FUOCO SUI CIVILI - Sono le 19:35 quando un uomo decide di sparare con un kalashnikov nel centro di Bruxelles, uccidendo due persone di origine Svedese. Alcuni testimoni, presenti nella zona della sparatoria, riferiranno successivamente di aver visto l’attentatore scappare in scooter con un giubbotto arancione. Secondo fonti di polizia citate dai media locali, l'uomo che ha aperto il fuoco con un kalashnikov nel centro di Bruxelles ha urlato"Allah akbar". Sul posto sono arrivati decine di servizi di emergenza ma purtroppo, il sospettato non è stato arrestato immediatamente. Il Belgio ha portato il livello di allerta a quattro, il massimo previsto, in seguito all’avvenimento ed è stata rafforzata anche la sicurezza attorno allo stadio dove si teneva la partita tra il Belgio e la Svezia.

BLOCCATI NELLO STADIO - La partita tra le due Nazioni, valida per le qualificazioni all’Europeo del 2024, è stata definitivamente annullata per motivi di sicurezza. Durante l’intervallo, i calciatori Svedesi hanno appreso dei due loro connazionali uccisi nella sparatoria a pochi metri dallo stadio e hanno deciso di non rientrare in campo. A quel punto, la priorità per le autorità è diventata quella di far uscire dallo stadio, senza rischi o conflitti a fuoco, le oltre 35.000 persone presenti. L’evacuazione iniziata verso la mezzanotte è stata portata al termine nel migliore dei modi, con le forze dell’ordine che hanno intimato alle persone uscite dallo stadio, di rientrare subito nelle loro abitazioni e non uscirne fine a nuovo ordine, soprattutto gli Svedesi, che sono stati riaccompagnati dalla scorta della polizia. Dopo il pubblico, è toccato a squadre e al resto dei presenti, compresa la terna arbitrale Italiana guidata dall’arbitro Maurizio Mariani. Contemporaneamente a queste evacuazioni, la Uefa ha fatto sapere di aver ufficialmente appreso ed emesso l’annullamento del match. Nella tragedia più totale, va raccontato uno spezzone intrinseco di passione e unione, quelli che dovrebbero essere i veri valori del calcio. I tifosi all’interno dello stadio, durante la sospensione, intonavano cori per trasmettersi forza da “Tutti insieme, forza tutti insieme” all’urlare univocamente il nome di entrambe le Nazioni. Nella mattinata successiva, il Presidente della Federcalcio Svedese, Frederick Reinfeldt, ha spiegato la decisione di non riprendere il match, dichiarando terribile quanto accaduto, spiegando di aver preferito la sicurezza dei suoi concittadini e rassicurando i familiari dei calciatori Svedesi presenti alla trasferta, poiché gli stessi sono riusciti a tornare in patria, sani e salvi, grazie ad un volo notturno. Il Ceo della Federcalcio Belga, Manu Leroy ha rivelato che la notizia dell’attacco era filtrata già prima dell’inizio della partita, ma che è stato comunque autorizzato l'inizio della gara dopo aver consultato la polizia e i servizi di sicurezza. 

PROVE E INSEGUIMENTO - Il Consiglio musulmano del Belgio, l'organismo rappresentativo della comunità islamica belga, ha condannato con la massima fermezza l'attentato di Bruxelles mentre si svolgevano le giuste evacuazioni. Alexander De Croo, primo ministro del Belgio, subito dopo, ha avvertito i cittadini di restare vigili e di non uscire fino al nuovo ordine. Tutti gli agenti di polizia, una volta messi in salvo i civili, si è mobilitata per garantire la sicurezza dentro la capitale, dando la caccia all’aggressore per tutta Bruxelles, arrivando anche a scovare l’abitazione del presunto terrorista, nel quartiere di Schaerbeek. Solo nella mattinata successiva, emergerà che l’attentatore, Abdesalem Lassoued, è morto in seguito ad uno scontro a fuoco con la polizia. Subito dopo la morte peró, la polizia si è messa alla ricerca di un altro sospettato, identificato come complice dell’uomo. Da notare come sia stato un civile ad avvisare la polizia della presenza di Abdesalem in un bar affianco a casa sua, per fare tranquillamente colazione. Bar in cui, successivamente al conflitto a fuoco che ha portato all’arresto, è stato trovato un borsone contenente un’altra arma e i vestiti indossati durante la sparatoria della sera prima. Secondo alcuni giornalisti locali, l’uomo sarebbe stato fermato dalla polizia proprio in quel bar ed avrebbe immediatamente tentato la fuga, ma un agente gli ha sparato, colpendolo al torace e fermandolo. La polizia Belga ha subito chiamato l’ambulanza ma l’uomo, mentre veniva trasportato in ospedale, ha avuto un arresto cardiaco ed è deceduto. Nella città l'allerta è massima, il livello più elevato, sinonimo di minaccia terroristica grave ed imminente.

