Parafrasando Vecchioni, stasera saranno luci a san Siro. Ma non saranno i soli riflettori ad illuminare la scala del calcio Italiano, ma anche le tante stelle che scenderanno in campo stasera, che sanciscono definitivamente il ritorno nel grande calcio dell’Inter, dopo anni di purgatorio, che hanno visto l’Inter protagonista di stagioni mediocri, e lontana dalla Champions per tanti, troppi anni. E dopo l’assaggio con il Tottenham, che con tutto il rispetto è una buona squadra e nulla più, è arrivata appunto l’ora del Barcellona, che riporta definitivamente l’Inter in palcoscenici più consoni al suo blasone.

LA PARTITA: L’Inter arriva a questa partita decisamente in fiducia, forte di un filotto di vittorie(7) in campionato, e vincendo tutte le partite disputate nell’ultimo mese e mezzo, ad eccezione della partita di andata proprio con il Barcellona. Ma in queste due settimane intercorse dal match di andata, l’Inter ha preso ulteriore consapevolezza dei propri mezzi, disputando due partite di campionato, Lazio e Genoa, dove ha letteralmente “stritolato” le proprie avversarie, non facendo praticamente vedere palla agli avversari per novanti minuti.
E questa ulteriore miglioria nel modo di coprire il campo e nel gioco, si è notata da quando Spalletti ha modificato il suo 4-2-3-1 in un 4-3-3 ancora più solido, che praticamente ha impedito di giocare alle malcapitate di turno. E stasera sarebbe un grave errore, a mio avviso, tornare al 4-2-3-1, in quanto, con i tre mediani, si creerebbe più traffico in mezzo, in modo da concedere meno spazio possibile, in quella zona di campo da sempre punto di forza degli spagnoli, che con il loro palleggio e i loro fraseggi, stordiscono gli avversari e costruiscono i loro successi. Cosa successa puntualmente all’andata, con i due in mediana, Brozovic e Vecino, sempre in balia della marea blaugrana. Stasera Spalletti, memore dell’andata, potrebbe abbassare Nainggolan in mediana, il quale porterebbe tanta qualità e quantità in mezzo, e con la presenza di tre mastini in mediana, potrebbero beneficiarne anche gli esterni alti, che verrebbero sgravati di qualche compito difensivo in più, beneficiandone il fronte d’attacco, e in particolare Icardi, completamente isolato in avanti, nel deserto blaugrana all’andata.

Altro punto importante è l’euforia che circondata la squadra, più che lecita visto il momento, ma che non deve far perdere di vista quella che è la realtà e le distanze che ad oggi ancora ci sono tra le due squadre. Infatti i tifosi, ma anche il tecnico, si sono lanciati in dichiarazioni decisamente ardite, che vorrebbero un’Inter alla pari del Barcellona. Decisamente no! L’Inter non deve avere paura e se la deve giocare, per carità, ma con la consapevolezza che oggi tra le due squadre c’è un abisso, e non solo per la qualità delle due rose, ma anche, e soprattutto, per l’attitudine a giocare e calcare certi palcoscenici, che per il Barcellona, rappresentano il proprio habitat naturale, ma per l’Inter di oggi è una nuova scoperta, con cui prendere gradualmente confidenza, facendo i vari step, comprese le cadute come l’andata, che sono propedeutiche alla crescita, vedi cammino Champions della Juventus post calciopoli.

LA MOSSA: In questa squadra che sta facendo cose eccezionali, facendo sognare i tifosi ad occhi aperti, c’è però anche una nota stonata, che risponde al nome di Ivan Perisic. Dall’inizio della stagione, il calciatore non ha mai offerto una prova convincente, decisamente la brutta copia del giocatore ammirato fino a qualche mese prima. In questa Inter dove tutti girano a mille, stride ancora di più vedere questo giocatore andare ad un’altra velocità rispetto alla squadra, e forse, anche in virtù di un mondiale logorante, e lungo per lui, finalista con la sua Croazia, Perisic andava gestito meglio ad inizio stagione, magari tenendolo fuori in attesa di recuperare la migliore condizione, prerogativa fondamentale per un giocatore come lui che trova nell’aspetto atletico, un punto di forza.
Nelle ultime due partite, qualche piccolo segnale di ripresa si è visto, ma troppo poco per quelli che sono gli standard del Croato. Considerata la portata dell’evento e di quanto, già di per sé, sia proibitivo l’impegno di stasera, non sarebbe il caso di far sedere in panchina il giocatore, non regalando un uomo al Barcellona come all’andata?