Archiviato il primo round, si può guardare al ritorno in casa dell'ottavo di finale tra Juventus e Villareal.
Quali commenti si possono fare? Molti, e la maggior parte di questi sempre i soliti. 

Il "corto muso" impera, e se anche qualche volta si vede qualche spiraglio, lo si richiude subito nel transito ineluttabile del gioco poco brillante della squadra di Allegri. Che poi, più che una squadra di allegri, sembra una squadra di gente triste. Non che si vogliano rimestare i ricordi del calcio "champagne" di Maifredi, che anche lì, festeggiavano solo gli avversari, ma almeno non ci si chiudeva a soffrire come una trincea della linea Maginot, tanto per evocare scenari di guerra oggi, purtroppo, evidenti.
Ed il gioco in trincea è proprio quello che si evolve in tali situazioni. Ci si copre tanto, ci si scopre poco, e ci si affida a scaramucce di piccoli attacchi che solo raramente vanno a buon fine. Il resto è stallo, dove ognuno aspetta l'altro, ed al massimo ci si insulta da una trincea all'altra. Ma si fa poco danno! E così si ha l'impressione che la squadra non riesca a fare le cose che altre squadre normalmente fanno. Ma andiamo con ordine, non farò una scarna cronaca dell'incontro. Chi ha visto la partita se la può ricordare, ma io vorrei riproporre i fatti salienti, che indicano le pecche e perché no, i pregi della squadra.
Il fattore positivo è stato all'inizio, quando con una concentrazione migliore del Villareal, Danilo ha subito conquistato palla ed ha lanciato Vlahovic, che ha controllato magnificamente di petto e si è girato con il destro, fulminando Rulli. Ottima azione verticale, ottimo lancio, ottimo controllo e se si osserva che il piede buono di Vlahvic è il  sinistro, si è fatto il 110 per cento.  
Il Villareal si spaventa, e balbetta un calcio simile al Tiki Taka di catalana memoria, ma per fortuna ne è un lontano parente. Gioca sottoritmo, e non ha un attaccante finalizzatore in area. La Juventus subisce, anche perché si ributta negli ultimi trenta metri, ma non rischia molto, se non in un paio di occasioni. Ma quando si affaccia in avanti riesce a procurare grattacapi agli spagnoli, che non sembrano neanche lontani parenti della squadra che vinse a Bergamo contro l'Atalanta. Il momento è favorevole, e si potrebbe approfittare, ma escluso Vlahovic, gli altri non riescono mai a prendere la porta.
E qui apriamo una nota dolente ormai consolidata. Non c'è nessuno oltre a Vlahovic, che abbia, non dico una mira chirurgica, ma almeno la capacità di prendere la porta avversaria, senza rischiare tutte le volte una denuncia da parte dei tifosi dietro la porta presi tutte le domeniche a pallate senza motivo? Il nostro centravanti serbo ha tirato due volte, una ha fatto gol, l'altra ha costretto il portiere a fare una parata difficile. Non vorrei che sia ancora l'effetto Fiorentina, perché se si adegua al gruppo, sono dolori.
Non so, ma come si allenano a tirare in porta? Perché se si vuole fare gol, bisogna sapere  tirare, ma con efficacia, fregandosene del bello stile e calciando con la cattiveria di fare centro e non per fare un tiro così per sfizio. Guardate il gol di Mbappè al Real, non tira con stile, ma ciabatta in controtempo all'avversario con un mezzo piattone, gli va pure bene, perché una deviazione gli consente di passare la sfera sotto le gambe di Courtois. Ma si sa la fortuna aiuta gli audaci (e gli scaltri aggiungo io).
Nel secondo tempo, prima del fattaccio, Morata ha avuto un pallone da sfruttare per fare due e chiudere tutto. Ed invece non sa come colpire e scaraventa in fondo al campo un assist al bacio di Mc Kennie. 
