Guardando le classifiche dei gironi delle qualificazioni all’Europeo di Berlino del 2024, mi sono imbattuto in un girone alquanto particolare. Il girone B della competizione presenta la Francia al primo posto con 18 punti, subito dietro troviamo l’Olanda a 12 punti a pari merito con la Grecia e, al terzo posto l’Irlanda con 6 punti, esattamente la metà. Che peccato per gli Irlandesi, Nazione che mi ha sempre affascinato e squadra per la quale ho sempre simpatizzato.  Una Nazionale ricca di talento, incominciando dalla porta dove troviamo Gavin Bazunu, 21enne di proprietà del Manchester City ma in prestito al Southampton, e Caoimhin Kelleher, 24enne in forza al Liverpool di Jurgen Klopp. Modulo alquanto offensivo per l’Irlanda, con un 4-3-3 basato interamente sugli esterni rapidi e sulla fisicità degli interpreti al centro del campo. La fascia destra, presieduta per anni dalla leggenda Seamus Coleman, è ora affidata a Matt Doherty, terzino 31enne del Wolverhampton, con Mark Sikes del Bristol City e Festy Ebosele dell’Udinese pronti a subentrare. A sinistra troviamo invece Ryan Manning, giocatore apparso spesso sottotono, il 27enne del Southampton è sembrato un pesce fuor d’acqua a più riprese in queste prime partite di qualificazione. Lo sa bene il già citato Mark Sikes, subentrato spesso al terzino sinistro. Giocatori rapidi sugli esterni, centrali pesanti, come già detto, ecco quindi la coppia di titolari formata da Shane Duffy, 31enne del Norwich City, alto ben 193 centimetri, e Nathan Collins, 22enne del Bretford, alto anch’egli 193 centimetri. Da non sottovalutare poi Andrew Omobabidele, 20enne del Nottingham Forest, in rampa di lancio che potrebbe presto prendersi il posto di Duffy. Ah, tra l’altro, con i suoi 188 centimetri, sfiora il metro e novanta anche lui. Centrocampo dotato di interpreti dinamici, con qualità tecniche non elevate, ma con tanto fiato e coraggio per affrontare anche i centrocampi più forti della competizione. Al centro, capitan Alan Browne, 28enne di proprietà del Preston North End, con Josh Cullen, 27enne del Burnley, e Jason Knight, 22enne del Bristol City, ad affiancarlo. In questi mesi, il Commissario Tecnico, Stephen Kenny, sta cercando di far adattare al suo gioco anche Sammie Szmodics, trequartista di 28 anni di proprietà del Blackburn Rovers, storica colonia di Irlandesi. Il ragazzo ha tanta qualità secondo il tecnico che vorrebbe, peró, vederlo in cabina di regia ad impostare la manovra, ricercando proprio nel trequartista quelle qualità tecniche che mancano al resto dei centrocampisti. Occhi puntati anche su Will Smalborne, centrocampista 23enne del Southampton, e Jayson Molumby, 24enne del West Bromwich Albion. I due ragazzi sono ancora acerbi, ma la loro giovane età gli permetterà, qualora tutto andasse per il verso giusto, di diventare dei pilastri della Nazionale Irlandese. Arriviamo dunque all’attacco, partendo dalle ali. A destra troviamo Chiedozie Ogbene, 25enne del Luton Town, mentre a sinistra, il titolare è Mikey Johnston, ala 24enne del Celtic. Quest’ultimo si è rivelata una vera e propria sorpresa per l’Irlanda, seppur all’inizio ci fossero molti dubbi sulla titolarità, l’ala sinistra ha zittito tutti siglando 2 dei 9 goal realizzati in 7 partite dalla sua squadra. Al centro dell’attacco, la punta di diamante della squadra Irlandese e del Brighton di De Zerbi, Evan Ferguson. Il 19enne attaccante sta rapidamente bruciando le tappe di crescita e il suo cartellino da 60 milioni di euro, conferma che non siamo davanti ad un fuoco di paglia. In riserva a Ferguson, troviamo Adam Idah, 22enne del Norwich City, altra sorpresa della qualificazione. Infine, Callum Robinson, 28enne attaccante del Cardiff City, dotato di grande duttilità nel reparto offensivo, è infatti capace di ricoprire sia il ruolo di ala che di seconda punta. Duttilità, è questo il termine chiave della nazionale Irlandese, che parte con un 4-3-3 ma, già in queste poche partite, ha dimostrato di cambiare più volte modulo in corso di gara, passando al 4-4-2 e/o al 3-4-3. Alla squadra guidata da Stephen Kenny manca una sola partita contro l’Olanda, dopo aver già giocato 7 partite, ottenendo 2 vittorie, nelle due sfide contro Gibilterra, e ben 5 sconfitte contro Grecia, Francia e, appunto, Olanda. La situazione è divertente poiché per passare il turno di qualificazione, dopo un cammino del genere, l’Irlanda deve assolutamente perdere anche la prossima partita. Non mi sono ammattito, ma andiamo con ordine, cosi vi spiego meglio. Il processo di qualificazione agli Europei del 2024, non tiene conto soltanto dei risultati ottenuti durante le fasi eliminatorie, ma prende in considerazione anche la Nations League. Ecco quindi che, l’11 novembre, l’Irlanda dovrà risultare sconfitta dall’Olanda, per risultare una delle migliori squadre non qualificate direttamente sulla base dei punti ottenuti nel recente torneo firmato UEFA. 

