Il campionato di serie A 2005-2006 resterà senza dubbio quello più impresso nella memoria di tutti gli appassionati di calcio per i verdetti decretati alla fine della stagione. Un torneo che rimarrà indimenticabile sopratutto per i moltissimi antijuventini d’Italia: infatti la squadra bianconera, per la prima volta nella sua storia, è stata retrocessa (non sul campo) in serie B.
In quel campionato, che la squadra di Fabio Capello aveva stravinto meritatamente con 15 punti di distanza sulla seconda (Inter), fece per la prima volta la sua apparizione in serie A il modesto Treviso.
La squadra veneta si trovò catapultata sul palcoscenico più importante del calcio italiano grazie ad un quarto posto, conquistato nel precedente torneo cadetto, a seguito delle inadempienze economiche di società come Perugia e Torino e alla clamorosa combine tra Genoa e Venezia, con i grifoni liguri, già promossi in A, che invece vennero retrocessi per illecito in serie C. La ricca cittadina del nord-est potè così brindare a suon di Valdobbiadene D.O.C.
La Treviso del volley, del basket e del rugby (marchiati Benetton) potevano già vantare innumerevoli trofei nei massimi campionati nazionali e continentali, e ora, per la prima volta nella sua storia, anche la Treviso calcistica poteva finalmente affacciarsi sul più importante panorama calcistico italiano. C’era cosi da costruire in fretta e furia una rosa all’altezza della categoria. Se ne andarono due pedine importanti come l’esterno Pasquale Foggia e il bomber brasiliano Barreto. Al contempo, tra prestiti e svincolati, approdarono circa una ventina di giocatori, tra cui i navigati gemelli Antonio ed Emanuele Filippini, gli attaccanti Dino Fava Passaro e il brasiliano Pinga. Tra i pali arrivò un giovanissimo portiere ancora acerbo: Samir Handanovic.
Il mister scelto che doveva pilotare questa squadra tra i grandi del calcio italiano fu Ezio Rossi, già in passato giocatore bandiera del Treviso. Bepi Pillon, il talismano delle promozioni trevigiane, si trasferì al ChievoVerona. Già, perché il mister di Oderzo, dal 1994 al 1997 aveva contribuito a far salire di tre categorie i biancazzurri, portandoli dalla serie D alla serie B e l’anno appena passato dalla serie B alla serie A. L’entusiasmo cominciò a farsi sentire in città, ma c’era un intoppo che smorzava questa euforia. Purtroppo, infatti, lo stadio cittadino “Omobono Tenni” non venne ritenuto idoneo per la massima categoria dai vertici Figc, e così la scelta ricadde sullo stadio “Euganeo” di Padova, a circa 60km da Treviso. L’esordio, per le cosiddette “piccole” si sa, è sempre da brividi. E così, alla prima giornata di campionato, il calendario riservò ai biancazzurri una trasferta niente male: a San Siro contro l’Inter, fresca acquirente del galactico Luis Figo. Prima della gara, l’Imperatore Adriano davanti allo specchio pronunciò: “Specchio specchio delle mie brame, chi è il più forte del reame?” - “Naturalmente sei tu mio Imperatore”. Detto fatto. Il bomber brasiliano dettò legge nel suo stadio e con tre fendenti mise k.o. la neopromossa. Debuttare in questo modo fa male, certo, ma era comunque da mettere in preventivo.
La ghiotta occasione si presentò due settimane più tardi, quando la prima storica gara “casalinga” si disputò contro il Livorno. Un match che i trevigiani affrontarono a viso aperto, e quando l’arbitro si accingeva al triplice fischio finale con il punteggio inchiodato sullo 0-0, un clamoroso pasticcio di Handanovic permise a bomber Lucarelli di segnare il gol vittoria per i labronici. La mezza gioia per un punticino che poteva essere conquistato già dopo due turni si trasformò in un incubo nelle successive tre giornate: sette gol incassati e uno realizzato tra Lazio, Sampdoria e Milan. Alla sesta giornata i trevigiani sbarcano a Verona, ritrovando il loro vecchio amico Bepi Pillon. E in nome appunto della vecchia amicizia, il baffuto allenatore non se la sentì di affondare ulteriormente il colpo sui suoi ex ragazzi, facendogli così conquistare, con un tranquillo 0-0, il loro primo storico punto in serie A. La giornata successiva, nella trasferta di Parma, l’attaccante Fava Passaro pareggiò i conti dopo il gol di Fabio Simplicio, regalando alla propria squadra il secondo punto consecutivo. Un barlume di speranza cominciava a intravedersi. Ma la notizia che diede maggiormente gioia alla città fu la concessione, grazie a una deroga da parte della Lega Calcio, di poter usufruire dello stadio Tenni.
