio, è arrivato il clamoroso dietrofront del Real, che per il tecnico pugliese sa tanto di beffa, anche alla luce del fatto che a quanto sembra, pur di sedere su quella che è la panchina più prestigiosa del mondo, avrebbe rescisso con il Chelsea, rinunciando ad un contratto che lo legava al Chelsea per un altro anno, e che quindi gli permetteva di recepire il suo lauto stipendio stando comodamente a casa.

La soluzione Conte sembrava la più naturale e scontata, in quanto rappresentava la scelta migliore, o comunque tra le migliori tra tutti i tecnici liberi, soprattutto anche in virtù di quelle che sono le caratteristiche del tecnico e le problematiche attuali del Real, con il tecnico chiamato a rimotivare un gruppo che, dopo aver fatto una grande “abbuffata” di trofei negli ultimi anni, quest’anno, complice anche l’assenza di Cristiano Ronaldo, sembra smarrito, demotivato, una brutta copia della squadra che ha imposto la sua legge nell’ultimo quinquennio, arricchendo la propria bacheca di 4 delle 5 Champions a disposizione.

Cosa abbia determinato il clamoroso dietrofront tra il Real e Conte non è chiaro, ma secondo le solite voci di corridoio, che in situazioni del genere cominciano a circolare incontrollate, ci sarebbero stati tanti veti contro il tecnico pugliese. A cominciare dallo spogliato del Real, una vera e propria casta, capeggiata da una personalità di spicco e da sempre influente come Sergio Ramos che, senza tanti fronzoli, quando ormai sembrava fatta per Conte al Real, anziché dare il benvenuto, da capitano e da leader, al tecnico, ha recapitato a mezzo stampa un pistolotto sul rispetto e di come vada guadagnato, a quello che sembrava essere il suo nuovo allenatore, non certo il modo migliore di iniziare un rapporto.
A Conte, inoltre, non avranno sicuramente giovato neanche le recensioni al veleno del suo grande “nemico” Diego Costa, giocatore allenato da Conte al Chelsea e con cui i rapporti si erano completamente deteriorati, con il calciatore finito fuori squadra e ceduto anzitempo dal Chelsea all’Atletico Madrid. Il giocatore, interpellato dai compagni di nazionale, sembrerebbe che non le abbia mandate a dire. E come se non bastasse, sembra abbia giocato a suo sfavore, anche la trattativa molto avviata, che vorrebbe la stella del Chelsea Hazard al Real, oggetto di attenzioni del club Madridista già da tempo, con il giocatore che non ha mai disdegnato, anzi ricambiando ed esternando a più riprese la sua voglia di Real, e anch’esso, come D. Costa, con un rapporto logoro con Conte, al punto tale da raffreddare la trattativa del suo passaggio al Real, che sembrava andare avanti da tempo.

Chi in tutta questa situazione sembra spettatore interessato potrebbe essere il Milan, che sin dal suo addio alla Juventus ha strizzato l’occhio al tecnico pugliese in più occasioni, nonostante un Gattuso alla sua prima esperienza in un grande club, non stia facendo male, ma che sembra però non riuscire mai a convincere a pieno i tifosi, più propensi ad un grande nome, e neanche la dirigenza sembra essere particolarmente entusiasta del tecnico Calabrese.
Il Milan potrebbe rappresentare la soluzione ideale per Conte, che per molti versi, ricorda il suo arrivo alla Juventus, con una squadra rimasta ai margini del calcio che conta per anni, ma che con il suo arrivo, e grazie alla sua grinta, motivazione e cultura del lavoro, hanno riportato in alto la Juventus, con i risultati che sono ancora oggi sotto gli occhi di tutti. Ma occhio, perché anche al Milan Conte potrebbe trovare un nemico, che si materializzerebbe sotto forma FINANCIAL FAIR PLAY, a cui sarà assoggettato sicuramente il Milan da parte dell’UEFA, sarà solo da capire in che forma e in che misura, ovvero se sarà applicato il voluntary Agreements o il settlement agreements.
Nel primo caso, sarà la società a proporre un piano di rientro, in cui ovviamente si lascerà qualche margine di manovra in più, mentre nel secondo caso, sarà ‘UEFA a imporre un piano di recupero, che sicuramente sarà decisamente più rigido e restrittivo.