Ci sono, peró, altri fattori da tenere in conto, poiché l’accesso verrà garantito solo tramite una serie di combinazioni non semplicissime. Attualmente, l’Irlanda, si trova in ventiseiesima posizione nel ranking della Nations League rispetto alla trentaquattresima Grecia che difficilmente riuscirà a qualificarsi considerato che l'OIanda è già in vantaggio sugli ellenici con gli scontri diretti e si troverà nell'ultima giornata ad affrontare Gibilterra. Percorso più complicato per la compagine di Atene che giocherà con la Francia e dovrà far più punti dei diretti avversari nella speranza di rimanere davanti in classifica. Una combinazione già di per sè complicata, appunto, a cui si aggiunge una situazione ancor più intricata legata agli altri gironi della competizione. Per far sì che l'Irlanda giochi i play-off, devono qualificarsi direttamente agli Europei tutte le squadre della Lega A che possono farlo, ovvero 14 su 16 ( Repubblica Ceca-Polonia e Galles-Croazia si escludono l'un l'altra) e nella Lega B dovrebbero farlo Israele, Serbia, Scozia (già qualificata), Islanda e una tra Finlandia e Slovenia.

Con questi risultati resterebbe un posto disponibile nei play-off della Lega A (l'altro sarà dato all’Estonia) e tre in quelli della Lega B, siccome uno di questi è già della Bosnia-Erzegovina, sicura di non ottenere il pass diretto per la Germania. A spartirsi questi quattro posti sarebbero quindi Ucraina, Norvegia, Slovenia e, appunto, Irlanda.

Perché entri in gioco l'Irlanda, però, deve verificarsi una precisa combinazione di risultati nel Gruppo J, oltre alla qualificazione non così scontata di Israele. L’Islanda, dovrebbe fare sei punti nelle ultime due partite, andando a vincere anche a Lisbona, mentre la Slovacchia dovrebbe farne zero, il tutto mentre il Lussemburgo esce con quattro o meno punti dalle sfide con Bosnia-Erzegovina e Liechtenstein.

In alternativa, ci sarebbe anche una seconda combinazione di risultati ancora più complessa, che comunque passa per la qualificazione diretta di Israele e Serbia e di dodici squadre della Lega A. Infatti, l'Irlanda arriverebbe ai play-off anche nel caso in cui Finlandia e Slovenia si qualificassero entrambe a scapito della Danimarca e l'Ucraina superasse l'Italia nel suo girone. A quel punto Danimarca e Italia occuperebbero due caselle nel percorso della Lega A , e a fare compagnia alla Bosnia-Erzegovina negli spareggi della Lega B ci sarebbero Islanda, Norvegia e, appunto, l'Irlanda. Tutto questo è così matematicamente e universalmente complesso da risultare impossibile ai meno avvezzi al giuoco del pallone, ma il calcio ci piace soprattutto per il modo in cui ci sorprende, percui non dovremmo stupirci se, in quei giorni, una carica di energia positiva tutta Irlandese, possa far accadere l’impossibile.