Atalanta è impropriamente definita Dea. Immagino lo sappiano un po' tutti che il personaggio si riferisce ad una eroica cacciatrice di cinghiali e velli d'oro, trasposta poi dal mito Greco in quello romano, che pescava giustamente a mani basse per ridefinirne i contorni celebrativi, con somiglianza di gesta e capacità alla famosa guerriera Camilla. 

"Grazie Flavio per questa introduzione storico letteraria... excursus minimamente richiesto e non dovuto... ma perché?"
Amici cotifosi, è presto detto fuori di metafora: noi dobbiamo dare il giusto peso alla squadra nostra avversaria di questa sera.
Oggi noi tifosi, imbeccati nel pensiero anche da giornalisti vari come Visnadi, per dirne uno ai più noto anche in queste pagine di CM, attribuiamo ai nerazzurri un valore intrinseco (dea) di molto superiore alla reale dimensione (eroina). 
L'Atalanta di Gasperini nella storia recente Pioliana è stata terra di scontro che ha alternato imbarcate, sconfitte sonore, ma anche trionfi e preludi a grandi conquiste. Il termometro però non è mai stata l'Atalanta in sé, ma il Milan stesso. Come se i bergamaschi fossero il vero riferimento, cartina a tornasole, prova del nove, (definitela come vi pare) dello stato di salute mentale, fisico e tecnico-tattico dei rossoneri. 

L'Atalanta ha dato evidenza di come stava il Milan sia nel bene, sia nel male. Ha ceduto il passo, ovviamente sempre malvolentieri, quando il Milan ha dato mostra di sé; ha immerso lo stiletto doloroso della sua freccia nella ferita, quando i nostri si sono dimostrati in down, anche latente, come questo Gennaio, quando i risultati ci premiavano oltre il nostro vero "stato di salute", smascherato appunto solo dalla Atalanta. 
Ricordiamoci quindi che siamo noi il Milan, non loro; loro sono la nostra prova di spirito, di orgoglio e di forza. 
La loro organizzazione di gioco è l'elemento che per noi dirime ciò che siamo e ciò che dovremmo dimostrare di essere: superiori nei singoli e esponenzialmente migliori se al valore singolo si riuscisse ad avere il plus di squadra, di tattica... che ad oggi è ben lungi dall'essere soddisfacente. 
Non è accettabile che qualcuno possa dire: "beh, la sconfitta con l'Atalanta ci può stare". Non esiste proprio. La sconfitta può solo accadere se il mister e i ragazzi in campo, non fanno il Milan... Cosa purtroppo ricorrente in quest'anno disgraziato già da ottobre. 

Ricordatevi che la punta più avvelenata dei bergamaschi è un nostro scarto. Sì, scarto, definitamente accertato e sottoscritto da tutti i nostri organi dirigenziali e tecnici. Per carità voglio sottolineare la bontà della compagine atalantina che oltre a CDK "the revenant" conta Koopmeiners, Lookman, Pasalic, Ederson e molti altri di valore mediamente superiore per il campionato italiano e che certamente compongono una squadra degnissima e rappresentativa probabilmente per la prossima Champions e oggi candidata a fare un ottimo percorso in Europa League.
Però se volete convincermi che il nostro livello si misura con loro, beh... Allora o mi dispiace non ci sto!
Il Milan si misura con il Milan, in Italia solo con l'Inter che purtroppo quest'anno ci ha surclassato per resa e gioco. Nemmeno con la Juve accetterei il confronto. 
Il disastroso andamento della stagione è un peso non rapportabile alle singole partite e agli avversari, per lo più scarsi, che affrontiamo una o due volte a settimana. Il disastro è più complesso ed è interno ad Aldo Rossi a Milanello e in USA.

Se vincesse l'Atalanta non è perché è superiore, ma perché i nostri, tutti a qualsiasi livello, non hanno fatto semplicemente il loro dovere, non rispettando i loro tifosi e se stessi. Senza scusanti...
Se dovessimo portare a casa i tre punti invece come auspico, valuteremo il come e il perché siamo arrivati alla vittoria. Ma certamente l'Atalanta è il viatico più onesto e credibile che riconosco, per definire ad oggi le nostre ambizioni per l'immediato prossimo futuro.