I Mondiali del 1982 sono i più belli di sempre, i Mondiali del riscatto italiano, un Paese che usciva dalla devastazione della strategia della tensione, da una situazione economica disastrosa, il primo Mondiale vinto dopo la caduta del fascismo, ed il Mondiale vinto quando nessuno credeva che ciò fosse possibile. Si è detto e scritto di più all'inverosimile, documentari, canzoni, libri, immagini indelebili, dai festeggiamenti di Tardelli, alla partita a carte tra le due colonne portanti dell'Italia di quel tempo, Pertini e Bearzot. Due miti intramontabili,forse. Forse perchè come ha ricordato proprio Tardelli recentemente, Bearzot, tolto il premio per gli allenatori ed una manciata di vie ed una sola piazza dedicata, è stato dimenticato. I giovani di oggi se gli parli di Bearzot non sapranno forse risponderti. Avrebbe meritato una memoria diversa ed il tempo per ricordarlo a dovere ancora c'è. Perchè la sua testardaggine, esempi degli esempi, la fiducia assoluta verso Paolo Rossi, nonostante tutte le peripezie antecedenti al Mondiale, gli hanno dato ragione. Quel credo e quella fiducia e quella voglia di lavorare, con l'obiettivo di vincere il Mondiale che nessuno credeva possibile, almeno fino a quando l'Italia non aveva sconfitto il Brasile più forte forse di tutti i tempi, che solo un friulano poteva avere. Come ha insegnato questa parte d'Italia al Paese intero con il riscatto dopo la tragedia del maledetto terremoto del 6 maggio 1976. Quasi 1000 morti,oltre 100mila sfollati,45 comuni rasi al suolo, ma in pochi anni il Friuli, rimboccandosi le maniche, non si è pianto addosso, ha lavorato, ha creduto ed il "miracolo" friulano si è compiuto con un modello oggi irripetibile, unico, come irripetibile ed unico è stato quel Mondiale vinto dall'Italia di Bearzot dallo spirito friulano, come friulano era l'immenso Dino Zoff, come friulano acquisito fu Causio, come friulano di nascita fu Collovati, per poi  giocare nell'Udinese negli anni del declino dell'Italia di Bearzot . Ecco, quell'Italia lì, che vinse i Mondiali, fu animata dallo spirito friulano, lavorare, umiltà, e credo nell'obiettivo. Abbiamo avuto tante cose belle in questo Paese, abbiamo scritto pagine eterne della storia del calcio, certi tempi ed epoche non torneranno più, ma possono essere certamente d'ispirazione per migliorarsi e sapere da dove ripartire, con quale animo muoversi per cercare di andare oltre quelle macerie del calcio italiano sulle quali stiamo camminando da tempo, anche se fumate di speranza ci sono come insegna il cammino in Europa, ma di sola speranza non si può vivere, perchè il passo verso l'illusione è breve, come ben dovremmo aver compreso con quanto accaduto dopo la vittoria dell'Europeo...