Benvenuti alla fiera dell'est di Angelo Branduardi. Mi permetto di citarlo perché io già c'ero quando uscì il brano, avevo 3 anni e i miei genitori, da sempre attenti alla mia formazione musicale, non si lasciarono sfuggire il vinile 33 giri, ancora perfettamente da me conservato. Opera maestosa che invito ad ascoltare nella sua purezza interpretativa del maestro e non nella versione dei canzonieri dei bambini da zecchino d'oro. 

In quella allegorica sequenza del "chi domina chi", si devono essere ritrovati gli inquirenti, imbeccati da uno spirito di innata curiosità e qualcuno anche punto da vaghezza "di bandiera" (a quanto si legge tra le varie illazioni in circolazione). 
Non sembra però vero al giornalista di potersi fiondare in picchiata a mo' di rapace, sul leprotto rossonero.

Lui che tranquillo e senza esposizioni e deficit, zampetta verso una qualificazione scontata in Champions per la prossima stagione e un quarto di finale in Europa League da giocare e vincere, nel tentativo di portare a casa un premio di consolazione, comunque importante, per la delusione di un campionato oramai da tempo ceduto alla dirimpettaia che vince sul campo, ma boccheggia nei conti...
Lui che corre (sì corre, nonostante l'Italia!) verso la nuova tana di cui si prospettano i primi scavi in quel di San Donato... facendo grande danno alla vecchia, sontuosa e costosa reggia alla cui porta, il proprietario inetto ma dispotico, con corde e chiodi vorrebbe costringerti a rimanere appeso senza via di fuga.
Ma soprattutto lui, che si teme stia programmando - facendo né più né meno il suo mestiere - un ipotetico ma plausibile closing che aprirebbe le porte a quel genere di investitori che posso davvero ammazzare tutto il sistema politico e sportivo italiano a suon di petrodollari. 
Ah, leprotto rossonero pericoloso!
Già gli scricchiolii e i malumori "dell'apparato" si evidenziavano con quei tanti mugugni verso il fondo Elliot prima e RedBird poi.
Quel modo scostante di essere distaccati e poco presenti nelle tribune nostrane del carnevale mediatico del calcio. Poche dichiarazioni, nessuna protesta o folklore anche di fronte ai torti del campo (abbastanza frequenti).
Antipatia. 
Del resto poi, com'è possibile che ora ci si debba confrontare seriamente con chi mastica l'idea che ci possa essere un equilibrio solido in termini di bilancio, ma che si possa lavorare per fare step di crescita sostenibile verso l'eccellenza anche sportiva? "Ma il Milan non era quello di Berlusconi che cede ad un mister X cinese che svanisce nel nulla? Mo sta a vedere che ci tocca pure prendere sul serio gli Americani".
Ah, che antipatia!
Sta di fatto che bisogna fermare questo treno in corsa o farlo deragliare, anche disegnando delle rotaie finte come nel cartone animato della Linea Lagostina (nota: chi la ricorda... Lo abbraccio perché vuol dire che è davvero vecchio).

Quindi il soufflé massmediatico monta; peccato che non si è capito se lo chef che ha inventato la ricetta è uno stellato o un riscaldatore di vivande già congelate (BlueSky). Non si è capito nemmeno lo scopo di questo soufflé: vuole essere un amouse-bouche salatino o un bello sformato pere e cioccolato? Non c'è né capo né coda... in nulla.

Una procedura di acquisizione di informazioni e due avvisi di indagine, senza una struttura d'impianto accusatorio, se non ancora riconducibile a quei soci di minoranza col dente avvelenato.
Una serie di dettagli procedurali che insinuano ipotesi, per le quali gli americani (quelli sopra, quelli sotto e quelli affianco) hanno già dato chiara presenza di sé, facendo capire di avere pronto il dito da infilare nel soufflé per sgonfiarlo con un semplice gesto. Dai comunicati ufficiali delle varie parti, dai comportamenti fattivi della società (nessuna dimissione, la firma per il terreno) fino alle brevi battute di Ibra a striscia, io tifoso amante del Milan mi sento piuttosto tranquillo... e anche piuttosto offeso per i modi di trattazione usati dalla maggiore parte della stampa. Non so voi. 

Ma rimane sempre quel lieve sentore di fregatura all'italiana; quella stile 2006 per intenderci... O più recente quella dell'anno scorso nelle vicende Juve... perché la "giustizia sportiva" segue altre modalità... 

A proposito di antipatia (da campo stavolta) domani si va a casa della non più fatale Verona. Le prestazioni dei nostri ragazzi non finiscono ancora di convincere. Ma possiamo anche osservare che, pur rimanendo una squadra da 1X2, l'uno a nostro favore è molto molto più frequente degli altri risultati. Sappiamo che ci manca qualcosa di importante per riflettere sul campo sportivo, quello che in linea di principio, nel business, siamo già a livello societario.
Possono non piacere a noi tifosi, perché ci sembra che il processo di crescita vada piano, che l'ambizione sul danaro non sia parimenti tale sull'aspetto che anoi interessa di più, a maggior ragione mentre gli altri si foggeranno di una seconda stella. Ma ricordatevi come dicono loro, gli anglosassoni: "Rome was'nt built in a day".