SAY NO TO RACISM - Da anni ormai si cerca, nel calcio come nel mondo, di combattere il fenomeno del razzismo. Questa lotta peró, ha portato gli oppositori dell’uguaglianza globale ad essere sempre più feroci e sempre meno “riservati”, non limitandosi più a pensare scemenze ma anche a farle e dirle, sentendosi anche migliori degli altri. In questo articolo ci tengo a fare una precisazione che spesso in Italia non viene affatto presa in considerazione, il razzismo esiste anche per le persone con la pelle bianca, ad esempio i calciatori dell’est (Romeni,Albanesi,Croati,Serbi e molti altri) vengono prevalentemente definiti zingari da bocche collegate ad un cervello grande come una biglia senza nemmeno sapere la reale etimologia del nome. Non esiste un razzismo di Serie A o di Serie B, il razzismo è razzismo, punto. Detto questo, proseguo nel narrare la vicenda. 

CASI, CASINI E CASONI - Di recente, moltissime squadre sono state coinvolte in campagna di sensibilizzazione rivolte ai propri tifosi, colpevoli di alimentare odio sia durante le gare sia nei ritiri delle squadre. Quello che è accaduto in Francia peró, specificatamente a Orleans. La squadra locale, militante nel Championnat National, la terza divisione del campionato Francese, si è dovuta scontrare con le dichiarazioni del loro allenatore Bernard Nasoni. Il Francese 62enne è stato denunciato dai suoi stessi calciatori, dopo l’ennesima frase razzista. Ennesima, si, perché già a settembre il galantuomo si era fatto sfuggire una frase di questo tipo, dicendo che il suo ruolo nel club Francese sarebbe stato quello di risolvere i problemi della testa dei calciatori e vantandosi di come fosse riuscito a farlo anche con calciatori nordafricani, specificando come fosse facile per lui farlo con dei Francesi, essendoci riuscito con calciatori stupidi come quelli del Nord Africa. Ma evidentemente non era stato ravvisato, visto che poche settimane fa, durante un allenamento ha voluto ribadire i suoi ideali. Un calciatore della squadra della Loira ha raccontato di come durante una partita cinque contro cinque, in allenamento, l’allenatore abbia diviso le squadre in “Bianchi” e “Neri” basandosi sul colore della pelle e facendo una “”battuta”” sulle casacche che, secondo Casoni, potevano non essere date ai calciatori di colore, tanto si riconoscevano. In una successiva conferenza stampa, l’allenatore si è detto profondamente sorpreso dalla definizione di razzista che gli è stata attribuita, poiché lavorando in Africa per 6 anni, gli si poteva dire tutto fuorché che fosse razzista. Disamina agghiacciante a cui si aggiunge la risposta ad una domanda fatta da un giornalista, che voleva sapere se fosse vero che il tecnico avesse chiesto alla società di “sbiancare” la squadra, cedendo la maggior parte dei calciatori di colore (alcuni di loro sono Francesi, capirete tra un attimo perché lo specifico) andando, in seguito, ad acquistare calciatori bianchi, possibilmente Francesi. La sua risposta in merito è stata chiara, confermando di aver fatto questa richiesta ma prr un semplice fatto di equilibrio visto che, secondo lui, una comunità non dovrebbe essere sovrarappresentata.

VECCHI TEMPI - Bernard Casoni nacque a Cannes, il 4 settembre 1961. La sua carriera da professionista inizia nel 1980 con il Cannes, squadra in cui rimarrà 4 anni, senza grandissime prestazioni, prima di essere ceduto al Toulon. A Tolone andrà meglio e dopo 6 anni, il difensore Francese passó al Marsiglia dove riuscirà a vincere ben tre campionati consecutivi e la rinomata Champions League. Nel 1996, si ritirerà dal calcio per intraprendere la carriera da allenatore che inizierà ufficialmente nel 1999, sempre all’Olympique Marsiglia. A Marsiglia passò abbastanza inosservato, per poi iniziare a girovagare, cambiando squadra ogni anno senza nessun grande risultato, tra Francia (Cannes, Bastia, Auxerre, Valenciennes, Lorient e Orleans) e Tunisia. Giusto il tempo di fare anche una breve, ma deludente, parentesi nella nazionale Armena et voilà, eccoci ad oggi.

IL TECNICO TORNA A (CAS)ONI?  - Per fortuna, questa volta il club ha preso una posizione importante, sospendendo il proprio allenatore e facendo partite un’indagine interna. Per non ribadire la scarsa capacità manageriale dell’allen, vi riporto direttamente i dati dell’Orleans, penultimo in classifica dopo 8 giornate con 14 goal subiti e solo 7 realizzati, con un campionato scorso concluso al decimo posto con 44 punti in 34 partite. Eleanor Roosevelt disse che le grandi menti parlano di idee e progetti, le piccole menti parlano di persone.  Lascio a voi i commenti. Ah no, dimenticavo, i guai potrebbero non finire qua per l’allenatore, visto che la Procura di Orleans ha avviato un’indagine preliminare per discriminazione razziale e per insulti pubblici di carattere razzista. Spero che il tutto si concluda per il meglio, con l’effettivo esonero dell’allenatore pur dando la possibilità all’uomo di scusarsi pubblicamente, ma in questa situazione, è proprio il caso di dirlo, la Procura e gli abitanti di Orleans, potrebbero farlo “nero”.