IL RESPONSABILE - L'attentatore, Abdesalem Lassoued, ha 45 anni ed è conosciuto dai servizi di intelligence federali per la sua radicalizzazione islamica. Nella nottata post-attentato, lo stesso uomo ha rivendicato l'attacco e la sua appartenenza all'Isis con un video pubblicato sul profilo facebook appartenente ad un certo Slayem Slouma. Nel suo discorso, in arabo, il terrorista dice di aver sparato a due persone per vendicare i Musulmani, persone che come lui, dovrebbero vivere e morire per la religione che amano e professano. All’inizio della giornata, sempre sullo stesso profilo di Facebook, l’uomo aveva scritto un messaggio sul bambino musulmano accoltellato domenica a Chicago, sostenendo che se fosse stato un cristiano, si sarebbe parlato di terrorismo e non di semplice crimine. Abdesalem si era visto, in precedenza, respingere la domanda di asilo politico, sparendo poi completamente dai radar delle autorità del Belgio. Nel 2012, non soggiornando in nessun centro di accoglienza, venne intercettato all’Ufficio Stranieri per consentire il suo rimpatrio, ma la mancata finalizzazione della domanda, ne fermò l’emissione. In passato peró, si era reso noto per un altro crimine, ossia un sospettoso traffico di esseri umani, con conseguente pericolo per la sicurezza dello Stato. Nel luglio 2016, un altro servizio di polizia locale, riuscì a trasmettere informazioni confermate, secondo cui il soggetto avente un profilo radicalizzato, voleva partire verso una zona di conflitto per la Jihad, all’epoca peró c’erano centinaia di notifiche simili e, anche in questo caso, Abdesalem non venne espulso. Nell’arco della giornata, il procuratore Belga, Frederic Van Leeuw, ha confermato l’esistenza di un altro video dell’attentatore, presente sui social media e girato prima dell’attacco, in cui l'attentatore allude ai roghi del Corano in Svezia. Nel video, l’individuo coperto in volto, dichiara che il libro di Allah è una linea rossa per la quale è sempre pronto a sacrificarsi, facendo riferimento ai testi del Corano bruciati in Svezia nei mesi scorsi. Secondo la sindaca di Schaerbeek, Cecile Jodogne, l’autore dell’attentato era stato espulso dalla moschea del quartiere in seguito a dei commenti poco piacevoli. La stessa sindaca ci ha tenuto a precisare che il signore Musulmano non era iscritto al comune, quindi non era neppure residente e la sua situazione era totalmente irregolare. Curioso che nel 2011, la richiesta di asilo politico fu fatta anche alla questura di Torino, poichè in quell’anno sbarcó proprio in Italia, a Lampedusa. L’ormai vedova moglie, si è immediatamente recata alla stazione di polizia del quartiere, preoccupata che il marito potesse tornare a casa e uccidere sia lei che la loro figlia. La donna ha fatto sapere di non essere a conoscenza di questa sua indole radicata e di aver avuto paura per la sua stessa vita, citando anche il fatto che in precedenza, Abdesalem era stato carcerato in Svezia. Insomma, un personaggio tutt’altro che tranquillo e pacato.