La speranza era che ora poteva diventare il fortino dove poter incamerare ulteriori punti salvezza con le prime vittorie. Purtroppo non venne inaugurato nel migliore dei modi, perché l’Empoli ne uscì vincitore. Ma la squadra biancoceleste volle farsi perdonare e il 26 Ottobre, con una prova di forza, andò a vincere nel caldissimo stadio Granillo di Reggio Calabria portando a casa la prima storica vittoria in serie A. Mattatori il bassanese Luigi Beghetto e il giovane Francesco Parravicini. Il gol del reggino Missiroli a cinque minuti dalla fine, rese palpitante il finale di partita, ma i trevigiani tennero duro e negli spogliatoi casse di prosecco vennero allegramente stappate. Ora bisognava dare continuità ai risultati e rendere onore allo stadio cittadino. Purtroppo il Siena non la pensava allo stesso modo, ed Enrico Chiesa mise la firma sulla quarta sconfitta consecutiva casalinga del Treviso. Il successivo pareggio a reti bianche contro il Cagliari in trasferta non salvò la panchina a Ezio Rossi, che dovette cedere il posto ad un trevigiano purosangue: Alberto Cavasin. Si narra che nessuno è profeta in patria, eppure qualche tifoso ottimista non deve averlo pensato quel 20 Novembre 2005, quando i ragazzi del presidente Setten si portarono sul 2-0 dopo soli 6 minuti contro il Palermo. Il Tenni si stava preparando a festeggiare la prima vittoria casalinga, ma Ferri prima e Brienza poi, smorzarono ogni speranza. L’ultima fredda domenica di Novembre vide i trevigiani affrontare a Torino i Campioni d’Italia della Juventus. Risultato che al 25minuto lasciò tutti di stucco: Parravicini con un preciso destro da fuori area fece sognare lo spicchio di curva ospite. Ma dopo 10 minuti Mutu ristabilì la parità e successivamente l’implacabile coppia Del Piero-Trezeguet spense il sogno di gloria biancazzurro. Alla quattordicesima giornata anche l’altra siciliana, il Messina, uscì dal Tenni con un punto in tasca (0-0) e la domenica successiva un colpo di testa di Fiore decretò la vittoria della Fiorentina al Franchi. Ma finalmente, il 17 Dicembre, una gioia pervase la città: primo storico successo in A casalingo nella sfida salvezza contro il Lecce. Biancazzurri che si portarono sul due a zero con i gol dei nuovi acquisti Filippini e Pinga, ma che poi tremarono negli ultimi venti minuti quando Vucinic siglò il 2-1. Per fortuna il risultato non mutò e le bottiglie di prosecco potevano essere nuovamente stappate. Il 2005 però si chiuse con un’altra sconfitta, ad Ascoli, in una sfida tra neopromosse ripescate. La classifica era un obbrobrio e così il presidente Setten, durante il mercato invernale, mise mano al portafogli per ingaggiare ben 6 giocatori, tra cui il giovane attaccante Marco Borriello. Ma Gennaio, ahimè, iniziò nello stesso modo in cui era finito Dicembre: sconfitta di misura per 0-1. Il “boia” di turno fu la Roma. Al giro di boa, si disputò l’atteso derby del triveneto contro l’Udinese. I veneti, con una prova di coraggio, riuscirono a ribaltare lo svantaggio iniziale con Pinga e Dellafiore, ma poi ci pensò Totò Di Natale a pareggiare i conti. Il bilancio del girone d’andata fu tutt’altro che positivo: 12 punti e ultima posizione in classifica. Alla prima di ritorno, arrivò al Tenni l’Inter. Ancora vivo era negli occhi dei calciatori veneti il ricordo della tripletta di Adriano all’andata. Questa volta però il punteggio fu più soft: 0-1 con incornata dell’argentino Cruz. A Livorno bisognava vendicare la sconfitta patita all’Euganeo nei minuti di recupero. Parte forte la squadra di Cavasin e dopo 8 minuti passa in vantaggio con Reginaldo. Il primo tempo finisce con questo punteggio. La ripresa scorre liscia e cominciano ad apparire i primi sorrisi sulla panchina biancoceleste. Sembra fatta. Handanovic non cè piu e quindi il rischio di un pasticcio come quello dell’andata non sembra esserci. Ma gli amaranto, quando sentono che il minuto 90 è già passato da tre minuti, decidono di intromettersi e rovinare il piano di vendetta trevigiano. Ci pensa Fabio Galante ad attirarsi le antipatie degli avversari. Altra beffa la domenica successiva nella gara casalinga contro la Lazio. Punteggio che non si schioda dallo 0-0 fino al minuto 87, quando l’ex Tommaso Rocchi di testa beffò Zancopè. Altro punticino in trasferta contro la Sampdoria e poi una serie da film horror nelle successive otto giornate, con sette sconfitte e un pareggio. Nel frattempo altro cambio alla guida tecnica: Bortoluzzi, mister della Primavera, rileva Cavasin. Siamo giunti così al primo di Aprile e al Tenni arrivò la Juventus. La Vecchia Signora, si sa, non ama fare o subire scherzi. Eppure quella giornata anche lei dovette arrendersi al pesce d’Aprile. Nonostante il dominio assoluto e costante per tutti i 90 minuti, la corazzata di Capello, lanciatissima verso lo scudetto, dovette arrendersi allo 0-0. Treviso festeggiò come se fosse in finale di Champions. E per assurdo, una settimana più tardi in quel di Messina, si decretò la loro matematica (e preannunciata) retrocessione in serie B con ben 6 giornate di anticipo! Il 14 Maggio, all’ultima di campionato contro l’Udinese, lo stadio Tenni divenne teatro della seconda vittoria casalinga stagionale. Un successo pressochè inutile ovviamente, buono solo per regalare a Marco Borriello la gioia della prima doppietta in serie A. Per i veneti il torneo si concluse miseramente all’ultimo posto, con una serie di record negativi stagionali: peggior attacco, minor numero di vittorie e maggior numero di sconfitte.

Tutto da buttare? Sembrerebbe di sì. Eppure una magra, ma comunque confortante consolazione, avvenne un paio di mesi più tardi.
La sentenza della Corte d’Appello federale, in seguito allo scandalo Calciopoli (o Moggiopoli per i più maligni), fece relegare la Juventus scudettata (record di punti in serie A, ben 91!) all’ultimo posto, ribaltando una serie di posizioni in classifica, tra cui proprio quella del Treviso che, con i 21 punti conquistati, potè così avere la “soddisfazione” di essere arrivato sopra la squadra più forte d’Italia.