Il Villareal sembra in trance, non ne cava una dalla ragnatela, ma cerca di reagire. Ed appena si scuote un po', trova l'azione del pareggio, quando si pensava che potessero più prendere gol che farne. E si registra l'ennesimo pasticcio in difesa, con almeno tre errori in evidenza. Il primo, Rabiot, sembra marcare Morata davanti a lui, e non si accorge che l'avversario si incunea alle sue spalle. Il secondo, Bonucci, DeLigt e Danilo marcavano un solo avversario, scoprendo quello che non si scopre mai, il centro dell'area. Terzo, la difesa era salita per lasciare in fuorigioco gli attaccanti, ma la palla in quel momento era "scoperta" cioè giocabile con fronte alla porta e con la possibilità di valutare ogni soluzione. Aggiungiamo che nessuno cerca di uscire per schermare il passaggio, e diventa tutto un gioco da ragazzi. E' bastato un semplice inserimento ed il gioco è fatto, con buona pace di Szcesny, che poteva anche fare meglio che stare fermo.  
Se qualche minuto prima Allegri avesse tolto Rabiot, che ha rischiato il rosso, più per goffaggine che per cattiveria, e avesse inserito Zakaria al suo posto, avrebbe molto probabilmente evitato l'inserimento, almeno non sarebbe stato in fase confusionale come Rabiot, che non aveva giocato male fino ad allora, ma che ha sempre troppi vuoti di memoria e di partecipazione al gioco.  
Dopo il gol subito, accade quello che di solito accade. La Juventus si involve, mentre il Villareal intravede la possibilità di vincere e si butta a capofitto nella partita.  
L'effetto euforia è evidente. Fortunatamente, non hanno le idee molto chiare e così si porta a casa il pareggio, che con le nuove regole non porta eccessivi benefici, poiché i gol in trasferta non valgono più doppio in caso di parità. Così al ritorno si dovrà vincere. A fine partita Allegri si è lamentato delle molte assenze, e quando ti mancano Chiellini, Dybala, Chiesa, Rugani e Bernardeschi, hai ragione a lamentarti. Ma chi va in campo, non può infortunarsi subito, oppure prendere crampi a pochi minuti dalla fine, rallentare il ritmo e perdere contrasti arrivando sempre secondi sul pallone, rischiando cartellini e contropiedi in inferiorità numerica difensiva. Come si allenano? Perché Capello, che non è certo l'utimo arrivato, ha subito notato che il riscaldamento prepartita della Juventus non era convincente. Sicuramente mancava qualcosa, come una corsa esplosiva, un rapido evolversi di esercizi sulla corsa breve, palleggio intenso e coordinato. E se nota qualcosa lui, sicuramente c'è da pensare.  
In campionato si sono perse molte partite per difetto di forma e di corsa, e se continua il trend in coppa, dove corrono e giocano a velocità doppia (vedi il Liverpool con l'Inter), si fa dura. Lo stesso Vlahovic, quando scatta, sembra che vada al rallentatore, non sembra quello della Fiorentina. Che gli gonfino anche a lui le cosce? Faranno come con Dybala, rovinato da pratiche di fisioterapisti e preparatori che invece di predicare l'allungamento del muscolo, lo gonfiano? E' il modo migliore per rovinare i calciatori, che così sono soggeti a stiramenti e strappi muscolari.

Spero di sbagliarmi, ma continuo a dire che la palestra per i calciatori non serve a nulla. Anzi li danneggia! Al limite può essere utile per il recupero funzionale dopo un infortunio, ma le gambe, se sono arrivate fino a quel punto della carriera, non si devono toccare. Il migliore allenamento è correre e prendere botte, come dire "farsi la gamba", saltare ed usare l'attrezzo più idoneo al pane quotidiano, il pallone.
Spero di sbagliarmi, ma qui oltre ad una carenza tattica e di mentalità c'è anche una grave lacuna di preparazione.
Speriamo che il danno non continui!