L’ERRORE GIORNALISTICO - Il giornalismo, specialmente quello Italiano, vige sempre di tanta fretta, poca accortezza e tanta voglia di arrivare per primi su un qualcosa, fregandosene altamente della verità della notizia. Ecco quindi che un uomo di origine Tunisina che risiede con la sua famiglia a Bologna, è stato scambiato per il signor Lassoued, essendo quindi definito da tutti, colpevole di atti di terrorismo. La moglie dello stesso ha raccontato che molti giornali e televisioni hanno preso un’immagine degli sbarcati in Italia del 2011, prendendo come volto d’interesse quello del marito anziché quello dell’attentatore, ma l’unica cosa che accomuna i due uomini, è la città di Sfaz, dove entrambi sono nati e cresciuti. I due avevano in comune anche un gruppo Facebook di cittadini Tunisini presenti in Italia con difficoltà ad ottenere passaporti, permessi di soggiorno e altri documenti burocratici. Queste problematiche venivano spesso verificate con dei video, come quando nel 2020, l’uomo, accompagnato dalla moglie andó a Genova, al loro consolato di riferimento, per ottenere il documento, spiegando successivamente cosa è successo con un video postato proprio sul gruppo citato. Alcuni media hanno ben deciso, invece, di fare un fermo immagine del video ed attribuire la faccia dell’uomo all’attentatore. La notte dell’attentato di Bruxelles, un amico di famiglia li ha avvisati dello scambio di persona e loro hanno immediatamente avvisato i carabinieri, che si sono presentati con tre pattuglie per paura fosse una trappola. Per loro fortuna, l’uomo fa il trasportatore ed è incensurato, quindi prima di rovinare la vita a persone comuni, assicuratevi di avere le giuste prove, oltre che verificare le fonti e i termini di ciò che utilizzate.

FRANCIA, SPAGNA E ITALIA - Il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha diramato una circolare per implementare al massimo l’attività informativa, al fine di attuare ogni misura idonea per prevenire il compimento di altre illegalità e garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Secondo il Viminale, sono 28.707 gli obiettivi considerati a rischio attentati sull’intero territorio nazionale. Di questi, 205 sono riferibili al mondo ebraico e allo stato d’Israele, vedremo dopo perché ho voluto precisare questo dato. Anche in Francia, purtroppo, non se la passano meglio. Da venerdi, la Francia è in stato di massima allerta, dopo che un ventenne Ceceno ha deciso di tagliare la gola ad un insegnante di un liceo di Arras. In vista della partita contro la Scozia, che si è giocata nella città di Lilla, il paese ha aumentato i controlli, specialmente con la frontiera Belga. Seppur si trattasse di un’amichevole quindi, sono stati raddoppiati gli agenti sia sulla frontiera che allo stadio e sono stati pre-allertati anche i reparti speciale. Per il Presidente Francese, Emmanuel Macron, si tratta di una vera e propria operazione antiterrorismo, coordinata con la Procura di Milano, dove proprio ieri sono stati arrestati due cittadini, di cui un Egiziano e un Italiano naturalizzato Egiziano, accusati di partecipazione a delinquere con finalità di terrorismo. Macron ha precisato di come sia in atto un nuovo pericolo terrorismo in Europa e, purtroppo, tutti gli Stati Europei sono in pericolo. In Belgio, invece, proseguono le restrizioni con orario di apertura dei negozi limitato alla fascia 7-17 e con i parcheggi chiusi per tutti i veicoli. Le attività lavorative e/o dirigenziali sono invece da considerarsi sospese o, ove possibile, trasferite online. Gli investigatori belgi stanno indagando sulla possibile presenza di una cellula terroristica dietro all'attacco di ieri sera a Bruxelles. Per tutta risposta, nel pomeriggio c’è stato un nuovo allarme bomba presso la reggia di Versailles, ma tutto è andato per il meglio, per fortuna. In Italia, invece, fari puntati sull’isola di Lampedusa, dove gli sbarchi proseguono senza sosta. La Questura di Agrigento ha fatto sapere di aver irrigidito i controlli, facendo molta più attenzione soprattutto sulle provenienze. Secondo i dati del Viminale, negli ultimi mesi starebbero arrivando soprattutto Pakistani, Yemeniti e Bengalesi, che solitamente tendono a percorrere altre rotte. Attenzione quindi ai nuovi sbarchi, senza creare allarmismi, ma con una maggiore responsabilità che sembra voler portare all’utilizzo di nuove tecnologie di riconoscimento.

