Ho l'impressione che si faccia una certa confusione fra razzismo e maleducazione. I due fenomeni, in realtà, hanno in comune la sgradevolezza, ma sono cose diverse. Il razzismo, infatti, consiste nella convinzione, di carattere scientifico o pseudo-tale, che l'umanità sia distinguibile in tipi con caratteristiche biologiche distinte. La maleducazione, invece, è la mancata o imperfetta conoscenza delle regole del vivere civile.  Perché faccio questa distinzione? Due parole due...

Ci sono persone che, non offendono mai apertamente una persona o un gruppo etnico, né parlano male di costoro in pubblico, ma sono fermamente convinte di appartenere a una razza superiore o che altri appartengono a razze inferiori. Li potete trovare al bar o alla macchinetta del caffé che discutono con colleghi dalla provenienza o dall'origine più disparata, magari celano l'ostilità dietro una finta bonarietà o una spruzzata di sense of humour, anche una franca risata. Conviene loro intrattenere tali cordiali relazioni, perché carriera e affari sono sacri, oppure non possono sottrarsi a questa socializzazione. Quando possono permetterselo, sanno evitare i contatti indesiderati come se si trattasse di toccare appestati. Sono razzisti perché dentro restano filosoficamente convinti che ci sono razze superiori e inferiori. Ovviamente, i razzisti sono convinti di appartenere a una delle prime.

I maleducati sono quelli che durante una discussione ti aggrediscono gli altri "a male parole", inserendo tra queste anche dispregiativi legati all'origine etnica o regionale. Lo fanno perché, se si deve offendere, insultare mamme e sorelle non è molto diverso che riferirsi al colore della pelle o al campanilismo. Per ironia delle cose, spesso chi offende ha lo stesso colore di pelle, origine etnica, provenienza giografica dell'offeso. Tanti anni fa, per esempio, ho sentito un afroamericano litigare con un altro afroamericano apostrogandolo con un terribile "nigga". In realtà alle parole non corrisponde alcun pregiudizio effettivo.

Certo, ci sono anche i razzisti maleducati, ma per quelli direi che il problema non si pone. Nulla quaestio.

Il fatto è che, quando si sentono i cori allo stadio o si leggono gli striscioni, spesso si classifica come razzismo, la banale maleducazione. E chiariamo che anche la maleducazione non va incoraggiata, anzi come tutte le manifestazioni contrarie al buon andamento della vita associata, va sanzionata. Ricordo, infatti, uno striscione degli anni '80, con cui gli ultrà del Lecce auguravano al presidente del Bari la stessa fine del compianto Cesare Baretti. Si trattò di un esempio di maleducazione non razzista, ma molto brutta, tanto nei confronti di Baretti che del presidente avversario.

Perché razzismo e maleducazione possano essere combattuti con efficacia, vanno aggrediti ognuno col medicinale e la cura appropriata, altrimenti la cura non funzione. Anche in medicina, lo stesso antibiotico non vale per tutti i batteri,