Undicesima giornata di campionato archiviata ieri sera con il posticipo Udinese-Milan. Giornata molto in linea con le previsioni e decisamente avara di soprese, ma non di emozioni. Hanno vinto tutte le big, ad eccezione della Roma, fermata forse più da un arbitraggio discutibile, che dalla Fiorentina. Come detto, poche le sorprese(forse solo il tonfo della Sampdoria), e tante conferme, su tutte l’Inter, che dopo le defaillance di inizio stagione, continua la sua scalata all’alta classifica, che la vede sempre vincente nelle ultime sette partite, e appaiata al Napoli al secondo posto, candidandosi prepotentemente al ruolo di antijuve.

L’Inter, quindi, torna a godersi la classifica che le compete e che il blasone le impone, venendo fuori da annate decisamente negative, che l’hanno vista arrancare non poco, restando sempre, o quasi, ai margini del calcio che conta, con solo qualche partecipazione in Europa League, decisamente troppo poco.

Gran merito va a questa società che ha sempre lavorato a fari spenti, senza grosse disponibilità, il tutto negli anni del post “triplete”, forse un macigno per chi è venuto dopo, e venendo fuori brillantemente dalle secche del FINANCIAL FAIR PLAY, che nell’ultimo triennio, ha ulteriormente rallentano i programmi della società. E il fiore all’occhiello di questo lavoro certosino fatto in questi anni, è sicuramente l’ultima campagna acquisti, fatta senza spese folli, e prendendo giocatori utili al progetto, a prescindere dai nomi, come Politano e Vrsaljko, o ottimi parametri zero, come De Vrij e Asamoah.

Come detto, l’Inter ora si gode i frutti di un lavoro di crescita, portato avanti negli anni. E il tutto nonostante un dato quanto meno anomalo e in controtendenza. Infatti, dal post triplete ad oggi, l’Inter ha sofferto di una sindrome che potremmo ribattezzare “top-flop”, ovvero l’acquisto top della stagione(in termini economici), si è puntualmente rivelato sempre deleterio sia dal punto di vista tecnico, che economico, o comunque non all’altezza della situazione.

Gli anni post triplete, non hanno visto grossi danni economici, in quanto anni dove i cordoni della borsa sono stati ben stretti, con l’Inter protagonista più che altro di mercati fatti di prestiti e comproprietà, ma nonostante ciò, nella stagione 2011/12 i pochi soldi a disposizione, vengono spesi per Ricky Alvarez(5,5 mln), con risultati non certo apprezzabili. L’anno dopo, l’acquisto top è Guarin(11 mln), rimasto in nerazzurro qualche anno, ma con scarsi risultati. La stagione 2013/14 rappresenta l’eccezione, con l’acquisto top di Icardi(13 mln), indubbiamente miglior acquisto di questi anni. Nel 2014/15 l’Inter non fa mercato, limitandosi a prestiti e comproprietà. L’anno dopo, l’acquisto di punta è Kondogbia, arrivato dal Monaco per 31 mln+5 di bonus, rivelatosi però una delle più grandi delusioni di questi anni. Nel 2016/17 gli acquisti di punta sono addirittura due, Joao Mario, fresco campione d’Europa con il Portogallo e Gabriel Barbosa, meglio noto come gabigol, con tanto di presentazione in pompa magna, degna del miglior Ronaldo, risultato? Stendiamo un velo pietoso. Lo scorso anno, l’acquisto top è stato Vecino(24 mln), sicuramente il meno peggio di tutti quelli elencati fin qui, e abbondantemente riscattatosi con il gol all’ultima giornata valevole la qualificazione per la Champions contro la Lazio, ma finito ai margini del progetto per tanti mesi, specialmente dopo l’arrivo di Gagliardini a gennaio. Quest’anno sembra interrotta la tradizione negativa, con l’acquisto top di Nainggolan, ancora non ai suoi livelli, ma sicuramente non un flop, palma che però potrebbe toccare a L. Martinez(23 mln), che potrebbe rivelarsi un acquisto inutile, al di là delle qualità presunte o reali, in quanto, essendo giovanissimo, avrebbe bisogno di giocare e crescere, ma il 4-2-3-1 Spallettiamo non prevede la seconda punta, e non avrebbe senso snaturarlo in altri ruoli, tipo dietro la punta, come in alcuni casi.

 Alla luce di quanto detto, sarebbero quasi 100 mln i soldi “bruciati” in giocatori decisamente non da Inter, e vedendo quanto bene, nonostante ciò, stia facendo, viene naturale pensare, cosa sarebbe stato dell’Inter con quella sommetta spesa bene?