LA PIAGA TERRORISTICA - C’è poco da fare, bisogna essere pronti a qualsiasi nuovo scenario. Prima l’attentato in Francia, poi in Belgio ed ora le paure di Italia e Spagna davanti a segnalazioni di bombe all’interno di edifici storici o stazioni. Il terrorismo sembra ritornato in auge come pericoloso pubblico. Entrambi gli uomini, infatti, avrebbero apertamente giurato fedeltà all’Isis, svolgendo attività di proselitismo ed inviando denaro in Palestina, Libano, Egitto e Siria. Dal 7 ottobre scorso, giorno in cui Hamas ha attaccato Israele, tutti i servizi di intelligence sono in allerta. Non ci sono espliciti accordi, a dire il vero, ma vi invito a riflettere sul tempismo di questi due attentati, si tratta forse di una casualità? È una casualità che il tutto sia avvenuto dopo la chiamata alle armi del leader di Hamas, Ismail Haniyeh? Questa chiamata potrebbe aver riattivato cellule dormienti di gruppi terroristici oltre che attivare e fomentare lupi solitari presenti in Europa già da anni. Un ulteriore innalzamento dell’allerta sicurezza è stato causato dall’appello diffuso nel fine settimana da Al Qaida alla jihad internazionale. Nel discorso con cui Haniyeh ha attivato l’operazione di attacco, sono presenti molti elementi propagandistici della jihad fondamentalista, facendo riferimento a tutta la comunità Musulmana e invitando i fedeli di questa religione ad unirsi, ciascuno a modo suo, a questa battaglia. In questo quadro di terrore, il rischio che possano insediarsi anche altre organizzazioni terroristiche non è indifferente. Tutti i rapporti d’intelligence sottolineano come al Qaida e l’Isis sono ancora organizzazioni vive. Nell’ultima relazione annuale stilata dai servizi d’intelligence italiani, si legge infatti che, entrambe le organizzazioni, sono impegnate in processi di riorganizzazione interna atta a rinsaldarne i ranghi, acquisire nuovi finanziamenti e adattarsi alle contingenti realtà di sicurezza dell’area, atteso che entrambi potrebbero tornare a ottenere basi sicure, specie lungo il confine siro-iracheno. La destabilizzazione di Israele è diventato il pretesto giusto per attaccare di nuovo. In maniera più folle, convinta e crudele. È vero che non ci sono stati attacchi di alcun tipo in Israele da parte delle due organizzazioni, ma i vertici dell’Isis hanno più volte accusato i governi Arabi di aver reso troppo calorosi i rapporti con Israele, arrivando prima agli accordi di Abramo e poi alla discussione di un accordo tra Riad e Tel Aviv. L’organizzazione di al Qaida, invece, ha divulgato messaggi in cui collegava la crisi Palestinese alla crisi Islamica, asserendo di dover eliminare Israele per asservire completamente la causa Islamica globale. Messaggi propagandistici diffusi anche durante l’operazione militare israeliana a Gaza avvenuta nel maggio del 2021 e che ora rischiano di tornare di nuovo. L’instabilità del Medio Oriente rischia di rinforzare le organizzazioni terroristiche dopo anni di silenzio. Attenzione, come detto in precedenza, anche alle fomentazioni interne, con l’Europol che ha svelato che all’interno dei confini Europei, tra il 2021 e il 2022, stati eseguiti 260 arresti per reati jihadisti, tutti compiuti da giovani con un’età media di 33 anni, di cui otto attentati evitati in Danimarca,Francia,Germania,Spagna e Svezia, e tra andati, purtroppo, a segno tra Rambouillet, Roldan e Baviera. L’Isis e al Qaida non hanno mai smesso di alimentare nuovi terroristi con le loro idee politiche in questi anni, tramite i loro canali, nascosti da tutto e da tutti, senza creare clamori. Oggi, purtroppo, tra un’organizzazione più unita che mai e una selezione di cani sciolti, decisi a diventare martiri d’onore, l’Europa presta tantissima attenzione alla nuova ondata di terrorismo, da parte mia, invece, approfitto di questo spazio per esprimere le mie sentite condoglianze alle famiglie dei defunti e mi auguro che, almeno questa volta, riusciremo a non farci trovare impreparati.